TRAUM "Traum"
(2024 )
Traum è il nome di un progetto italiano di recente formazione, con Lorenzo Stecconi (già nei Lento) alla chitarra, Luca T. Mai (anche membro degli Zu) al sax e ai synth, Luca Ciffo e Paolo Mongardi (Fuzz Orchestra) rispettivamente al basso e alla chitarra e dietro le pelli.
Qualcuno li chiamerebbe “supergruppo”, forse anche solamente per la grande qualità di un debutto che difficilmente potrebbe appartenere a musicisti alle prime vere esperienze.
Il disco, eponimo, non ha nulla a che fare con idee di traumi e sofferenza, quanto con atmosfere oniriche (“Traum” in tedesco significa “sogno”), quasi una dichiarazione d’intenti per un sound che può essere la sintesi delle esperienze e dei percorsi dei protagonisti.
Difficile, quindi, riassumere tutto con una locuzione di genere: i brani si muovono sul crinale fra approccio metodico e improvvisazione, approdando in una dimensione meramente onirica e visionaria, collocata al confine fra (neo)psichedelia, krautrock e space con una vocazione avanguardista.
“Kali Yuga”, primo atto del viaggio, si addentra nella kosmische più robusta, prima dell’ipnosi di “Vimana” e dell’ambient cupa e acida di “Katabasis”. “Inner Space” è l’altra declinazione del trip cosmico, ma con qualche sfumatura cinematografica: space rock che accarezza il post- e non si dissolve in “Antarctic Dawn”, prima del dub profondo e allucinato di “Infraterrestrial Dub”.
“Erwachen” condensa il conflitto fra ambient e dark jazz, prima dello scioglimento che si consuma sulle note di “Eterno ritorno”. “Traum” si colloca di diritto fra le migliori pubblicazioni italiane di questa prima metà di un 2024 sinora non particolarmente ricco di uscite di grande interesse, ma non avrebbe faticato a emergere anche in anni musicalmente più vivaci. (Piergiuseppe Lippolis)