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CATERINA ENSEMBLE & ALBERTO LA ROCCA "Live Parco Frassanelle Rovolon PD 16-06-24"
(2024)
Il compositore e direttore di coro Alessandro Kirschner ha un'anima gentile e delicata, e i suoi progetti si connotano del suo spirito, della sua visione. Il gruppo vocale Caterina Ensemble, domenica 16 giugno 2024, ha eseguito brani del Cinquecento, che più giù vi racconterò, ma anticipo qui che si sente la mano nel percorso scelto, la sapiente ricerca effettuata a monte.
L'evento faceva parte della rassegna “Musica in Villa”, si è svolto nel portico della Villa Papafava, presso il Parco Frassanelle di Rovolon (in mezzo ai Colli Euganei), e si intitolava: “E io moro per tuo amor... madrigali, villotte e frottole nella Padova del Cinquecento”. Il Caterina Ensemble si è esibito assieme al chitarrista Alberto La Rocca, che ha alternato una chitarra classica a 6 e una a 10 corde. I brani scelti erano di autori che hanno avuto a che fare con Padova, e molti nomi saranno sconosciuti ai più, tranne Claudio Monteverdi, e forse Luca Marenzio, per i più appassionati di musica italiana del XVI secolo.
Non erano di difficile ascolto: i canti a canone c'erano e numerosi, ma il testo era uno. Ovviamente polifonici (è lì la bellezza di un coro), ma non politestuali, e gli antichi contrappunti erano pochi. Gli amanti della musica rinascimentale e barocca sono stati di sicuro soddisfatti, per la grande quantità di ritmi sincopati, nella scansione delle melodie.
Il filo conduttore era l'amore, ma proprio l'amore carnale, il desiderio. Kirschner non l'ha voluto dire al pubblico, ma forse non tutti sanno che in musica, sia recente che antica, quando si scrive “morire”, spesso non si parla della morte vera e propria, bensì... dell'orgasmo. Ecco spiegato un titolo come “Sì ch'io vorrei morire”, madrigale a 5 voci con testo di Maurizio Moro, che fa parte del Quarto Libro di Madrigali di Claudio Monteverdi.
C'erano altri madrigali bollenti, come quelli di Luca Marenzio: “Basciami mille volte”, e “Dissi all'amata, mia lucida stella”, dove forse leggiamo uno dei primi due di picche della storia della musica:
- Deh! Morirò, cor mio.
- Sì, morirai, ma non per mio desio.
Durante l'esibizione, qualcuno del coro recitava il testo, prima che venisse cantato. Quelli in lingua straniera venivano tradotti: c'erano infatti brani in inglese, e uno in francese, di cui mi ha colpito il testo. “Il est bel et bon” era una frottola a 4 voci, scritta da Pierre Passereau, dove una donna descriveva il proprio marito, lodando quanto fosse buono e bravo: “Non mi fa arrabbiare e neppure mi picchia. Sbriga le faccende domestiche, dà da mangiare ai polli, mentre io mi godo la vita!”. Vorrei fare una battuta scontata, sul fatto che questo genere di musica si chiami “frottola”... ma sorvoliamo! Diamine, certi argomenti sono eterni!
La serata è finita in maniera esilarante, con la “Capricciata e Contrappunto bestiale alla mente per un basso, un cuculo, una civetta, un gatto ed un cane”, di Adriano Banchieri. Era un monaco che si divertiva a scrivere anche cose licenziose. In questo caso, sopra la linea melodica principale, intonata dal basso, il contrappunto sulla melodia veniva cantato imitando i versi di animali. Così, l'esibizione è finita tra “miao” e “woof woof”! Da ridere, ma di difficile esecuzione.
Come ha detto il maestro Kirschner, la grandezza di Claudio Monteverdi (di cui il coro ha eseguito un bis), è stata nell'entrare nei testi poetici, per trovarci, tramite la composizione musicale, ulteriori significati, che le parole non riuscivano ad esprimere. E il Caterina Ensemble, assieme agli arpeggi di La Rocca, ce li hanno fatti percepire sulla pelle! (Gilberto Ongaro)