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   (2024)


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   (2024)

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FRANCO BATTIATO   "Live Piazza Garibaldi Cervia Ravenna 30-07-11"
   (2011)

Eppure ci sarebbe di che credere di aver sbagliato piazza. Perché c'è uno striscione che inneggia a Pier ''Amici'' Carone, ed è proprio il ragazzotto uscito dalla TV che strimpella una chitarra di fronte a gente distratta che, probabilmente, come apertura del concerto avrebbe preferito uno Juri Camisasca o altre cose più adatte all'andazzo. Sibilla, magari, ecco. E allora serve aspettare per vedere Franco Battiato uscire dalla caserma di polizia usata come camerini per lui e per il suo gruppo (!!!) prima di capire che, sì, non ci si è sbagliati. Curioso, vedere in tour qualcuno che negli ultimi anni è sembrato lontano anni luce dal concetto di musica pop, così preso da altre cose che nulla hanno a che fare con il classico repertorio che lo ha fatto conoscere. Nessun album nuovo in giro, solo la voglia di fare un bel punto della situazione e regalare alla gente due ore di vero e proprio excursus su tutto quello che è stato il mondo di Battiato dal giorno in cui, aggrappatosi al microfono dopo anni di strumentalità e stranezze, la gente ha cominciato a capire che proprio di un pisquano non si trattava. Il concerto - dove Francuzzo sbaglia anche qualche parola, come ne "Il ballo del potere" - cerca di essere quindi un mix tra le varie versioni del ragazzotto nostro, con il quartetto d'archi a giocar di sponda con le tastierone e le schitarrate, con il panchetto ove sedersi a far da coppia con le battute e con movimenti da giovine. Unire tutte le nature di Battiato non è facile, il rischio è di sembrare un po' dozzinale, e dopo l'inizio quasi a volersi studiare (il primo vero applauso appare quando, nel passaggio di "Inneres auge", si esplicita la critica a certo potentato odierno) e con il passaggio intimistico centrale, alla fine ci si trova tutti felici e contenti a pogare il listone delle hits che hanno reso Battiato, musicalmente parlando, quasi immortale. Certo, qualcosa manca - "Bandiera bianca", dove sei? - e forse qualcosa in omaggio ai tempi un po' più oscuri sarebbe servito: i non affiliati al 100% si interrogano, quando Francuzzo intona "Magic shop" e pochi, quasi con le lacrime agli occhi, ne riportano fedelmente il testo. "C'è chi parte con un raga della sera e finisce per cantare la Paloma", recita la canzone, e Battiato subito ricorda "la scrissi due anni prima di cantarla veramente, la Paloma", e basta questo per essere felici. Si paga il tributo inevitabile alla "Cura", ricordando come "in un programma televisivo la conduttrice parlava di questa canzone come quella in cui vagavo per i campi da tennis", invece che nel Tennessee, e si chiude, tutti soddisfatti. I meno inseriti così come chi potrebbe recitare "Pollution" a memoria - a proposito, ma nemmeno un accenno dei tempi sperimentali? - e la convinzione che, tutto sommato, le cose vanno bene comunque malgrado "Povera patria" rimanga, venti anni dopo, attuale e nemmeno poco. Solo la curiosità dell'errore di stampa sulla maglietta celebrativa del tour (possibile che nessuno si sia accorto di aver scritto Viareggo?), e alla prossima. Non avendo dischi da promuovere, questo tour è un vero e proprio omaggio alla carriera. (Enrico Faggiano)