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FOO FIGHTERS + IGGY POP & THE STOOGES   "Live Rock in IdRho Rho 15-06-2011 "
   (2011)

Considerando la penuria, qualitativamente parlando, di buona musica del festival "birroso" in laguna, e l'esosa richiesta di 85 € e più (ok che c'è sia la qualità che tanta quantità, ma chi si può permettere un cotale biglietto per un giorno, di questi tempi?), del festival "sonisferico" nell'autodromo dove anni fa ci lasciarono un giovane pilota e una leggenda dell'automobilismo, i rocker italiani devono ripiegare sull'ormai affermato Rock in IdRho, alla quarta edizione. Giunti numerosi, si parla di circa 30 mila tagliandi venduti, i rocker nostrani, e non, hanno dovuto combattere contro la sete, un sole cocente che gli drenava i liquidi battendo su una distesa di asfalto, ma comunque partecipi sin dalle prime esibizioni pomeridiane. Hanno aperto le danze gli Outback, giovane formazione umbra, al suo esordio sui grandi palchi, all'alba delle 15:30, quando la gente stava ancora entrando. Mezz'ora più tardi, è stato il turno dei Ministri. Poco meno di 40 minuti, per i tre ragazzi "più uno" (F Punto non me ne voglia, ma quand'è che verrà considerato DA TUTTI un membro effettivo?), che a Milano giocano in casa. Accolti bene dal pubblico, hanno messo sul palco un set veramente tirato, con le hits più di grido e DA gridare: iniziando con "Il sole", canzone che ormai apre da tempo i loro concerti, sotto un astro cha fa bollire il sangue nelle vene dei presenti, pestando come un fabbro. Seguono "I nostri uomini ti vedono", "Mangio la terra" ed una "Noi fuori", come al solito, gridata oltre i limiti vocali dal cantante Davide Autelitano. La hit "Tempi bui" fa esplodere la platea, seguita da "Diritto al tetto" dedicata a... Gigi D'Alessio, chiudendo con la classica "Abituarsi alla fine". Concerto breve, ma coinvolgente e provante, grazie alla scaletta veramente tirata, e al caldo massacrante. Poco prima delle 17:00 salgono sul palco i Flogging Molly, band irlandese che, con il loro rock-punk-folk gaelico sono riusciti a far ballare, saltare e pogare la platea, nonostante il già nominato caldo, che ha tenuto compagnia fino al tramonto. A seguire i Band of Horses, band di Seattle, che ha intrattenuto con il loro sound, per un set di un'oretta. E' toccato poi agli Hives salire sul palco alle 18:45: presentatisi elegantemente vestiti, hanno regalato un set lineare e senza picchi, se non il singolo radiofonico "Tick tick boom", che ha chiuso il set ed è stato acclamato dal pubblico. Al gruppo va però il merito, essendo svedesi, di aver suonato e cantato in un clima diametralmente opposto a quello in cui vivono. Poi è stata la volta dei Social Distortion, cui vale lo stesso discorso della band precedente: un'ora e un quarto che, a chi non li conosce, ha dato l'impressione di essere stata un'unica canzone, ripetuta senza variazioni. Ci sono stati due "picchi", se vogliamo: uno è stato quando hanno presentato due coriste, per "California", singolo molto radiofonico, e l'altro l'esecuzione della stessa. Un cenno va comunque fatto per la canzone "Story of my life", che ha fatto impazzire la platea. Alle 21:00 con il sole ormai tramontato, e la platea che si stava riempiendo sempre più, è stato il turno dell'Iguana: Iggy Pop & the Stooges. Un set che è stato, se vogliamo, una lezione per quei cantantucoli nostrani, che si fanno "il cantato" a computer negli studi, poi, giunti sul palco, non riescono a riproporlo neanche da vicino. Detto ciò va ricordato che l'Iguana, ormai sessantaquattrenne, ha tenuto il palco con una performance veramente al di sopra di tutto, è ancora quello che viene definito "un animale da palco", nel pieno senso della parola. Nonostante l'età, ha intrattenuto la folla condendo la performance con le sue solite e divertenti movenze. Partito con "Raw power", seguita da "Search and destroy", che ha scatenato l'entusiasmo del pubblico, ha fatto anche salire una manciata di ragazzi sul palco a cantare, ballare e divertirsi con lui. Ha poi proseguito con una serie di classici tra cui "1970" e "I wanna be your dog", concedendo il bis con "No fun". Alle 22:30 è giunta l'ora degli headliners: i Foo Fighters! Gruppo capitanato da Dave Grohl, ex batterista dei Nirvana, i Foo Fighters sono sulla cresta dell'onda dalla metà degli anni '90, partorendo capolavori del rock, uno dopo l'altro, che trovano spazio praticamente tutti nella scaletta della serata, che si può definire un "the best of ..." live! Si spengono le luci, e i sei anni di attesa dalla loro ultima apparizione svaniscono subito con le prime note di "Bridge burning", traccia che apre il loro ultimo lavoro uscito quest'anno e intitolato "Wasting light". Proseguendo poi con "Rope", primo singolo estratto, che scalda gli animi già in visibilio, cui segue "The pretender", veramente cattiva, e la bellissima "My hero", quasi commovente, e forse "nata" prematura in scaletta. Poi è tutto un susseguirsi di hits "da paura", da "Learn to fly" a "Stacked actors", condite con vari pezzi dall'ultimo album, quali "Arlandria", "Walk" e "White limo"; fino a quando, imbracciata la chitarra acustica, Dave si immerge in una "Learn to Fly" unplugged, per poi farla terminare insieme ai restanti Foos in una valanga sonica di rock puro e duro. Alla fine la scena va al batterista Taylor Hawkins per "Young man blues", cover degli WHO. Segue "Best of you", urlata a perdifiato dalla platea ormai in estasi, e "All my life", fino alla piacevolissima sorpresa di "Tie your mother down", cover dei Queen, nella quale Dave duetta con il sopracitato batterista. Ed è purtroppo giunto il momento tanto atteso, purtroppo perchè, come si sa, "Everlong" è la canzone che chiude i loro concerti, bellissima e amata dal pubblico, ormai ben oltre il Nirvana musicale, una canzone cantata da 30.000 persone, ma un'unica voce, QUELLA DEL ROCK! Infine rimane solo da avviarsi verso casa, con il cuore pieno di ottima musica, certi di aver passato una giornata assolutamente indimenticabile. Una sola pecca da segnalare: a mezzanotte, l'acqua naturale era finita ormai in tutti gli stand, cosa quasi imperdonabile, visto il caldo e l'arsura delle gole. Sicuramente, essere stati dentro ad una delle prime dieci macchine che abbandonavano il parcheggio 1, ci ha aiutato a tornare a casa ad un'orario decente: arrivo a Bologna alle 3 abbondanti di notte, mentre come spesso accade in Italia (perchè si organizza "un tot al chilo", come si dice dalle mie parti) molta gente è rimasta intrappolata nel traffico per varie ore. (Marco Graziani)