APICE "Rumore bianco"
(2024 )
E’ piuttosto raro che modi di dire e saggezze popolare non rispecchino la verità. Ma, stavolta, il detto “tanto rumore per nulla” non trova applicazione nella concettualità introspettiva del cantautore spezzino Apice (Manuel) che, semmai, ribalta il concetto di rumore dandogli primaria importanza nel suo ponderare situazioni, circostanze, (dis)avventure di vita ed (ovviamente) nello scrivere canzoni.
Canzoni che sono esattamente 10, quelle inglobate nel nuovo, terzo album “Rumore bianco”: un colore che, tradizionalmente, simboleggia il candore, la purezza, ma che per il Nostro rappresenta l’imprescindibile spia interiore per elaborare deduzioni, trovate e battaglie di vita.
Per introdurci nell’album, Manuel disegna delle “Meridiane” malinconiche in caldo narrare ma, la seguente “Paura del buio” (feat. Ibisco) traccia rette parallele col Samuele Bersani dei tempi d’oro, mentre ne “Il tuo corpo è una montagna” si respira sana aria d’altura compositiva.
La triade dei singoli “Tutte le donne”, “Rumore bianco”(feat. Rares) e “Cemento fresco” ci rivelano, rispettivamente, un artista sensibile, dinamico e duttilmente empatico, capace di innestare un brivido ad ogni tappa. La particolare acustica di “Sparano!” e la DeGregoriana “La luna in mare” eleva poi la scrittura verso l’indie più ricercato.
All’arrivo, Apice si estranea con la dolente riflessione di “Lavorare, lavorare, lavorare”, edificata con mattoncini ispirativi passati dai capo-cantieri Silvestri-Carboni, che applaudirebbero, senz’altro, il bel palazzo di “Rumore bianco”, eretto con facciata dall’indubbia capacità individuale.
Con quest’album, Manuel tocca di certo l’…Apice della sua carriera. (Max Casali)