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BODY HEAD "Live Spazio 211 Torino 24-10-2013 "
(2013)
Ma chi sono i Body Head? E, soprattutto, perché andare a vederli dal vivo? Molto semplicemente, possiamo dire che sono un duo chitarristico che sta promuovendo “Coming apart”, primo lavoro ufficiale del gruppo. A questa premessa, aiuterebbe molto di più sapere che la parte femminile del duo si chiama Kim Gordon, storica voce e basso dei Sonic Youth. Svelato l’arcano, confermiamo ancora una volta la bontà del locale torinese circa la qualità dei nomi offerti in cartellone (e permettetemi la divagazione se aggiungo che nel futuro prossimo suoneranno sullo stesso palco Lydia Lunch ed i Loop!). Qualità, sapore underground e sempre tanta voglia di musica. La presenza imponente della Gordon non è nascosta dai manifesti che pubblicizzano il concerto, quando si legge chiaramente che i Body Head vedono in formazione la riot grrrl per eccellenza del rock mondiale. Un modo ovvio, insomma, per richiamare un po’ di persone che si erano affezionate al suono dei Sonic Youth. Ai piedi della Mole (era ancora lo Spazio 211), la Gordon ci suonò già nell’estate del 2007, quando con i sonici portava in tour la riproposizione integrale di “Daydream Nation”, storico lavoro di Moore e compagni. Da allora, sono passati un po’ di anni e alcune importanti vicende personali, non ultima la separazione dal marito e compagno d’avventura Thurston Moore. Ecco, dunque, che congelata (per ovvie ragioni) la sigla Sonic Youth, si aprono le porte per lavori alternativi e progetti sperimentali. Quello dei Body Head deve essere inquadrato proprio in quest’ottica. Alle 22.30 circa, il duo fa l’ingresso sul palco davanti ad un pubblico non numeroso, ma sicuramente interessato. Senza neppure una parola di saluto, Kim Gordon e Bill Nace iniziano a sfoggiare le proprie visionarie sperimentazioni chitarristiche. Feedback continui a cui si aggiunge un costante cantato della Gordon, rappresentano il concerto di stasera. La voce di Kim Gordon è sempre sporca al punto giusto e, volutamente, fredda e distaccata; non ha picchi melodici, non ci sono compromessi a qualsivoglia regola musicale convenzionale. Le canzoni di “Coming Apart” sono riproposte nella loro interezza (le nove tracce che compongono il lavoro, suddivise in quattro lati del vinile). Diventa difficile scegliere una brano sull’altro. Per apprezzare il concerto (e, più in generale, il lavoro stesso) è utile abbandonarsi alla svogliata voce della Gordon ed ai dolci rumori che provengono dal palco: chi cerca armonia e musicalità ha proprio sbagliato sede! La Gordon è il centro dell’attenzione. Senza strafare, e risparmiando le fatiche, si fa apprezzare secondo le sue doti migliori. Bill Nace, per contro, è sempre attento a non perdersi troppo nelle divagazioni sonore, lasciando alla Gordon il potere di dirigere le canzoni e le distorsioni del caso. Dopo neppure cinquanta minuti di spettacolo, i Body Head lasciano il palco. Il commiato è lasciato ad un frettoloso saluto di Kim Gordon, certamente più formale che sentito. A poco servono gli applausi (molti di pura cortesia) per richiamare il gruppo on stage. Hanno timbrato il cartellino. Lo spettacolo è finito. (testo Gianmario Mattacheo; foto Gianmario Mattacheo e Nicola De Brita)