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PUBLIC IMAGE LTD. "Live Rocca Malatestiana Cesena 29-07-18"
(2018)
Alla Rocca Malatestiana sono circa le 22:30 e i Public Image Ltd., puntualissimi, entrano in scena. John Lydon saluta calorosamente Cesena e il quartetto parte subito con grinta ed energia e pare già caldissimo. La scaletta, identica per tutte le date del 2018 finora, almeno a quanto riporta setlist.fm, è solida e spazia tra i vari decenni di attività della band, dal post-punk più sferzante e dalla new wave più sinistra dei primissimi anni ’80 alle ballate più pop di fine ’80 e alle ulteriori sperimentazioni dei decenni più recenti. “Warrior” e “Memories” scaldano l’atmosfera e coinvolgono gli spettatori, molti e carichi, anche se lo spazio della Rocca Malatestiana non è del tutto pieno. Lydon inizialmente sembra un po’ compassato – ma forse, poiché continuiamo a immaginarlo sempre saltante e magrissimo com’era a cavallo tra ‘70s e ‘80s, pare solo strano vederlo così in carne e serioso – e distratto, ma questa sensazione dura meno della metà della prima canzone. E così anche lui entra subito nella giusta atmosfera e nell’umore adatto e comincia a scattare, piegarsi, urlare con la sua voce ancora piena e forte. “The Body” incanta e produce un sing along notevole tra il pubblico; “The One” conduce il discorso a tempi recenti, essendo un brano del 2015, e dimostra quanto ancora i PiL, anche se a tratti, in maniera più discontinua e non sempre originalissima, riescano a produrre ancora splendidi brani; anche “Corporate” è qualcosa di indistinto tra marcia elettronica alienante e riff pop-rock scatenato, mentre “Death Disco” riporta tutto al capolavoro di Lydon & co., quel Metal Box del 1980 che ha segnato tante generazioni.
Segue “Cruel”, solida e scenografica, con luci spettacolari e un Lydon invasato, elettrico, che tra un brano e l’altro beve – a volte acqua, a volte un liquido che potrebbe sembrare whisky – e poi sputa; “I’m Not Satisfied” provoca un altro sing along da parte del pubblico, con una parte dei presenti che vorrebbe iniziare a pogare ma non ottiene successo. “Flowers of Romance” fa scattare ancora applausi a non finire: l’atmosfera elettronica fantascientifica trasporta in un universo parallelo e le luci aumentano questo effetto. “This Is Not a Love Song” è, anche questa, accolta benissimo dal pubblico, che canta e balla per uno dei brani più dance dei PiL, e “Rise” continua il momento più new wave del concerto, mentre il bis si apre con la seminale “Public Image”, il pezzo forse più punk del gruppo, nonché uno dei primissimi della loro carriera. Il concerto si conclude poi con l’alienante “Open Up”, lunghissima, e con la claustrofobica “Shoom”, un incubo a occhi aperti. I PiL non hanno deluso e, sebbene gli ultimi lavori in studio non sempre siano all’altezza, dal vivo la band dimostra di essere sul pezzo. Lydon e i tre compagni di viaggio si congedano e ringraziano un pubblico partecipativo, caloroso e carico.
(Samuele Conficoni)