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IOSONOUNCANE "Live Parco del Cavaticcio Bologna 17-06-2016"
(2016)
Dopo il tour prolungato dello scorso inverno, che lo aveva visto sul palco del Locomotiv in dicembre, tour in cui proponeva tutte le canzoni in veste acustica, Iosonouncane ritorna a Bologna accompagnato da un gruppo di quattro elementi: imbraccia la chitarra elettrica e lascia poco spazio a quella acustica, effettua un lavoro stratosferico sulla sua voce e sugli strumenti elettronici per l’intero concerto, si ritaglia uno spazio nell’angolo destro del palco e la sua performance è una delle più energiche a cui abbia assistito – in assoluto – quest’anno. In particolare i brani di ''DIE'' – meravigliosi in qualsiasi forma si presentino – splendono per la ricercatezza con la quale è trattato ogni singolo arrangiamento o effetto. Incani cerca di dare una seconda vita al disco mantenendo le atmosfere cupe, sognanti e distorte di ''Tanca'' e ''Buio'' e riproponendo in maniera fedele gli strepitosi cori che caratterizzano ''Stormi'', il brano più atteso dal pubblico. Anche ''Summer on a Spiaggia Affollata'' mantiene le vibrazioni che possiede nell’album ''La Macarena su Roma'', ed è il momento in cui gli spettatori si scatenano maggiormente. Anche lo stesso ''La Macarena su Roma'' – il lunghissimo brano che dà il titolo al disco d’esordio di Incani – splende dal primo all’ultimo secondo. Un monologo di Incani fa da assolo all’intermezzo strumentale al centro della canzone; il pubblico non si distrae per un solo istante, conscio di assistere al concerto di un cantautore che è ormai già un cult nella scena – non solo indipendente – italiana. Incani è un maestro di sintetizzatori e di elettronica, e tutto il lavoro “oscuro” che compare su ''DIE'' viene magistralmente riprodotto in concerto. Il trattamento ritmico (batteria, cembalo, altre percussioni) è, secondo me, la più grande conquista della band: il pulsare della terra, l’ondeggiare infinito (e indefinito) del mare, la potenza vitale e pericolosa del sole – ogni cosa ha il suo ritmo ben scandito su ''DIE''. La bravura di Incani con l’apparato tecnologico e la qualità dei membri del gruppo hanno fatto sì che le canzoni dell’album non perdessero per un solo istante questo senso di battito continuo e incessante. È con ''Il Corpo del Reato'' che Incani imbraccia la chitarra acustica per la prima volta nella serata. La esegue da solo e dopo averla terminata richiama sul palco la band per l’esecuzione di ''Stormi''. ''Mandria'' si chiude con un lungo finale strumentale in cui tutte le sonorità esplorate durante il live e su ''DIE'' si condensano in un crescendo emozionante e coinvolgente. È trascorso più di un anno dalla pubblicazione di ''DIE'', il disco italiano più importante del 2015 – il sottoscritto lo ha inserito tra i primi dieci nella sua personale lista dei 20 migliori dischi dell’anno passato; sempre per il sottoscritto è il disco italiano migliore del quinquennio, seguito da ''Wow'' dei Verdena – e un album che si sottrae a ogni possibile paragone o etichettatura. La sensazione è che, indipendentemente dagli arrangiamenti e dalla forma che l’autore decide di volta in volta di dare ai brani dal vivo, questi non perdano in nessuna misura la loro carica emozionale, poetica e sensuale. Perché ''DIE'' è permeato di impulsi che, instabili e camaleontici, prendono vita con forza ancora maggiore sul palco. La presenza di alcune perle tratte da ''La Macarena su Roma'' impreziosisce ancora di più lo spettacolo, e dimostra come Incani sia finora l’artista più originale e forse di respiro più internazionale dell’intero decennio in Italia. (Samuele Conficoni)