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GINEVRA DI MARCO "Live Fnac Milano 30-11-2006"
(2006)
“Accogliere. Solo questo ho voluto fare”. Così esordisce la presentazione di Ginevra di Marco, una delle più belle voci italiane. Il suo nuovo album, "Stazioni lunari prende terra a Puerto Libre”, è un omaggio a Romania, Ungheria, Grecia, Balcani, Portogallo, Bretagna, Messico, Cile; ai popoli slavi, ai Rom, agli italiani del Sud ed a quelli di Toscana. Lo showcase presso la Fnac di Milano è l’ambiente idoneo per la presentazione di tale opera. Il disco è il terzo solista dopo la dipartita di Ginevra e Magnelli dai PGR. Come ci spiega Ginevra, questo suo ultimo lavoro è un sunto di “Stazioni Lunari”, spettacolo teatrale- musicale, ideato dallo stesso Magnelli. Accompagnata solo da una chitarra, comincia il concerto con “Amara Terra Mia”, canzone di Modugno poco conosciuta con il testo di Enrica Bonaccorti (?). Segue “Malarazza”, una canzone in cui si capiscono le doti della ex-cantante dei CSI. In totale esegue 9 canzoni, 8 dell’ultimo album ed una di De Andrè. Tuttavia, non mi stupisce, anzi a tratti annoia. Ci tengo a sottolineare le straordinarie dita del chitarrista, ma i brani sono alquanto scontati, arcaici (questo dichiarato dalla stessa Di Marco) e troppo popolari. A seguito della scia del nuovo folk, la quale invade tristemente il nostro stivale. L’unica canzone originale è “Gracias a la vida”, un inno alla vita di una suicida cilena, e "Les Tziganes", ironica canzone francese di Léo Ferré. I tempi di “Trama tenue” sono lontani. Perlomeno, speravo di ascoltare del materiale originale, e invece, album e concerto sono un inno alle coverband e alle sagre di paese. Ti prego Ginevra, puoi tornare allo splendore di un tempo? (Matteo Preabianca)