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SELTON + TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI   "Live Area Feste Cassano Magnago VA 21-07-2016"
   (2016)

È tornato nell’Area Feste di Cassano Magnago (VA) il Wodoo Festival, giunto quest’anno alla sua terza edizione. Tra Street Food Parade e Silent Disco in tarda serata, ovviamente, tanto spazio alla musica: Selton, Tre Allegri Ragazzi Morti, Gazebo Penguins e Asian Dub Foundation sono solo alcuni degli ospiti, mentre è annunciato, nell’ultimo giorno, il bagno di folla per la rivelazione Calcutta. Siamo stati a Cassano Magnago per il secondo giorno del Festival che ha visto protagonisti proprio gli italo-brasiliani Selton e la band capitanata da Davide Toffolo. Prima delle due esibizioni sul Bigfoot Stage (il palco principale), il piccolo Wood Stage è stato teatro dei concerti dei Pagliaccio e di Verano con la sua band, iniziati nel tardo pomeriggio e consumatisi purtroppo di fronte a un pubblico ristretto. Gradevoli, comunque, entrambi i live, in particolare il secondo: Verano ha confermato tutto il suo talento presentando dal vivo alcuni pezzi del suo primo disco, in un’esibizione culminata con “Il Cielo su Milano” e la cover di “I Wanna Be Adored” degli Stone Roses. Più massiccia la partecipazione per il concerto dei Selton, pochi giorni dopo aver calcato il palco principale del Magnolia di Milano da headliner nell’ambito del Fresh Touch Festival. Sempre coinvolgenti, i Milanesi d’adozione hanno proposto una scaletta infarcita di pezzi estratti da “Loreto Paradiso”. Ottima la risposta dei presenti non solo sui pezzi più popolari come “Piccola Sbronza” e “Io Voglio Cambiare” (con Daniel alla voce): anche le nuovissime “Loreto Paradiso”, “Buoni Propositi” e “Qualcuno Mi Ascolta” sono state ampiamente apprezzate, prima di una chiosa affidata alla cover di “All Night Long” di Lionel Richie e “Voglia di Infinito”, cantata anche fra il pubblico a concerto finito. Davide Toffolo e compagni si sono presentati sul palco puntuali, recitando la classica formula introduttiva dei concerti, celati dietro le solite maschere, per proporre una scaletta corposissima condensata in quasi due ore di live tutto da cantare e da ballare. Un po’ diviso è parso il pubblico, fra chi era lì per “Nel Giardino Dei Fantasmi” e “Inumani” e chi per la prima parte della discografia, quella caratterizzata da un suono più punk/rock. È però doveroso chiarire subito che i TARM non hanno davvero scontentato nessuno: un po’ perché si sono mossi agilmente fra un disco e un altro, un po’ perché oggettivamente si parla di una delle migliori live band italiane. Dopo l’attacco con “Come Mi Guardi Tu”, Toffolo ha iniziato il suo spettacolo, ballando e coinvolgendo il pubblico. “Il Principe In Bicicletta” è stato anticipato da una dedica alle ragazze che hanno lavorato come cameriere, “Persi Nel Telefono” da una battuta sull’abuso degli smartphone. Svelare il segreto della cumbia era il loro obiettivo e lo hanno fatto con “In Questa Grande Città”, nel cui finale Toffolo ha persino “suonato” sfregando le mani. L’ingresso nella fase reggae è stato segnato da “Puoi Dirlo a Tutti” e “La Faccia della Luna”: la coda, nella prima, è stata totalmente affidata all’ottima Monique Honeybird, a cui poi è stato dedicato un caloroso applauso. Ma i Tre Allegri Ragazzi Morti sono legati agli Smiths e, così, dopo il classico “Occhi Bassi”, è arrivata una versione di “Ask” molto particolare: Monique ha cantato il testo originale in inglese, Toffolo il finale di “Dimmi”, la versione dei TARM. Ancora tre classici e “Libera” prima del falso congedo: “Voglio” e “Mio Fratellino Ha Scoperto Il Rock’n’Roll” (cover degli Art Brut) hanno scatenato il pogo, mentre sulle note de “Il Mondo Prima” un unico coro si levava sovrastando quasi la voce di Toffolo. Al rientro, il frontman ha scherzato per qualche minuto col pubblico, prima di annunciare altri pezzi. “Honey In The Fridge” di Monique Honeybird & The Birdies, poi “La Mia Vita Senza Te” con gli ottimi Selton, che hanno aggiunto un inserto cantato in portoghese. “Alle Anime Perse” e “Di Che Cosa Parla Veramente Una Canzone” hanno condotto a “La Tatuata Bella”, impreziosita dall’ukulele di Monique (di solito è cantata a cappella). Toffolo salutava a suon di “bacini rock’n’roll”, ma c’era ancora tempo per due pezzi: il tempo di imbracciare di nuovo lo strumento di competenza e partire con “Ogni Adolescenza”. A chiudere realmente il live è stato uno dei pezzi più belli di tutta la discografia, quella “Mai Come Voi” la cui prima versione chiudeva “Mondo Naif”, prima opera discografica della band di Pordenone. Età e capelli persi a parte, Toffolo si conferma un uomo dalla grandissima attitudine al live, così come tutta la band, ma una nota di merito va anche a Monique Honeybird, autrice di una prestazione di spessore: è stato un live intenso e godibile dall’inizio alla conclusione, dal punk degli esordi e il rock della maturità fino al reggae e ai suoni pop ed etnici degli ultimi tempi. (Piergiuseppe Lippolis)