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   (2024)


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   (2024)

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recensioni concerti

ROBERTO VECCHIONI   "Live Teatro Alfieri Torino 04-02-2008"
   (2008)

In un Teatro Alfieri tutto esaurito, con decine di persone rimaste fuori (e in contemporanea al Teatro Regio c’è De Gregori) inizia alla grande il nuovo tour di Vecchioni. A sipario ancora chiuso, su un tappeto di poche note di pianoforte, il professore entra sul proscenio per una versione intensa, piano e voce, di “L’ultimo spettacolo”, uno dei brani più belli della sua discografia. Sul finale in crescendo, si apre il sipario ed entra la band. Inizio splendido per una serata che si preannuncia memorabile. Da qui inizia un discorso di oltre due ore e mezza, fatto di musica e parole. Il prof. parla molto tra un brano e l’altro, soprattutto per presentare le composizioni di “Di rabbia e di stelle”, l’ultimo disco, che lui stesso ha definito il più bello e importante della sua carriera. A dimostrazione di quanto lo consideri importante, durante il concerto esegue quasi tutte le nuove canzoni, proiettandone i testi sui tendoni a fondo palco. L’esecuzione live dà inoltre maggior vigore ai nuovi brani, restituendo pienamente al pubblico tutta la rabbia e l’amore che Vecchioni vi ha immesso. Dalla gioia de “Il violinista sul tetto” (dedicata alla mamme e ai mammoni), alla difesa dei giovani di “Comici spaventati guerrieri”, all’incazzatura dell’operaio di “Mond Lader”, fino all’esecuzione de “Le rose blu”, una preghiera rivolta a Dio in un momento di particolare preoccupazione per il figlio. Troppo facile, dice Roberto, promettere a Dio la propria vita: intanto perché ci vuole solo un secondo a dargliela, e poi perché Dio la nostra vita può prendersela quando vuole. Più difficile restituirgli, come fa lui, tutto ciò che si ha vissuto, fatto, amato, scritto, cantato. Sul finale del brano, tra gli applausi del pubblico, un momento di sincera commozione, così come un tempo gli capitava nell’eseguire "Figlia". Oltre ai brani nuovi, c’è spazio anche per alcuni classici di repertorio. Fanno così la loro comparsa “Voglio una donna”, “Milady”, “Dentro agli occhi”, “Stranamore”, “Sogna ragazzo sogna” e soprattutto “Vincent”, con cui si tocca uno dei vertici della serata: qualcuno in Italia ha scritto una canzone più bella sull’Amore, l’Arte e la Vita? Mentre esegue il brano, alle suo spalle scorrono le immagini tratte dai dipinti di Van Gogh citati nel testo: i girasoli, le sedie, i ritratti… Capolavoro nel capolavoro, un vero colpo di classe, merito anche di una regia teatrale riuscitissima. Notevole anche la band che accompagna Vecchioni in questo tour, forse una delle migliori tra quelle che lo hanno seguito negli anni, in cui spiccano Lucio Fabbri al violino e tastiere (ex PFM, già collaboratore storico di lunga data del professore e arrangiatore e produttore dell’ultimo lavoro), Dino D’Autorio al basso (per anni nella big band di Enzo Jannacci), Michele Ascolese alla chitarra (uno dei migliori chitarristi italiani, collaboratore tra gli altri di De Andrè, Branduardi, Paoli), la brava Ilaria Biagini (tastiere, sax, voce, fisarmonica). Il bis è tutto appannaggio dei vecchi classici “Figlia” e “Samarcanda”, con chiusura affidata a “Luci a San Siro”, e la promessa di tornare a Torino il 21 marzo. Chi non c’era si tenga libero. (Giorgio Zito)