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MY INDIE SPACE 1° EDIZIONE "Live Siddharta Prato 23-11-2007"
(2007)
Occasione imperdibile, quella dello scorso 23 novembre al Siddharta di Prato, dove grazie alla collaborazione dello staff Partyamo con, appunto, il “tempio del rock” si è concretizzata un’idea senza precedenti e di portata nazionale: il MyIndieSpace. Samuele, organizzatore dell’evento, ha le idee chiare, quando a pochi minuti dall’inizio della manifestazione ci spiega come è nato il progetto: mesi e mesi spesi a visionare gli indirizzi myspace delle migliori realtà indie nazionali e straniere, contatti telefonici in tutta Europa ed una passione per la musica alternativa non indifferente. Così, per la prima volta, c’è stata la possibilità di “toccar con mano” tutto quello che, per adesso, aveva solo un senso virtuale ai più, con qualche band che fino ad adesso non era riuscita ad esibirsi in un contesto così ricco e di confronto, se di confronto si può parlare. Mancano pochi minuti alle 11, e dopo un’introduzione della presentatrice Clara, minuta e sensuale presenza femminile proveniente dal Salento, dal look aggressivo ma decisamente simpatica (tra l’altro curatrice del programma Radioformyspace trasmesso da Radio Mambassa), la festa ha inizio! Sul palco, a fare gli onori della serata salgono i To Be Rhudes (foto), unica rappresentanza toscana della serata. Questi quattro ragazzi di Firenze, con un’età compresa tra i 18 e 23 anni, dimostrano grande sicurezza sul palco nonostante la giovanissima età, sciorinando un set tirato in bilico tra pop e rock, come se i Franz Ferdinand incontrassero i Kaiser Chiefs nei ritornelli per poi cozzare violentemente con gli Shit Disco. I presenti gradiscono e si fanno trascinare in balli sotto il palco dopo pochi minuti. Performance asciutta, carica ed energica, che trova il suo punto forte sul finale con “130”, forte di un ritornello che più catchy non si può, nella migliore tradizione brit-pop. Suonare per primi e rompere il ghiaccio non è mai facile, ma i To Be Rhudes non solo l’hanno rotto, ma l’hanno fatto anche sciogliere. Da seguire con attenzione, molta attenzione. Finita la prima esibizione ci si accorge che il locale è pieno, stracolmo, fino alle porte di uscita, segno che anche un posto con la “cultura” del metallo riesce a gestire alla grande un’iniziativa dai poli opposti. Bellissimi i look della serata, tra giacche, cravatte e camicie bianche, bretelle e bombette, è la rivincita dell’indie boy! I Lactis Fever, quindi, salgono sul palco ritrovandosi già diverse fronti sudate e visi soddisfatti. Questa ensemble lombardo, al contrario dei predecessori, vanta già un’esperienza maggiore ed un curriculum live di un certo spessore. Le chitarre qui trovano riffs più graffianti e sostenuti, ricordando una versione degli Strokes più veloce nelle ritmiche. Ciò è testimoniato alla grande da uno dei loro pezzi di punta, “Sweet”, ritmo sostenuto e refrain accattivante, dolce solo nel titolo, graffiante nella realtà. Altro tassello fondamentale del puzzle è il dj set del giovanissimo Lore B, diciannovenne con le idee chiarissime, che nelle pause tra una band ed un’altra fa ballare il suo pubblico piazzando dischi che variano dal french touch arrivando ad uno dei manifesti punk italici più famosi: “Curami” dei CSI di Giovanni Lindo Ferretti. La mezzanotte è già passata da diversi minuti quando i Pink Rays fanno il loro ingresso sul palco. Nel loro curriculum va segnalata un’esibizione da gruppo spalla a Lou Reed, non di certo uno a caso. Vengono da Milano, ma in realtà però hanno in Enrico un cantante di origini svedesi, un bassista italo-venezuelano (Enrique) ed un chitarrista che per sua stessa ammissione “non vuole svelare la sua età”. Alla fine sarà proprio Fabio alla sei corde a rendersi protagonista, con un taglio scenico molto vicino a John Frusciante e con melodie buonissime. “Modern Life” sembra uscita della New York di fine anni ’60, “Abstract Love” nel suo dna presenta forti dosi di Cure. Finale con il singer tra il pubblico rapito dall’alto voltaggio del tutto. Il tocco di internazionalità al contesto viene dato quando arrivano i Fades, che già al secondo pezzo alimentano una decina di ragazzi in danze scatenate poichè il loro mix, fatto di due chitarre affilate all’inverosimile e di ritmiche spigolose in bilico tra punk, dark (“CACA”), e garage, è contagioso ed epidermico. Il gruppo sciorina uno dietro l’altro i pezzi del loro primo album omonimo, uscito da qualche mese per la Genepool Records UK / Dirty Records US. Splendida “Kalashnikov”, posta in chiusura e con un giretto di chitarra a metà strada tra garage e confini dance. Una delle tante realtà internazionali particolarmente interessanti, della quale vi consigliamo subito un bel giro sul loro myspace, dove è possibile ascoltare per intero il loro debut. Gli headliner della serata (o meglio mattinata, visto che quando arriva il loro momento ci avviciniamo alle 3 del sabato) sono i triestini Trabant. Autori di un pop dinamico e rumoroso, questi giovanissimi ragazzi dell’estemo nord-est si sono già messi in luce in terra etrusca qualche mese fa, dove si esibirono all’Italia Wave Love Festival la sera stessa di Mika (vedete voi se prenderlo come un complimento o meno) e dei Kaiser Chiefs, in seguito alla vittoria del contest nazionale. Marcello alla voce, tra un pezzo e l’altro (tutti sotto i 3 minuti) si lascia in siparietti simpatici, ma che appesantiscono un po’ l’esibizione, in virtù di un orario che non rende giustizia alle loro capacità. Infatti concluso il loro set rimarranno solo qualche decina di persone ad applaudirli. Bellissimo il groove della loro “hit” “Waste Of Time”, dove il synth di Joujoui si sposa alla grande con il basso di Chuk. Deliziosa anche la linea vocale di “Milky Way”, dove il talento di Marcello esce prepotentemente. Da segnalare anche l’ottima presenza scenica di quest’ultimo e dei suoni da loro proposti in genere. La band definisce la propria proposta “musica per perdenti”, in realtà c’è un talento che è vincente eccome. Il sipario scende definitivamente quando sul palco torna Clara che presenta tutti coloro che hanno reso possibile la serata e ringraziando il pubblico. Sono quasi le 4 del mattino, mentre ci si incammina verso l’uscita l’odore di tabacco delle centinaia di sigarette spente sul pavimento è ancora forte ed impregnato nei vestiti, il deflusso è regolare e senza nessun minimo problema di sorta. Un’iniziativa che quindi, possiamo solamente sperare abbia un seguito e che quindi non inizi e finisca al Siddharta. La macchina organizzativa è stata impeccabile (soprattutto, cosa non da poco, gentilissima nei confronti degli inviati di artistsandband) e professionale. Un giovane team di ragazzi con la passione per la buona musica merita di più di un’unica tappa. Mentre attendiamo sviluppi in proposito, non ci resta che fare un plauso generale al tutto. (Fabio "Stanley" Cusano - artistsandbands.org)