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BRITISH SUMMER TIME "Live Hyde Park Londra 5/6/7-07-19"
(2019)
Siamo stati per voi a Londra ad assistere alla prima tranche del Barclay’s British Summer Time ad Hyde Park, grandi concerti che continueranno questo weekend con Florence and the Machine e Robbie Williams. Il primo weekend invece ha visto esibirsi su uno dei tre palchi allestiti all’interno del “villaggio” gente del calibro di Celine Dion, Stevie Wonder e Barbra Streisand, con altri artisti a fare da apripista, tra cui Josh Groban, Bryan Ferry e Lionel Richie. Nella splendida cornice di Hyde Park, venerdì scorso, dopo un’ora di performance del “Bocelli americano” Josh Groban, una splendida (e magrissima) Celin Dion ha incantato i 70.000 spettatori con un vero e proprio show di quasi due ore. Reduce da una residency a Las Vegas durata quasi 9 anni, l’artista canadese, una delle più belle voci del mondo, ha cantato tutti i suoi cavalli di battaglia, da “All by myself” a “Beauty and the beast”, da “It’s all coming back to me now” a “The power of love”, da “Because you loved me” all’immancabile tema di “Titanic”, la notissima “My heart will go on”. Tra cambi d’abito - tutti eleganti ed appariscenti - e chiacchiere con il suo pubblico (“Amo cantare ma amo anche parlare” ha detto) la cantante ha spiegato la sua ugola d’oro senza sbagliare una nota, supportata da una band eccellente e concludendo con una personale versione di “Imagine” di John Lennon come personale augurio di pace per il mondo. Sabato è stata invece la giornata dello Stevie Wonder Summer Party. Aperta da un concerto del grande Lionel Richie, che per oltre un’ora ha cantato tutti i suoi successi (da “Hello” a “Endless love”, da “Say you say me” all’immancabile “All night long”), la serata è proseguita con la performance di Stevie Wonder, uno degli artisti che hanno fatto la storia della musica americana degli ultimi 50 anni. Una band strepitosa ha accompagnato il cantante/tastierista/armonicista dalla stupenda voce ancora intatta, che ha incendiato gli animi del pubblico presente, che ha cantato con lui “My Cherie amour”, “You are the sunshine of my life”, “Sir Duke”, “Superstition”, l’immancabile “I just called to say I love you” e tutti gli altri successi, fino a (anche lui) la stessa “Imagine”. Wonder ha poi rivelato di essere prossimo ad un trapianto di rene, rassicurando il pubblico per il suo stato di salute e chiedendo di pregare per lui. Domenica invece è stato lo “Streisand day”. Introdotta dallo show dell’ex Roxy Music Bryan Ferry, la mitica Barbra ha iniziato il suo show con una versione di “As if we never said goodbye” con il testo riadattato per l’occasione londinese. A 77 anni, e al suo primo concerto all’aperto dai tempi del Central Park a New York negli anni ‘60, la Streisand ha confermato di essere ancora una delle più straordinarie voci viventi. Certo la potenza non è quella di una volta, ma le note altissime assolutamente sì. E poi la classe, il sense of humour, e soprattutto l’interpretazione che da’ ai testi che canta, non ha eguali. E così, davanti a circa 65.000 persone (tra cui gli attori Ralph Fiennes e Antonio Banderas), Barbra ha snocciolato successi vecchi e nuovi, da “People” a “Don’t rain on my parade”, dal medley anni '80 con le stupende “Guilty” e “Woman in love”, scritte per lei da Barry Gibb dei Bee Gees, più la mitica “No more tears” (all’epoca enorme successo disco con Donna Summer). E ancora i classici del musical come “Children will listen” e “The music of the night” da “Il fantasma dell’opera”, cantata con il giovane Ramin Karimloo. E i grandi successi tratti dai suoi film come “E’ nata una stella” (“Evergreen” e “Lost inside of you”, eseguita con il suo partner nel film Kris Kristofferson) e “Come eravamo”, con la sempre stupenda “The way we were” cantata in coppia con Lionel Richie, altro ospite del concerto. Fino ai suoi messaggi dedicati alla politica e alla preservazione dell’ambiente in cui viviamo, con l’esecuzione (in coro con il pubblico) di “What the world needs now is love” di Burt Bacharach, e la conclusione con l’omaggio alla grandissima Judy Garland e la sua “The man that got away”. Un concerto fantastico a degna conclusione di una tre giorni di show densi di emozioni e indimenticabili per chi ha avuto la fortuna di esserci. (Francesco Arcudi)