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ENRICO RUGGERI "Live L'Isola in Collina Ricaldone AL 23-07-23"
(2023)
Ricaldone, bellissimo comune monferrino in provincia di Alessandria, ospita da ormai quasi un trentennio “L’isola in collina”, rassegna musicale/culturale che gira intorno al nome di Luigi Tenco. E’ qui che il cantautore (nato nella vicina Cassine) è stato sepolto nella tomba di famiglia ed è sempre qui che si trova il museo a lui dedicato.
A raccontare Enrico Ruggeri ci pensa Massimo Cotto, ovvero colui capace di costruirsi una carriera giornalistica trasformando in romanticismo ogni storia legata al mondo musicale, usando la sua penna sulle note dei più grandi della musica.
Lo schema, quindi, non è quello di un concerto tradizionale del RRouge, ma quella di un’intervista spezzettata dai classici del suo repertorio.
Tante le risate e tanti gli aneddoti, a cominciare dalla confessione che i due fanno circa la scaletta pensata per stasera, nata praticamente un’ora prima, nel bel mezzo della cena.
Ruggeri e Francesco Luppi al pianoforte partono con “Il portiere di notte”, brano che rispecchia il lato noir del cantautore, mentre la sua sensibilità viene esaltata con “Dimentico”, l’ultimo singolo pubblicato con cui si tocca il delicato e doloroso mondo dell’Alzheimer.
La guerra è toccata da due brani, uno di seguito all’altro: “Lettera dal fronte” e “Primavera a Sarajevo”, accompagnati da una generosa partecipazione di tutti, mentre l’intro di “Mare di inverno” (Ruggeri alla chitarra) è sufficiente a creare un boato generale. Qui l’autore spiega con orgoglio come, in effetti, prima di lui il mondo della musica non avesse mai toccato l’aspetto malinconico di un mare “fuori stagione”, cosa che invece la letteratura o il cinema avevano, con successo, fatto molto tempo prima.
Inutile ripercorrere le esilaranti gag, ma mi piace ricordare l’antica polemica con Gino Castaldo, che nel Sanremo del 1986 punzecchiava Ruggeri sulle sue “non” abilità canore, o ancora gli spassosissimi aneddoti insieme a Tozzi e Morandi (“Al tempo in Francia pensavano che io e Gianni fossimo solo i Musicisti di Umberto, con camerini più piccoli e modesti rispetto al suo”).
Tra una battuta e l’altra Massimo Cotto azzarda una richiesta: “Scusa, lo so che non lo avevamo programmato, ma almeno un minuto di ''Perfect day'' ce la puoi fare?”. Ruggeri e Luppi, per nulla spaventati, partono con quel pezzo meraviglioso di Lou Reed, così indovinata che mi guardo intorno alla ricerca di una sangria (il parco c’è già).
Qualche titolo: “Nuovo swing” (e qui parte un mio fischione per salutare una delle sue migliori canzoni), “Peter Pan”, “Rien ne va plus” e “Quello che le donne non dicono”, perché, si sa, Ruggeri accarezza il mondo femminile meglio di qualsiasi donna.
Mentre i due musicisti tornano per gli scontati bis, qualcuno grida “Polvere!!!”, ma un divertito Ruggeri risponde che ha già stabilito tutto prima e allora “Mistero” e, ovviamente, “Contessa” sono le note conclusive di questo concerto. (TESTO E FOTO: GIANMARIO MATTACHEO)