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   (2024)


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   (2024)

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recensioni concerti

BRUCE SPRINGSTEEN & THE E STREET BAND   "Live Stadio San Siro Milano 25-06-2008"
   (2008)

Il sole ancora alto, in quella che è la prima giornata davvero estiva dell’anno (il termometro ha toccato i 35° sopra San Siro), quando, alle 20.55, il Boss and Band, vestiti di nero, salgono sul palco e si capisce subito che sarà un concerto particolare. Si parte infatti con una grande cover di “Summertime Blues” di Eddie Cochran, uno di quei brani immortali che hanno fatto la storia del r'n'r, passando immune attraverso le generazioni: nei '60 la facevano The Who, nei '70 i Sex Pistols. Segue una sequenza mozzafiato: 'Out in the Streets', 'Radio Nowhere', 'Prove it all Night', 'Promised Land', 'Spirit in The Night'. A parte 'Radio Nowhere', dell'ultimo disco, sembra in tutto e per tutto la scaletta di un concerto degli anni '70, da tutti considerato il miglior Bruce live. Dopo questa prima mezz’ora entusiasmante, il sole inizia a calare, ma la temperatura sotto il palco aumenta ancora: arriva infatti il momento più atteso di questo tour, quando il Boss si avvicina ai fans per raccogliere i cartelli con i titoli delle canzoni richieste. E’ da qui che nascono le sorprese più belle della scaletta: “None But The Brave”, brano registrato nel 1983 per il disco Born in the U.S.A. ma non registrata, praticamente mai eseguita live, “Candy’s Room”, intensa, potente, trascinante, e a seguire 'Darkness on the Edge of Town'. Per chi ha sempre sperato di vedere il Boss anni '70, un vero regalo. Altra grande sorpresa, e altro grande omaggio al r'n'r dei '50 (e non sarà l’ultimo della serata) il famoso 'Detroit Medley', basato sulla sequenza di celebri classici ('Devil with the Blue Dress', 'Good Golly Miss Molly', 'C C Rider') con cui la E Street Band negli anni '70 infiammava le platee americane. E per buona parte della serata, la scaletta ricorda molto proprio quei concerti, recuperando 'Because the Night', 'She's the One', e una 'Racing in the Streets' da brividi. Come sempre, Bruce si concede al suo pubblico senza risparmio, si avvicina, si lascia toccare, ci si stende sopra, lo disseta e rinfresca con una spugna immersa in un secchio d’acqua fresca, e su “Girl In The Summer Clothes” arriva anche il bacio sulle labbra di una ragazza delle prime file. La Band sembra più in forma che a Novembre al Forum. Ottima al prestazione di Clarence Clemons che al Forum sembrava un po’ in ombra, superlativo Nils Lofgreen, sia all’elettrica che alla slide, potente e preciso Max Weinberg alla batteria, il vero centro motore della band. E un piacere immenso vedere il Boss e il fratellino Steve Van Zandt cantare allo stesso microfono e guardarsi sorridendo come 35 anni fa. Si chiude, e non poteva esserci scelta migliore, con 'Badlands', in un vero tripudio. Ma ovviamente non finisce qui. Ci attende ancora un'ora di bis, otto canzoni, tra cui il famoso 'Detroit medley' di cui sopra, 'Born to Run', 'Rosalita' sempre dagli anni '70, un ritorno agli '80 con 'Bobby Jean' e 'Dancing in the Dark', per chiudere con l'ormai classico in stile irish folk 'American Land'. Ma di andarsene a dormire Bruce sembra non ne voglia ancora sapere, e quindi si riparte con l'ennesimo omaggio al rock dei '50 con 'Twist And Shout', forse ripensando anche alla chiusura di quel suo primo concerto italiano del 1985. Stavolta è finita davvero, dopo tre ora di musica. Ma ha ancora la voglia di ringraziare, e lo fa con lo stadio che si sta svuotando: gli operai già al lavoro per smontare il palco, Bruce esce di lato con una birra in mano, abbraccia gli operai per una foto ricordo, e saluta gli ultimi fans rimasti vicino alle transenne, dimostrandosi ancora una volta unico. (Giorgio Zito)