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JETHRO TULL "Live Teatro Comunale Alessandria 18-10-2008"
(2008)
Il concerto che questa sera vede impegnati i Jethro Tull al Teatro Comunale di Alessandria rappresenta un momento musicale degno della massima attenzione e del più alto rispetto. Infatti, la band di Ian Anderson, con l’esibizione di questa sera, si appresta a tagliare il prestigiosissimo traguardo dei quarant’anni di attività spesi sul palco. Di fronte a numeri di tale portata non si può rimanere insensibili; i Jethro Tull possono piacere oppure no, ma è innegabile che solo una band di grande spessore può vantare una longevità artistica così invidiabile. I Jethro Tull sono amati in particolare da un pubblico legato al progressive rock, anche se il loro sound ha saputo rendersi più particolare e sui generis rispetto alle musiche prodotte da storiche band quali Genesis, Emerson Lake and Palmer, Yes, e via discorrendo. Rispetto ai sopraccitati gruppi, infatti, i Jethro Tull hanno abbracciato un folk rock con reminiscenze blues, fino ad arrivare al jazz con alcune influenze di musica classica. Ma la vera particolarità della musica dei Jethro o, se si vuole, il grande elemento distintivo, è rappresentato da quel flauto traverso che, suonato dal leader Ian Anderson, ne ha caratterizzato tutta la quarantennale opera. Andiamo alla giornata odierna. Il concerto, previsto per le ore 21.00 è stato anticipato da una vera e propria festa atta a celebrare la band inglese. Come indicato dal biglietto, dal pomeriggio si sono alternati stand (si vendono rari Lp e quaranticinque giri d’epoca) ed incontri vari incentrati esclusivamente sulla musica dei Jethro Tull, oltre a concerti di validissime cover band (BEGGAR'S FARM - O.A.K. – SOSSITY). L’esibizione dei Tull, invero, si presenta assai diversa da quella proposta negli attuali concerti che vedono impegnati Anderson e soci. Alcuni degli “attuali” Jethro sono, infatti, rimasti a casa (leggi, in particolare, lo storico chitarrista Martin Barre) e altri non più Tull sono rientrati eccezionalmente solo questa sera per festeggiare il compleanno del complesso. La serata si apre alle 21.00 in punto, quando i Beggar’s Farm, cover band ufficiale dei Jethro Tull in Italia, ha il compito di aprire le danze. Da questo momento in avanti, al gruppo di Franco Taulino si alterneranno vecchi e “vecchissimi” Jethro Tull, in uno show che diventa, inevitabilmente, itinerante. La prima parte dello spettacolo è incentrata sull’album “This was” (disco d’esordio del 1968) che i musicisti eseguono nella sua interezza. Il lavoro, influenzato dall’esplosione blues che imperava in Inghilterra alla fine degli anni ’60, è eseguito dai Beggars’ Farm, coadiuvati dalle prime guest della serata: MICK ABRAHAMS e GLENN CORNICK, ovvero il primo chitarrista ed il primo bassista della formazione. “My Sunday feeling” e “Beggar’s farm” sono le migliori interpretazioni di “This was”, in cui l’entrata in scena di Ian Anderson crea l’esplosione del pubblico. Il menestrello del rock, completamente calvo ed elegantissimo con una giacca grigia, esegue diversi assoli con il suo celeberrimo flauto traverso che chiude la prima parte dello spettacolo. Il suo carisma, i suoi movimenti e le sue pose (tutto sommato) reggono il passare degli anni; decisamente più in difficoltà, il leader dei Jethro Tull appare nel cantato, in particolare quando si trova ad affrontare le tonalità più alte. Al rientro, i musicisti eseguono interamente “Heavy horses”, l’album con sfumature agresti e folk che, in questo 2008, spegne le trenta candeline. In questa fase dello show (ancora eseguita dalla cover band alessandrina Beggar’s Farm), la mancanza sul palco del leader Ian Anderson scatena l’ira di una parte del pubblico, desideroso di vedere più Tull autentici on stage. Quando il malumore si estende alla maggior parte della platea, risalgono in cattedra i vecchi Jethro, per eseguire i brani dell’ultima parte dello spettacolo. Accanto a Ian Anderson e David Goodier (attuali Jethro Tull), continuano ad alternarsi Mick Abrahams (simpaticissimo ed ironico), Glenn Cornick (con cresta punk multicolore), Jonathan Noyce, Barriemore Barlow, Dave Pegg (ex bassista dei Fairport Convention) e Jeffrey Hammond-Hammond (limitatosi ad un saluto alla platea). È il momento migliore dello spettacolo. Uno dopo l’altro si susseguono i più grandi classici del repertorio Jethro Tull: “Bourèe” (tratta da “Stand up” – 1969), “Aqualung” (interrotta e ripresa, durante l’esecuzione, a causa di una scordatura alla chitarra di Anderson) e “Locomotive breathe” (anch’essa da “Aqualung” - 1971) che, unico bis del concerto, chiude infiammando il pubblico. (Gianmario Mattacheo & Guido “Giasone” Caimi)