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FRANCO BATTIATO "Live Museo per la Memoria Bologna 27-06-2015"
(2015)
E poi ci sono concerti come questi. Bologna, un sabato sera di inizio estate, calura, e l'occasione del 35nnale della strage di Ustica. Per cui museo aperto (museo di cui ben pochi, chissà perché, conoscono l'esistenza) e ospite, in un concerto gratuito, Franco Battiato. Buone intenzioni, pessimi risultati, purtroppo: il non dover versare obolo porta tutti i cittadini non trasbordati sulle spiagge in un parco che è poco più grande di un giardino condominiale, per cui ecco cinquemila persone che devono autosoppalcarsi per riuscire ad entrare. E tanta gente che, forse, oltre a "Cuccuruccuccu" non conosce altro, di Francuzzo. Che peraltro non indovina la serata, con un incipit di concerto che è troppo acustico e intimista per una location aperta e, a quanto pare, non proprio attenta a gustarsi "Le sacre sinfonie del tempo" o, come esordio assoluto, una "Ombra della luce" funestata da blackout delle casse e voce del Nostro ancora da aggiustarsi. Battiato scherza sui recenti acciacchi ortopedici, mantiene una scaletta che resta su cose non del tutto esplosive ("L'incantesimo", "La canzone dei vecchi amanti") e che non riescono a coinvolgere la platea. Platea che, a sua volta, ad un certo punto è normale si preoccupi di più di fulmini che si avvicinano piano piano, diventando poi pioggia. "Piove? La pioggia è niente", vaticina il Maestro, e infatti ha ragione. Proprio durante "Fornicazione", la pioggia diventa monsone: il quartetto d'archi dietro di lui fugge disperato, e anche Battiato, dopo pochi versi, è costretto a sussurrare "non si può andare avanti" prima che si scateni il pandemonio. Palco ricoperto al volo, Battiato stesso portato via di corsa, e i cinquemila che iniziano a nuotare, tra il vento e la grandine, verso l'unica uscita del parco. Un po' di paura, gente che si lancia dai muri per evitare l'imbuto e il rischio di un effetto Heysel, prima di riuscire finalmente ad approdare per strada e continuare il proprio nuotare - perché l'acqua arriva davvero fino alle ginocchia - verso le proprie auto, rimpiangendo l'aver lasciato il canotto a casa. Per Battiato questo ed altro, si dirà, ma al di là delle pecche del meteo, di cui nessuno ha colpa, organizzare un evento del genere in una specie di orto non è stata, ecco, l'idea del secolo. (Enrico Faggiano)