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YO YO MUNDI "Live Piazza del Duomo Valenza AL 22-07-17"
(2017)
In occasione delle ricorrenze legate a S. Giacomo, l’amministrazione comunale di Valenza invita gli Yo Yo Mundi, pronti a fare ascoltare il recente “Evidenti tracce di felicità”, davanti ad un coraggioso pubblico, temerario nell’affrontare l’afa di luglio e, soprattutto, uno sciame di zanzare a dir poco impressionante.
Mentre finisce il ricordo di uno storico spettacolo tenuto, sempre nella città dell’oro, il primo maggio del 2008, Paolo Enrico Archetti Maestri, Andrea Cavalieri, Eugenio Merico, Chiara Giacobbe e, ospite di stasera, Alan Brunetta (marimba e percussioni) iniziano il concerto quando sono passate da poco dopo le 21.30.
Per aprire le danze, la band sceglie proprio la canzone che titola l’ultimo lavoro in studio, cui fa seguito “Un due tre stella”, il primo brano cantato in dialetto monferrino. A conclusione del pezzo, Archetti Maestri fa sorridere il pubblico dichiarando di avere appena preso parte ad uno street food a base di zanzare: “adesso ce n’è una in meno!!!”.
Un tuffo nel passato di “Andeira” anticipa quella che forse è l’esecuzione più bella dell’intera serata; con “La solitudine dell’ape” il gruppo propone un sound maturo, acustico e ballabile al tempo stesso, in cui i cinque musicisti sembrano trovare un equilibrio perfetto.
È doveroso segnalare come il suono degli Yo Yo Mundi si sia arricchito esponenzialmente con l’arrivo del violino di Chiara Giacobbe. I suoi interventi non sono mai di contorno alle trame musicali create dagli altri compagni di squadra, ma finiscono per essere il motore principale della melodia che esce dal palco.
È un concerto degli Yo Yo Mundi; non sorprendono, pertanto, gli interventi di Paolo Enrico Archetti Maestri tra un brano e l’altro. C’è lo spazio per ricordare le donne, l’accoglienza, le diversità nelle sue varie accezioni e nelle variegate emozioni, il tutto espresso, come a metà strada, tra una presentazione al pubblico ed una sorta di recita teatrale.
E nel mezzo? Nel mezzo (o sopra) c’è la musica. È una delle migliori la recente “Annusiamo le parole”, ma non passano inosservate “Di rose di fiume di confine” (dedicata al poeta Rapetti) ed ancora “Tutte le memorie scritte del mondo”. E poi, naturalmente, un accenno a “Guantanamera”, ma giusto un accenno, per ricordare quanto le passioni politiche della band di Acqui Terme vadano di pari passo con le note musicali.
“Na bèla corbà ed niule” riporta il valore delle tradizioni, mentre il “Palombaro”, “Reinna”, “Chiedilo alle nuvole” sono tre canzoni in cui gli Yo Yo sono al massimo. La chitarra di Maestri si plasma perfettamente al violino della Giacobbe, mentre la sessione ritmica è abile a non strabordare.
Il saluto è lasciato al “Il grande libro dell’ombra” (da “Munfrà”), tra applausi sinceri e zanzare residue.
Un riassunto della serata sta nelle parole pronunciate dal palco: “Se non c’è niente da ridere, non ha senso vivere”. D’accordissimo. Allora, è sempre meglio ridere.
(TESTO GIANMARIO MATTACHEO;
FOTO ADRIANA BELLATO)