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   (2024)

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recensioni concerti

THE STOOGES   "Live Parco della Pellerina Torino 10-07-2004 "
   (2004)

È un momento particolare quello delle ore 21.00 al parco della Pellerina di Torino, perché, all’interno della manifestazione “Traffic Torino Festival”, si esibiscono i riformati Stooges. C’è moltissima attesa per l’evento. Curiosità, senza dubbio, ma soprattutto attesa e molte le aspettative. Non si tratta, invero, di quel lecito interesse che accompagna un concerto di gruppi storici. Gli Stooges, infatti, non hanno avuto vita lunghissima (anzi) e non hanno goduto in passato delle ovazioni che la loro musica avrebbe giustamente meritato. Con due album (“The stooges” e “Fun house”) hanno cambiato una porzione non indifferente della musica. Hanno prodotto un sound marcio, sporco, diretto, volgare, anarchico. Insomma hanno creato il punk prima che il movimento sorgesse a Londra alla fine degli anni ’70. Ecco, l’interesse per l’evento è soprattutto per questo. Per ascoltare (ed osservare) Iggy Pop ed i fratelli Asheton accingere dal magico repertorio Stooges. Invero, tra il pubblico (soprattutto i più giovani) è diffuso quello che si sarebbe rivelato un evidente errore. “Che spettacolo, arriva Iggy Pop”... “Che bello, sentiremo cantare 'The passenger' e 'The idiot'”. Niente di più sbagliato! Sul Palco della Pellerina Iggy Pop non ci sarebbe mai salito. Si sarebbero, invece, ritrovati gli Stooges e non avrebbero concesso nulla che non fosse nel loro repertorio. A riprova di quanto detto sopra, il leader si sarebbe ritrovato in più occasioni durante lo show a gridare al microfono “Stooges, Stooges, Stooges”, quasi a ribadire con determinazione l’obiettivo della serata e, più in generale, della reunion. Prima degli headliners, si esibiscono i Dirty Americans in un live show che produce (senza infamia) un discreto sound southern & hard. Arriva, finalmente il momento degli Stooges. È immediatamente ovazione per “I wanna be your dog” ed il pubblico torinese celebra questi vecchi ribelli rock con fracasso assordante. Per contro, la reazione di Iggy Pop (o Iggy Stooge, come veniva indicato nel primo album della band) non è da meno. Quando la chitarra di Ron Asheton si libera nel conosciutissimo riff di “The stooges”, l’Iguana mondiale, vestito di soli jeans sdruciti e con gli addominali in vista, si esibisce in un lungo prolungato rapporto sessuale con l’amplificatore (quello più grosso, per la cronaca). Beh! Come inizio niente male. I presenti (forse 50.000?) non attendono altro. Da quel momento, rotto senza troppi indugi il ghiaccio, il feeling tra il cantante ed i suoi fans si fa sempre più intenso, fino a quando parte di essi vengono invitati sul palco da Iggy Pop, durante l’esibizione di “Real cool time” e “No Fun”. È bolgia dentro e fuori dal palco. I più scalmanati, saliti sul palco, accarezzano il frontman mentre canta; Ron Asheton, accerchiato da altri giovani supporter, continua imperterrito ad offendere la sua chitarra elettrica come se niente stesse succedendo. Non si capisce più praticamente nulla e non si riesce a scorgere più granché di quanto scatenato on stage. Eppure. Eppure la musica si sente ancora; ed ogni nota è proprio ancora là dove l’avevano lasciata sul finire degli anni sessanta. Ancora ribellione e voglia di gridare il disappunto. Ma non uno spettacolo autocelebrativo o, peggio ancora, pateticamente nostalgico. Forse qualche performance da clichè qua e là, ma per fortuna assistiamo ad un live grezzo e all’altezza delle aspettative, scevro delle esagerazioni che resero famoso un supertossico Iggy del passato. Si susseguono, così, i grandi classici della band: dalla già citata “I wanna be your dog”, “T.V. Eye”, “Dirt”, “Funhouse”, “1969”, “Dead Rockstar” e, per concludere, ancora il bis di “I wanna be your dog”. Così finisce il concerto che, seppur non molto lungo, ha tenuto un’intensità non facilmente eguagliabile. Rammarico? Si, in effetti, si. Avremmo preferito una conclusione con “We will fall”; una delle perle più alte del decadentismo Stooges... a voler essere proprio pignoli, però. (Silvia Campese & Gianmario Mattacheo)