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   (2024)


THE CURE "Live Troxy Londra 01-11-2024"
   (2024)

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MINISTRI   "Live Velvet Club Rimini 28-05-2011 "
   (2011)

Dopo un' intera giornata al bagno 147 di Miramare di Rimini, si torna al nostro hotel in quel di Marebello: 47 bagni indietro... Ma era il bagno della mia infanzia, quindi ci sta, ammirandoci il rossore tipo aragosta! Scriviamo le cartoline di rito, doccia e cena in un ristorantino in zona. Ore 21:45 si parte per l' Adriatica, direzione San Marino, destinazione VELVET, dove, questa sera, assisterò ad un concerto dei Ministri per la terza volta; arriviamo poco dopo, mettendoci in fila. Alle 22:00 siamo già dentro, ed iniziamo a respirare l' attesa, mentre inizio a sbattermi per reperire la scaletta del concerto, plauso assoluto allo staff del Velvet e alla crew dei Ministri, assolutamente disponibili, cordiali e simpatici, che mi hanno aiutato nel mio intento. Mentre giro, si esibisce una band spalla rock/ pop/ metal ma comunque assolutamente indie e rumorosa, cosa che preannuncia un live Ministeriale ad altissimo volume e fischi nelle orecchie fino a domani sera! Casualmente, mentre scatto qualche foto in giro, mi volto verso il palco, e vedo la band che prende posizione, nelle loro ormai classiche e distintive divise, incoraggiata dalle urla della gente, circa 300 accorsi, tra flash, birre e altro... Il primo pezzo è anche la traccia che apre il loro ultimo album: "Sole", canzone che parla di come si distragga l' opinione pubblica, anche solo menzionando il SOLE (in estate). Segue "I nostri uomini ti vedono" e una "Bevo" molto pompata, dove Massi, il chitarrista, si muove come un' indemoniato, un tarantolato, sembra una trottola, ma poi, finita la canzone, saluta la platea, e allora capisco tutto: anzi, non capisco niente, in quanto il manico delle sei corde, è ampiamente oltre il livello legale di alcool etilico nel sangue (tanto non deve guidare!), praticamente, avendolo sempre visto così, mi chiedo se ha qualche momento sobrio! Poi, dopo "Non mi conviene puntare in alto", "Due dita sul cuore", intervallate da vari commenti sulle amministrative, sui ballottaggi, alla faccia di chi dice che i giovani si disinteressano alla politica, annunciano la presenza di un grande ospite. Tra un lancio di bottiglie d'acqua in platea e un'altro, si procede con la scaletta: seguono "Gli alberi", che ricorda molto il finale di "Fahrenheit 451" di Ray Bradbury, "La piazza", una sempre molto sentita e GRIDATA "Una questione politica". A questo punto, i ragazzi sul palco e quelli in platea iniziano ad accusare la potenza musicale del concerto e dell' impianto, forse col volume un po' troppo alto, quindi si chiude la prima parte con "Le mie notti sono migliori dei vostri giorni", una spacca-voce "Mangio la terra", chiudendo con "La mia giornata che tace", con l'annuncio più triste della serata: l'ospite tanto atteso (qualcuno vociferava Carboni, altri Raul Casadei), non riesce a raggiungere il Velvet. L'ospite tanto atteso non ci sarà... GIGI D'ALESSIO NON VIENE!!! A questo punto la gag è stata scoperta, e per chi non sapesse, vada a leggersi la cronaca di questi giorni di campagna "ballottativa", fronte Milano. Davide, cantante e leader della band, finge un colloquio telefonico con il "cantante" partenopeo, alternando domande a risposte in una parlata finto-meridionale, concludendo con i saluti del pubblico: un "vaffa..." generale. Tutti contenti e soddisfatti, ci si prende il meritato riposo dopo 11 canzoni tirate. I ragazzi tornano sul palco con "I muri di cinta" e la bellissima "Bel canto", dove, sulla coda del pezzo, il cantante si butta sul pubblico facendo un po' di body-surf, pratica iniziata negli anni settanta dai cantanti punk. Si ricomincia con "Vicenza", contro le basi americane sul suolo nazionale, una "Noi fuori", title- track dell' ultimo lavoro, dove il cantante, assolutamente avulso e "preso" dal pezzo e anche dall' emozione, si perde una buona parte di voce, urlando tutti i posti dai quali siamo fuori: le pensioni, "dalle grandi speranze e dai loro ingranaggi" e tante altre. Parte poi la hit che li ha fatti esplodere, "Tempi bui", "Diritto al tetto", un trittico di canzoni assolutamente debilitanti, dove, una volta finite, ci si guarda intorno, felici di esserci ancora, di essere ancora in piedi. Davide presenta la band, mentre cresce il bisogno di "Abituarsi alla fine", lasciando la chitarra ad un tecnico che la suona, e rituffandosi SUL pubblico per l'ultimo bagno di folla. A questo punto, il concerto è finito, e vado a cercare il tour-manager che, prontamente, mi dà la scaletta di F Punto, strumentista della band. Concerto bello e carico, ma forse il volume era troppo alto, e a tratti fastidioso, ma nel complesso... all' idroscalo di Milano, per il Rock in IdRho, ci sarò anche IO! (Marco Graziani)