CHIARA ORLANDO & DANIELLE DI MAJO QUINTET  "Nothing is in vain"
   (2023 )

Il quintetto capitanato da Chiara Orlando e Danielle Di Majo, pubblica il suo primo album in questa formazione: “Nothing is in vain”, uscito per la Filibusta Records. Orlando è trombettista, e suona anche flicorno e usa la voce; Di Majo è sassofonista e flautista. Al pianoforte e piano elettrico c'è Enrico Zanisi, al contrabbasso Pietro Ciancaglini, e alla batteria Alessandro Minetto.

La firma dei brani dell'album è di Chiara Orlando e Pietro Ciancaglini, il contrabbassista, e si fa capire dal secondo brano “Lullaby”, che inizia con una melodia di contrabbasso, suonato con l'archetto. Qui poi Di Majo impugnerà il flauto per un tema delicato, inseguito dal flicorno. Il brano è ricchissimo di raffinate modulazioni, mentre il brano d'apertura “Ciko against the cat”, nonostante alcune progressioni presenti, è più ossessivamente ancorato ai due principali accordi del tema centrale, che sprizza ottimismo ed apre l'album con luminosità.

Con “Papele” si iniziano ad accelerare i battiti, per entrare nel jazz tipico, col walking bass, e la batteria che insiste sul ride. La melodia qui è armonizzata da tromba e sax in una maniera molto radiofonica. Non ha senso questa definizione “radiofonica”; è solo che mi ricorda il brio che suscitano certe musiche di Herb Alpert, utilizzate come sigle da Radio1; potrebbe essere un'indicazione, se lì a Saxa Rubra volessero rinnovarne qualcuna...

Quello che sembra essere il brano centrale, come concetto, che infatti fa da titletrack, “Nothing is in vain”, è un andante malinconico. Dopo l'assolo di sassofono, ne arriva uno di contrabbasso, che si mantiene sulle sue note più acute. Per mantenere l'orientamento armonico, prestare attenzione al pianoforte. E poi, è il momento della tromba, che improvvisa con la sordina.

Gli autori dedicano a Di Majo il brano che porta il suo nome, “Danielle”, che torna su bpm più accelerati. Ovviamente la tromba è protagonista, ma ecco finalmente l'assolo di batteria, che io aspetto sempre con ansia in un disco jazz. Poi arriva un momento più disteso (ma sempre su ritmo moderato, mai lento davvero) con “Relaxin' at Vastillo”. Come per l'iniziale “Ciko against the cat”, anche qui il tema è doppiato dalla voce di Orlando, con le classiche sillabe scat “dadariadadà”. E qui Zanisi ha il suo momento di gloria, al pianoforte. Melodia jazz più catchy è “Right or wrong”, che viene subito da canticchiarla.

La voce di Orlando torna ancora a doppiare una melodia, che però stavolta è meno “jazzistica” nel senso classico, e ripete un modulo melodico stretto (dentro una quinta) in “Sorgente”. Dopo gli assoli d'ordinanza, il brano si chiude sulla melodia con un'insolita energia. Si torna ad armonizzare in quella maniera che avevo definito impropriamente “radiofonica”, con “Unbearable you”. L'album è chiuso da una seconda versione di “Nothing is in vain”, stavolta di 8 minuti, a riprova che vuole essere il brano più importante, col messaggio nel titolo al quale le due leader del quintetto tengono di più. Niente è invano, anche i tempi morti, le ore perse e/o i fallimenti, tutto può acquisire un senso, col passare del tempo e col cambio di prospettiva.

Una filosofia che fa restare in piedi anche nei momenti bui della vita. Però, un tentativo di proporre qualche brano qui come nuove sigle a Radio1 (o Radio3), lo farei. Sai mai... (Gilberto Ongaro)