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   (2024)


THE CURE "Live Troxy Londra 01-11-2024"
   (2024)

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recensioni concerti

BLACK REBEL MOTORCYCLE CLUB   "Live Rolling Stone Milano 30-11-2007"
   (2007)

Quando si assiste ad un concerto di un grande artista ci si aspetta molto, e, anche a fronte di una splendida esibizione, la conferma delle proprie aspettative fa sì che la soddisfazione sia molta, ma non si resti sorpresi più di tanto. Quando invece si assiste ad un concerto di una band che si ritiene buona ma non eccezionale, a fronte di un concerto strepitoso si resta davvero impressionati. E’ questo ciò che è successo a molti la sera del 30 novembre al Rolling Stone di Milano per il Concerto dei Black Rebel Motorcycle Club. Nato alla fine degli anni ’90, il trio di San Francisco che prende il nome dalla banda di motociclisti del film “Il Selvaggio” di Marlon Brando, ha stupito fin dall’esordio con la pubblicazione del primo singolo “Whatever Happened To My Rock ‘n Roll” (2000). Un titolo che diceva già tutto: cosa è successo al mio rock ‘n’ roll? Questa la domanda che si ponevano, e con loro molti altri appassionati, dopo anni di regno incontrastato della musica elettronica. In effetti alla fine degli anni ’90 si iniziava a sentire voglia di ritorno al rock, come hanno dimostrato il successo di bands quali Strokes e White Stripes. C’era voglia di rock, e c’era una scena pronta ad esplodere. I BRMC sono stati la risposta a questa richiesta che partiva dal basso, ed il concerto ne è stata la conferma definitiva. Il trio (una batteria e due chitarre) si presenta in completo nero e giacca di pelle in puro stile rock anni sessanta, con il fisico e l’età giusta per interpretare al meglio la parte del rocker bello e maledetto. Ma qui non si tratta solo di presenza scenica, qui la sostanza c’è e si sente. A lato del palco fa bella mostra di se un pianoforte a spalla, che sarà usato solo in due occasioni, per i brani più lenti. Il cuore del concerto è invece rappresentato dal rock più sanguigno e scatenato, con sonorità che a volte ricordano band quali i Jesus & Mary Chain, chitarre potenti, al limite della distorsione, ma con la melodia sempre al centro, in evidenza. Questo è forse uno dei segreti dei BRMC, il loro essere completamente immersi nel rock più oscuro e tirato di matrice americana, senza scordare però la lezione melodica del rock inglese, come ribadito dal loro ultimo lavoro “Baby 81”. C’è spazio però anche per il folk, già presente sul penultimo disco “Howl”, con un tris di canzoni solo chitarra e voce, interpretate alternativamente dai due cantanti – chitarristi, tra cui la cover di “The Lonesome Death Of Hattie Carroll”, una delle composizioni più belle del Dylan del primo periodo, oltre che un brano dal contenuto altamente politico (per quanto possa essere “politico” un brano di Dylan). Una scelta coraggiosa da proporre ad un pubblico abbastanza giovane da non aver mai sentito il brano in questione, e un colpo al cuore per tutti i dylaniani presenti. Un centro pieno per una band potente e compatta, ma anche versatile nel passare dal rock più potente, hard – blues, a tratti anche oscuro, al folk più puro e incontaminato, senza perdere i suoi caratteri distintivi. Che cosa è successo al mio rock ‘n’ roll? Adesso possiamo rispondere: è vivo e vegeto, ha cinquanta anni e li porta benissimo. (Giorgio Zito)