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   (2024)

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KISS   "Live Datch Forum Milano 24-06-2008 (1)"
   (2008)

Ci sono gruppi kitch e gruppi un po’ volgari ed appariscenti nel mondo del rock. I Kiss non sono niente di tutto questo. Rappresentano il kitch e l’essere veramente “truzzo”, senza per questo avere clonato qualcuno o avere imitato altri. Sono originali e, per questo, ancora più apprezzabili. Dopo avere toccato l’Italia nel maggio scorso si apprestano a bissare lo show nel maggiore dei palazzetti di Milano, all’interno di un tour mondiale atto a celebrare le loro trentacinquesime candeline su un palco. Era, infatti, il 1973 quando Gene Simmons e Paul Stanley decisero di dare vita ad uno dei più incredibili gruppi che il mondo della musica abbia saputo generare. Contestuale alla genesi del gruppo, nacquero anche i quattro personaggi che caratterizzarono le carriere dei musicisti Kiss: il figlio delle stelle (Paul Stanley), il demone o il vampiro (Gene Simmons), l’uomo dello spazio (Ace Frehley) e l’uomo gatto (Peter Criss). Un gruppo davvero inimitabile: quattro corazzieri con zeppe altissime ed il consueto trucco pesantissimo sulla faccia, unito a costumi davvero improbabili, sono il marchio di riconoscimento dei quattro americani. Gli attuali Kiss si presentano orfani di due elementi originari, persi ormai da tempo per altri sentieri: il "mezzo distrutto dagli eccessi" Ace Frehley e Peter Criss (primo batterista ed autore delle celebre “Beth”). Ecco, allora, che ad accompagnare i leaders indiscussi Stanley (vocalist e chitarra) e Simmons (basso e voce), si presentano Tommy Thayer (membro effettivo della band dal 2002, dopo esserne stato già turnista) e Eric Singer alla batteria. Ciò premesso, possiamo solo dire che c’è parecchia voglia di divertirsi questa sera e di sorridere con chi ha elevato ad arte il cattivo gusto, facendone il loro strumento di classe e la loro prima nota identificativa. Un marchio, quello dei Kiss, che è talmente forte da mettere in secondo piano la musica prodotta dalla coppia d’assi. Ma il divertimento, invero, inizia ben prima di entrare nel Datch Forum: possiamo vedere la Kiss Army (così vengono chiamati i fans del gruppo) che sfoggia il pesantissimo trucco riproducendo i quattro musicisti. In molti hanno la stella sull’occhio (stile Paul Stanley), ma sono diversi i sostenitori dell’uomo pipistrello (Simmons) che, doverosamente, ripropongono la consueta linguaccia. Secondo alcune dichiarazioni riportate dai giornali, Paul Stanley pare decisamente soddisfatto e convinto di questo 35wold tour 2008, avendo annunciato che lo stesso si presenta come il più importante di tutta la carriera dei Kiss. Il concerto è aperto dai Cinder Road, una band che da Lutherville (Maryland) ha il compito di aprire le esibizioni europee dei Kiss. Ribattezzatisi Cinder Road (in ricordo della strada che li vide crescere), dopo essere già stati Plunge, hanno all’attivo due Lp ed il loro suono è anche apprezzato dalla Kiss army, che attende l’arrivo dello storico gruppo hard rock. Sulle note delle canzoni degli Who, inizia a sentirsi la batteria di Eric Singer, quando i teloni si scoprono e il pubblico osserva i Kiss fare l’ingresso in scena. Da una sorta di disco volante che, piano piano, atterra sul palco del Forum di Assago, partono le note della celebre “Deuce”, scatenando migliaia di spettatori. È il primo degli hit che i Kiss proporranno nel corso della serata; il main set, infatti, sarà incentrato sulle canzoni dell’album (forse) più importante della discografia Kiss. Quell'“Alive” che, pronto a spegnere le trentacinque candeline, è il disco che consacrò definitivamente la band di Stanley e Simmons, facendo vedere al mondo di che pasta erano fatti, soprattutto durante gli show dal vivo. Ecco che, una dietro l’altra, si susseguono le canzoni di “Alive”. Sono potentissime “Firehouse” e “She” (quest’ultima vede un lunghissimo assolo di Thayer a conclusione del pezzo). Un altro assolo, questa volta di Eric Singer, è posto alla conclusione dell’ottima “100.000 years”, mentre in “C’mon & love me” gli americani fanno davvero divertire il proprio pubblico. Tra un brano e l’altro, Paul Stanley (in ottima forma fisica e vocale) dialoga con il pubblico e gioca facendogli cantare alcune strofe, o mettendo alla prova gli urli che la Kiss army è liete di liberare. Lo schema, invece, durante l’esecuzione dei vari pezzi è sempre lo stesso. Grande affiatamento e grandi mosse per il pubblico che risponde con il massimo trasporto. Stanley è un acrobata a saltare con quelle enormi zeppe ai piedi, mentre Simmons non perde neppure un’occasione per tirare fuori la sua lunghissima lingua. Risposta del pubblico? Assolutamente entusiastica. La porzione centrale dello show si chiude con “Rock and roll all nite”, proprio quando il Datch Formun è invaso da una pioggia fittissima di coriandoli bianchi. Per i bis, c’è spazio per la performance del demone Simmons che si fa issare a circa venti metri da terra, continuando a suonare il basso e a cantare dall’impalcatura (il tutto mentre vomita sangue finto, tra una linguaccia e l’altra!). “Lick it up” e “Love gun” sono riuscitissime, mentre rimangono scolpite nella memoria le gesta di Stanley che si fa trasportare (attraverso una sorta di trapezio circense) su di un palchetto al centro dell’arena, per eseguire il brano sotto le urla dei fans ormai in delirio. C’è ancora lo spazio per “I Was Made For Lovin' You” (forse la canzone più amata dal pubblico milanese), per gli ultimi fuochi d’artificio e per gli ultimi botti, che mettono la parola fine al concerto odierno. Uno show assolutamente spettacolare che ha regalato emozioni dall’inizio alla fine. Uno spettacolo, insomma, che ha realizzato proprio quello che i Kiss volevano fare: divertire la gente. E oggi, all’uscita dal Forum di Assago, non c’era una persona che non sorridesse soddisfatta. (Gianmario Mattacheo - foto by Silvia Campese)