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recensioni concerti

ITALIA LOVES EMILIA   "Live Campovolo Reggio Emilia 22-09-2012"
   (2012)

Spettacolare. Emozionante. Commovente. Indimenticabile. Questi e molti di più gli aggettivi che si possono utilizzare per descrivere la notte magica che il 22 settembre 2012 ha regalato al popolo dell'Emilia ferita dal terremoto una serata unica e memorabile. 13 big della musica italiana insieme, per la prima volta, si sono riuniti al Campovolo di Reggio Emilia per dare vita ad Italia loves Emilia, il grande concerto benefico a favore delle popolazioni terremotate dell'Emilia Romagna. L'inizio è puntuale. L'attesa si rompe alle 20.02 minuti quando appare sul palco l'organizzatore della serata Claudio Maioli che con un breve discorso introduce lo spettacolo che sta per avere inizio. Si parte. E' Zucchero "Sugar" Fornaciari che, sulle note di ''Un soffio caldo'' accoglie e dà ufficialmente il benvenuto alle oltre centocinquantamila persone accorse da tutte le parti d'Italia per un evento destinato a rimanere nella storia della musica. Una partenza soft che si trasforma subito in grinta ed energia: il pubblico caldo si scatena al ritmo di ''Baila (sexy thing)'' e sul palco, al fianco di Zucchero un "amico dell'Emilia anche lui": il chitarrista britannico Jeff Beck. Lo spettacolo prende vita e sulle note di ''Madre dolcissima'' il pubblico assapora la prima delle innumerevoli esibizioni corali della serata. Arrivano sul palco Fiorella Mannoia ed Elisa che scatenano l'urlo della folla e che, assieme a Zucchero e alla chitarra di Jeff Beck, creano un quadretto musicale sublime. L'esibizione del cantante reggiano si conclude sulle note di ''Chocabeck'', immancabile inno ai ricordi dell'infanzia trascorsa nella località reggiana di Roncocesi, luogo di nascita di Zucchero Fornaciari. Il concerto è già spettacolo. Le esibizioni si rincorrono veloci e sono gli artisti stessi a presentare i colleghi che li seguiranno sul palco. E' il momento dei Nomadi, altro gruppo storico nato in Emilia: per la precisione a Novellara, paese di origine dello storico leader del gruppo Augusto Daolio. Trecentomila mani si alzano a tempo di ''Io voglio vivere'' e tutti saltano e ballano a ritmo di percussioni e violino. Le emozioni esplodono quando il gruppo capitanato da Beppe Carletti intona l'indimenticabile ''Io vagabondo''. Tutti la cantano, le mani si muovono in alto a tempo e si chiudono in un applauso quando sul palco arriva Claudio Baglioni per duettare con Cristiano Turato, nuova giovane voce dei Nomadi. Sul palco è il momento di Giorgia. La prima donna della serata si presenta come sempre in una forma strepitosa e spiritosa: addosso un abitino stretto, corto ed elegante e ai piedi comode scarpe da ginnastica per saltellare di qua e di là sul palco al ritmo di ''Il mio giorno migliore''. La performance della cantante romana prosegue sulle note più dolci del grande successo ''Di sole e d'azzurro'' ed esplode letteralmente sull'ultimo singolo ''Tu mi porti su''. Campovolo partecipa unito e compatto e le mani battono forte a tempo di musica. In scena entra uno scatenato e saltellante Jovanotti che manda letteralmente in visibilio la folla che si lancia in una danza felice e liberatoria. Lorenzo e Giorgia sono i veri mattatori del palco dove saltano, corrono, cantano, si abbracciano. Giorgia annuncia il prossimo cantante; basta dire il suo nome e la folla si trasforma in un unico grido: è il momento di Tiziano Ferro. Il più giovane artista della serata apre il suo show con ''La differenza tra me e te'', poi è il momento di ''Indietro'' e gran finale a sorpresa con ''Sere nere''. Campovolo dà il meglio di sé: centocinquantamila voci cantano a squarciagola il grande successo di Tiziano Ferro e lo spettacolo per un momento non è sopra ma sotto al palco. L'emozione negli occhi degli artisti è qualcosa di mai visto: "nessuno degli artisti presenti qui questa sera ha mai visto un pubblico così ed è solo a voi stessi che dovete dire grazie" queste le parole con cui Tiziano Ferro si congeda presentando sul palco Fiorella Mannoia. La seconda donna della serata esordisce con ''Io non ho paura'' e l'effetto stupore dinanzi a così tanti volti sotto al palco colpisce anche lei. "Quando pensavi di aver visto tutto nella vita, in realtà non hai visto niente!" esordisce la Mannoia letteralmente commossa da quel pubblico mai incontrato prima. Il pianoforte intona una versione delicata del capolavoro scritto da Enrico Ruggeri, ''Quello che le donne non dicono'' e il pubblico consacra con il suo applauso anche questa ennesima emozione. Il ritmo si accende e Fiorella Mannoia si fa trascinare lanciandosi in ancheggiamenti sensuali ed è la volta di un altro coinvolgente duetto. Sul palco ritorna l'inesauribile carica di Lorenzo "Jovanotti" Cherubini che assieme alla Mannoia improvvisa una versione "emiliana" di ''Clandestino'', brano preso in prestito da Manu Chao e rivisitato per l'occasione. La carica e il ritmo lasciano il posto al ricordo e tutto Campovolo si stringe attorno a Lucio Dalla, cantato da Fiorella Mannoia e Giuliano Sangiorgi, leader dei Negramaro, in una spettacolare versione di ''Anna e Marco''. Le due voci degli artisti sul palco si fondono perfettamente dando vita ad un tributo singolare, emozionante ed emozionato al cantante bolognese scomparso, un altro fenomeno emiliano. L'applauso finale è forte, lungo e commosso. Fiorella Mannoia lascia il testimone ad uno dei mostri sacri della musica italiana: è il momento di Renato Zero. Eclettico e sorprendente in puro stile Zero, apre la sua performance con ''Cercami'' alla quale segue ''Resisti'' e dulcis in fundo, un altro sempre verde della musica: ''I migliori anni della nostra vita''. Centocinquantamila voci intonano insieme la stessa indimenticabile melodia. E' un altro momento da brividi ed emozioni forti. La musica cambia, i suoni si fanno più rockeggianti e le chitarre elettriche prendono il posto dei violini. Sono le 22, sul palco arrivano i Negramaro: la folla esplode. ''Mentre tutto scorre'' è il primo brano intonato dalla disarmante potenza vocale di Giuliano Sangiorgi che raggiunge prepotente l'intero Campovolo. Ancora rock ed energia travolgente sulle note di ''Nuvole e lenzuola''. A due ore esatte dall'inizio del concerto è il momento di un'altra performance a più voci: questa volta sono Jovanotti ed Elisa ad accompagnare i Negramaro nella loro ''Via le mani dagli occhi''. Anche in questo caso il successo è assicurato. Mani che battono, voci che cantano e corpi che ballano stregati dal ritmo che batte nelle casse. I Negramaro cedono il passo alla terza artista femminile di Italia loves Emilia: Elisa. Il pubblico canta con lei ''Ti vorrei sollevare'' per poi fare un salto all'indietro al tempo di ''Labirinth''. Sul palco si crea un'atmosfera suggestiva tra cornamuse venute dal Nord e i cori dei "Numeri Primi" e del "Piccolo Coro Arte" che intonano una nuova e inconsueta versione dei grandi successi di Elisa. L'esibizione della cantante friulana si chiude sulle note di ''Gli ostacoli del cuore'' dove sul finale compare tra le grida dei presenti il padrone di casa: l'attesissimo e visibilmente emozionato Luciano Ligabue. Dopo Elisa è il momento di Claudio Baglioni che regala al Campovolo tre dei suoi più grandi successi di sempre. ''Strada facendo'' e ''La vita è adesso'' sono i primi due brani che il pubblico canta emozionato assieme al cantante romano. Il palco si trasforma e l'atmosfera si accende: Giuliano Sangiorgi torna sul palco per cantare una versione molto rock di ''Via'' insieme a Baglioni. La serata scorre veloce e le emozioni forti fanno perdere di vista il tempo che scorre inesorabile verso la parte finale del concertone per l'Emilia. Sul palco arrivano i Litfiba che regalano agli oltre centocinquantamila presenti uno spettacolo entusiasmante, adrenalinico e denso di rock. Si parte con ''Barcollo'', poi ''Gioconda'' e infine ''Tex''. Sul palco l'energia e la musica hanno preso forma: i virtuosismi della chitarra di Ghigo Renzulli, leader dei Litfiba, si uniscono in un gioco di suoni con lo strumento di Federico Poggipollini, storico chitarrista di Ligabue. Uno dei momenti più magici della serata si compie quando sul palco, Litfiba, Ligabue e Jovanotti regalano al pubblico una versione "allargata" di ''Il mio nome è mai più'', alla quale partecipano anche Fiorella Mannoia e Claudio Baglioni. Campovolo applaude commosso, emozionato, grato per lo straordinario spettacolo che si sta compiendo. I Litfiba cedono il testimone all'artista successivo: sul palco è il turno di Biagio Antonacci che grazie alle note pizzicate della sua ''Non vivo più senza te'' fa esplodere la voglia di ballare. Il ritmo cede spazio alla melodia e solo con la sua chitarra e un violino, Biagio intona una versione acustica e toccante di ''Se è vero che ci sei''. Sulle parole "è tempo di ricostruire" Biagio Antonacci si scatena in una versione travolgente di ''Liberatemi'': ad un tratto la musica si abbassa fino a ridursi ad un sottofondo e arriva sul palco Elisa, una giovane ragazza di Mirandola che racconta con voce rotta dall'emozione cosa ha significato per lei il terremoto. In rispettoso silenzio oltre trecentomila mani si uniscono in un applauso forte ma silenziosamente commosso. Sono le 23.40 quando Biagio Antonacci presenta Lorenzo Jovanotti e al Campovolo tutte le mani si alzano. ''La notte dei desideri'' è il brano prescelto per aprire il suo show. Sotto il palco si scatena un fermento unico che alle note di ''Il più grande spettacolo dopo il Big Bang'' esplode in tutta la sua voglia di ballare. Jovanotti è una molla impazzita, un serbatoio inesauribile di carica ed entusiasmo che sfocia in una divertentissima versione reggae del brano ''Amico'' di Renato Zero, che ritorna sul palco sulle note del suo successo. Un duetto straordinario quanto inusuale ma il risultato è da standing ovation. E' ora. Scocca la mezzanotte e Jovanotti pronuncia al Campovolo la parola magica: Ligabue. Il rocker emiliano viene accolto dalla sua Reggio Emilia con un boato spaventoso. Lo show del padrone di casa ha inizio: si parte con ''Marlon Brando è sempre lui''. Gli occhi del Liga sembrano parlare: l'emozione che provano davanti a quel pubblico non si può spiegare a parole. Meglio cantare e suonare. E' il momento di un duetto tutto reggiano: Luciano Ligabue e Zucchero cantano insieme ''Non è tempo per noi''. Il Liga conclude la sua performance con una canzone che è anche un messaggio di speranza per la sua Emilia terremotata: ''Il meglio deve ancora venire''. Per il grande finale di Italia loves Emilia Biagio Antonacci, Claudio Baglioni, Elisa, Tiziano Ferro, Giorgia, Jovanotti, Ligabue, Litfiba, Fiorella Mannoia, Negramaro, Nomadi, Renato Zero e Zucchero hanno deciso di fare un ultimo omaggio alla terra emiliana. In un abbraccio collettivo i 13 artisti hanno salutato Campovolo intonando ''A muso duro'', il capolavoro musicale di Pierangelo Bertoli, altro celebre artista nato da quella fantastica terra che è l'Emilia, e oltretutto eseguito assieme al figlio di Pierangelo, Alberto Bertoli. C'è una frase scritta sulla copertina del DVD del concerto al Campovolo di Luciano Ligabue. "A volte le magie succedono". E' vero: sabato 22 settembre 2012 al Campovolo di Reggio Emilia, la magia è avvenuta. (Elisa Tirabassi)