LAME DA BARBA "Qafiz"
(2023 )
Le Lame da Barba sono un ensemble musicale che origina dalla strada e come gruppo da barberia, avendo un significativo passato come "Buskers" nella città di Bologna che è stata per diverso tempo il loro palcoscenico.
Qui ci propongono il loro terzo album formato da otto brani rigorosamente strumentali, che esprimono una solida ispirazione dalla tradizione musicale mediterranea con forti influenze balcaniche, greche, africane ed andaluse, oltre che naturalmente del nostro meridione italico.
L'attitudine non è sperimentale o didascalica, ma piuttosto rivela una sorta di rivisitazione delle sonorità e delle armonie senza snaturarle, esponendole in un coerente viaggio circolare mediterraneo attraverso composizioni originali del siciliano Francesco Paolino, leader della band, ed arrangiamenti curatissimi.
La strumentazione utilizzata parimenti è coerente con mandolino, mandola (bellissimo il suo timbro sonoro), chitarra, contrabbasso, batteria, percussioni e darbuka, più il sax suonato da Stefania Megale. Emblematici i titoli in scaletta, traenti spunto tutti da parole dell'etimologia greca ed araba, a cominciare da "Qafiz", affascinante traccia che determina il titolo del disco e che si riferisce ad una antica unità di misura dell'olio.
L'ascolto dei brani è certamente suggestivo ed evocativo, sfiorando in certi momenti un mood epico: tutte le tracce sono di valore e denotano la maturità artistica e l'affiatamento di tutti i musicisti del gruppo. Emerge una compattezza del suono che a tratti può risultare un poco priva di dinamiche, qualche assolo percussivo in più non sarebbe stato fuori luogo come pure insistere meno sui "loop" delle scale doriche.
Cito il brano "Faméra", a mio parere il migliore e più rappresentativo con il suo andamento crescente intenso e più variegato degli altri con mandola, darbuka e contrabbasso a fare da contraltare dialogante nei confronti di un sax suonato con maestria ed espressività. Voto 7. (Roberto Celi)