TANKS AND TEARS  "Timewave"
   (2024 )

Ben assestati sul versante dark di un electropop di matrice eighties, rifinito ad arte e reinterpretato con devozione e non senza personalità, i Tanks And Tears, quartetto toscano attivo dal 2013, si ripresentano a sette anni dall’esordio con le nove tracce (otto inediti e un remix di “Nightmare”) di questo intrigante “Timewave”, pubblicato per la label svizzera Swiss Dark Nights Records e fedele ad un suono sempre più orientato all’esplorazione della wave che fu.

Prodotto ed arrangiato con cura, sapientemente calibrato nelle sonorità, arricchito da testi bui ed introspettivi, l’album appare centrato ed equilibrato, imbevuto sì di ascendenze piuttosto riconoscibili, ma non privo di spunti di sicuro interesse; aperto dalle imponenti dilatazioni synth di “Intro”, si esalta nella pulsante scioltezza della title-track (quasi i Sisters Of Mercy), attraversa le rimembranze Rockets di “Darkwave”, si fa riflessivo nel rallentamento cadenzato di “Haze of Lies”, coronata da un chorus prodigioso, lievita corposo nella ballata à la Cure di “Galaxies”, trova compimento nel battito incalzante che rende irresistibile “Vampire Bite”, forse l’acme di un lavoro solido e consistente, segnato da un’inscalfibile coerenza stilistica.

Fra tastiere che disegnano trame armoniose, bassi profondi ed un canto tenebroso, ideale per assecondare questo clima fosco, a tratti plumbeo, chiude l’album l’atmosfera incombente à la Depeche Mode di “S.O.F.T.”, connubio di melodia e compassata mestizia che ben definisce la proposta di una band lodevole per intenti e concretezza. (Manuel Maverna)