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MUSE "Live Saschall Firenze 28-10-2003"
(2003)
Le quattro date italiane dei Muse non potevano davvero riscuotere un successo maggiore di quello che hanno avuto: biglietti esauriti già nei giorni precedenti gli show e grande entusiasmo da parte di un pubblico di fedelissimi fans, che a Firenze si sono presentati già a metà pomeriggio davanti ai cancelli del Saschall. Per la verità il flusso di persone che arrivavano al locale è stato veloce e costante fino quasi all'inizio del concerto della band inglese, anche se ha toccato le sue punte massime durante l'esibizione dei supporters Cave In, gruppo del quale non parlerò in questa recensione visto che non ho potuto assistere al loro show. Erano le 9.45 circa quando Matthew Bellamy, Chris Wolstenholme e Dominic Howard sono entrati in scena e hanno attaccato con l'intro del loro nuovo cd Absolution, facendo poi scatenare i più di duemila fans presenti con "Apocalypse please" e con una scaletta basata sul frequente alternarsi di vecchio e nuovo materiale, grazie alla quale sono riusciti ad accontentare un po' tutti, anche coloro che li seguono fin dall'uscita del primo disco. In generale il pubblico si è dimostrato piuttosto preparato, infatti la maggior parte dei brani sono stati cantati da buona parte di esso, compresi quelli tratti dall'ultimo lavoro, che è stato presentato praticamente per intero e che, a quanto pare, è già diventato un classico nonostante la sua uscita risalga a poco più di un mese fa! Davvero magici i momenti in cui sono stati eseguiti i vecchi hits (che dal vivo appaiono più belli che mai), non per niente le varie "New Born", "Sunburn" e "Bliss"sono state capaci, già dalle prime note, di entusiasmare e successivamente far ballare tutta la platea del Saschall. Per quanto riguarda la band, la loro prova si è rivelata quanto mai apprezzabile: pur essendo molto giovani hanno già da tempo dimostrato di possedere delle capacità e una professionalità abbastanza fuori dal comune, grazie alle quali la performance è risultata molto curata dal punto di vista tecnico (l'impressione era che nulla, ma proprio nulla, fosse lasciato al caso), ma anche estremamente coinvolgente da quello emotivo. I tre Muse sanno come stare su un palco e in particolare il leader, M. Bellamy, è riuscito da solo a monopolizzare l'attenzione del pubblico grazie alla sua versatilità (canta e suona sia la chitarra che le tastiere) e presenza scenica. Alle spalle del gruppo c'erano anche tre schermi giganti che mostravano alternativamente l'immagine di copertina del nuovo disco, alcuni giochi di luce colorati e le riprese in diretta del concerto: una scenografia semplice ma di grande effetto, che mano a mano si "adattava" al tipo di atmosfera e di pezzo eseguito (i giochi di luci e colori si susseguivano all'impazzata durante le parti veloci, mentre uno schermo quasi completamente nero faceva da sfondo ai momenti più "soft" e melodici). Devo dire che il tempo è passato in maniera particolarmente veloce e, dopo un'ora abbondante, la prima parte del concerto si è conclusa con l'esecuzione di "Plug in baby", durante la quale sono stati lanciati in aria degli enormi palloni di gomma contenenti al loro interno dei coriandoli, una cosa un po' diversa dalle solite che ha movimentato ulteriormente la situazione!! Dopo qualche minuto di pausa il gruppo è tornato sul palco per eseguire gli ultimi due pezzi, "Blackout" e "Stockholm syndrome", sicuramente una degna conclusione per una serata che non è stata solo caratterizzata dall'ottima musica, ma anche dalla bella atmosfera che si è instaurata tra la band e il pubblico, uno "scambio di energia" che credo sia stato molto apprezzato da entrambe le parti. Concludo col dire che i Muse hanno confermato pienamente quello che molto spesso avevo sentito dire sul loro conto, e cioè che la dimensione live è in assoluto quella più congeniale al gruppo. Quelli che sono già ottimi brani su disco dal vivo acquistano una maggior intensità e potenza, tanto che in certi frangenti sembra quasi di essere ad un concerto metal!! Non c'è che da augurarsi di poterli rivedere presto qua in Italia, magari nei festival estivi del prossimo anno. (Grendel)