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ZEN CIRCUS "Live Alcatraz Milano 07-12-16"
(2016)
Se c’è una cosa che si può notare riguardo l’ultimo biennio musicale italiano, al di là dei gusti e dei giudizi generali sulla qualità delle proposte, è l’allargamento del pubblico che ha riguardato anche una serie di realtà che non si sono rese protagoniste di virate in direzione pop commerciale. È un fenomeno che ha interessato anche gli Zen Circus, una band ormai navigata e attiva da oltre vent’anni, che ha quest’anno pubblicato il suo nono disco. C’erano tutti i presupposti perché il concerto del 7 Dicembre, a Milano, si svolgesse in un bel clima, data la concomitante festa di Sant’Ambrogio e l’inizio del ponte per l’Immacolata, in quella che è stata promossa come “Notte della Madonna” e, infatti, la risposta del pubblico meneghino è stata decisamente positiva, con un sold out sfiorato per poco. Gli Zen Circus si sono presentati sul palco puntuali, partendo forte con “La Terza Guerra Mondiale”, il pezzo che dà il titolo all’ultimo disco. Molto movimento nelle prime file, con tanta gente che cercava faticosamente di conquistare un posto privilegiato, ma il pogo partito praticamente subito, e proseguito anche sui pezzi che probabilmente non si prestavano a questo tipo di ballo, ha permesso a tutti di vivere il concerto nella maniera migliore. “Canzone Contro La Natura” è stato il primo dei tre brani in scaletta estratti dal precedente disco della band, a sorpresa poco rappresentato, a conferma del fatto che sia stato uno dei meno apprezzati nell’intera discografia dei toscani. La parentesi successiva del concerto ha visto una crescita del numero di persone coinvolte nel pogo, data anche la presenza di classici intramontabili come “Gente Di Merda”, “Vent’Anni” e “Andate Tutti Affanculo”, intervallati dalla dolcezza di “Non Voglio Ballare” e dal ritmo sostenuto di “Ilenia”. Nella fase successiva, invece, gli Zen hanno saltellato agilmente fra “Nati Per Subire” e “La Terza Guerra Mondiale”, proponendo, quindi, soltanto pezzi partoriti nell’ultimo lustro: l’accoglienza per “Pisa Merda”, “L’Amorale” e “I Qualunquisti” è stata decisamente positiva, e il filotto è stato interrotto solamente dal breve e violento “Vecchi Senza Esperienza”. Nel finale della prima parte del concerto, Appino e compagni hanno regalato qualche sorpresa come “Mexican Requiem” tratto dal primo disco, oltre a “Postumia”, “Vai Vai Vai!”, “Ragazzo Eroe” e le classiche “Figlio di Puttana” e “Canzone Di Natale”, dedicata come di consueto a Freak Antoni. Dopo il falso congedo, tra l’altro ironicamente annunciato dalla band, sono state stipate “Nati Per Subire”, “L’Egoista” e “Viva”, oltre ad “Andrà Tutto Bene”: una sorta di auspicio, un finale diverso da quelli che siamo abituati ad ascoltare durante i concerti. Gli Zen Circus confermano il loro buonissimo stato di salute e di essere, anche dal vivo, una band molto valida capace di coniugare talento naturale ed esperienza accumulata in vent’anni di attività. (Piergiuseppe Lippolis)