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LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA "Live Teatro dal Verme Milano 03-12-2010 "
(2010)
Sentire i concerti a teatro è davvero il massimo: sia per gli ascoltatori, che possono concentrarsi su ogni particolare senza distrazioni dalla musica pura e semplice, sia per gli stessi artisti, che possono curare al meglio il proprio suono. Così vale soprattutto per un genere piuttosto tranquillo come quello proposto dalle “Luci della centrale elettrica”, tra il folk-rock e il cantautorato, e dove non ci sono troppe sorprese sul palco: scenografia sobria e concisa, due o tre palazzoni di cartapesta con tanto di luci che si accendono a intermittenza dietro le finestre, e illuminazioni efficaci. Per di più al Teatro dal Verme di Milano Vasco Brondi è stato accompagnato da Rodrigo d’Erasmo, violinista degli Afterhours, e dal poliedrico Enrico Gabrielli, oltre che da un’altra chitarra elettrica, ricomponendo così il quartetto che ha lavorato al nuovo disco “Per ora noi la chiameremo felicità”. Non sorprende quindi che proprio le canzoni dell’ultimo album siano state di gran lunga le meglio riuscite: a partire dall’iniziale “Una guerra fredda” passando per “Quando tornerai dall’estero”, “L’amore ai tempi dei licenziamenti dei metalmeccanici”, “Anidride carbonica”, “Per respingerti in mare” e dall’ultima “Le ragazze kamikaze”, conclusa a luci accese e con due ritornelli gridati senza l’aiuto del microfono al limite del palcoscenico, in modo da sopperire alle poche parole scambiate con il pubblico. Tra le canzoni del vecchio disco, inframmezzate principalmente da ascolti di poesie di Leo Ferré, spiccano “La lotta armata al bar”, “Per combattere l’acne” e “Piromani” oltre a una cover degli stessi Afterhours. L’estrema cura con cui le poche date sembrano essere state affrontate conferisce loro ancor più valore ed elevatezza, e dispiace dire che l’unico modo per far riaffiorare emozioni così turbinanti è sperare che ne esca un bel DVD... (Federico Pozzoni)