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16/03/2022   SUPERSONIC BUS
  ''Non ci poniamo limiti ma restiamo con i piedi ben piantati per terra...''

Debutto della formazione veneta composta da Giacomo Piatto (chitarrista) e Cristiano Dionello (batterista), Andrea Basso (cantante e tastierista) e Damiano Bizzotto (Basso) con i Supersonic Bus. La band ha pubblicato il primo ep, omonimo, anticipato dal videoclip di “Bomb in the Meadow”.

“Bomb in the meadow” è il brano più “profondo” come tematica affrontata. Un’analisi introspettiva della propria vita in cui il personaggio principale arriva alla consapevolezza di essere una piccolissima goccia nell’oceano gigantesca della vita nel tempo.

L’ep, scritto e prodotto dalla band, è stato registrato presso al Basement studio di Vicenza e con un sound avvolgente riesce ad esaltare i testi dei cinque brani che rendono questo “biglietto da visita”, uno dei progetti più interessanti del fermento musicale veneto.

Siete una band di recente formazione, ognuno di voi viene da esperienze diverse? ''La band si è formata poco prima dello scoppio della pandemia, Cristiano (batterista) e Giacomo (chitarrista) si sono conosciuti durante delle jam session, a cui poco dopo si sono aggiunti Andrea, il cantante e Damiano al basso Cristiano viene dagli In3pido, altra band del bassanese che propone musica propria, Andrea dall’esperienza come solista (ha da poco pubblicato un suo album di musica elettronica), Giacomo proviene da una garage band padovana che propone inediti ed infine Damiano, attivo come chitarrista in diverse band del bassanese, è qui impegnato per la prima volta in veste di bassista. Insomma un connubio di idee e stili diversi che hanno caratterizzato il suono dei Supersonic Bus''.

Il vostro primo passo è stato quello di pubblicare un ep omonimo. La scelta di non dare un titolo distintivo al vostro primo lavoro significa che questo ep è il vostro biglietto da visita e che questo sarà il sound che vi farà riconoscere nel mondo della musica? ''Abbiamo voluto dar importanza al nome della band, sia chiamando così il nostro ep che dando risalto allo stesso nelle grafiche sia del singolo che dell’ep. Tutto ciò per fare in modo che per l’ascoltatore fosse facile memorizzare il nostro nome. Per quanto riguarda il sound che ci contraddistingue, sicuramente questo ep fa ben capire la direzione che il “Supersonic Bus” ha intrapreso''.

Dal vostro primo singolo “Bomb in the meadow” possiamo notare un sound con influenze alternative rock d’oltre confine. Quali sono influenze musicali che hanno ispirato la vostra impronta musicale? ''Le influenze sono molte, dovute al fatto che ogni membro della band ha determinate preferenze musicali e soprattutto proviene da scene musicali differenti. Ci accomuna il fatto che a tutti piace il sound d’oltremanica e se dobbiamo dare qualche artista che ci ha influenzato, i primi che ci vengono in mente sono Placebo e Thom Yorke''.

I vostri cinque brani hanno temi molto complessi che sono all’antitesi di quello che si ascolta in giro. Quale funzione deve avere la canzone secondo i Supersonic Bus? ''La musica è una delle arti espressive più antiche nella storia dell’umanità, è intrinseca nelle persone e permette di veicolare emozioni, pensieri e messaggi. Questo poi viene riportato in testi che cercano di sondare sia l’aspetto del microcosmo emotivo umano in canzoni come ''Hollow Sky'', per poi cercare di capire il macrocosmo, la società umana come in ''Bomb in the Meadow''''.

Il videoclip di “Bomb in the Meadow” è un video semplice ma rappresentativo della canzone. Come è nata l’idea dello storytelling e quali sono i punti focali nella narrazione dello stesso? ''Abbiamo coinvolto un giovane videomaker della zona, Christian Pigozzo, molto talentuoso, con il quale si è creato un buon feeling da subito. Abbiamo voluto puntare sul dare risalto alla band, mostrando i nostri volti in prima persona nel video, senza tralasciare una breve storia che potesse spiegare quanto cantato da Andrea in ''Bomb in the Meadow'' e coinvolgere lo spettatore nell’ascolto del brano''.

Parliamo dell’ep. Cosa rappresenta per voi questa prima raccolta? ''Sicuramente la partenza di un percorso che vuole coinvolgere il maggior numero di persone lungo il tragitto con le quali crescere musicalmente. Idealmente siamo partiti dalla stazione vicino casa per arrivare alla successiva arricchendo le nostre idee lungo il percorso, e così via… fino a dove? Non ci poniamo limiti ovviamente, anzi, costruiamo le basi per le tappe successive''.

Il vostro primo passo è rappresentato, appunto, dall'ep uscito il 22 di febbraio. Quale sarà il vostro prossimo passo? ''Non ci poniamo limiti ma restiamo con i piedi ben piantati per terra. Il Bus supersonico è partito, abbiamo diverse proposte e stiamo valutando le diverse opzioni che il percorso ci sta proponendo. Nel breve periodo pensiamo alla promozione del singolo che ci sta dando molti feedback positivi, mentre nel lungo periodo abbiamo un piccolo traguardo da raggiungere, ma non possiamo ancora dire nulla… Stiamo lavorando sia ai live estivi che dovrebbero vederci protagonisti in alcuni festival regionali, sia sul nostro focus principale che resta la composizione di nuovi brani e posso garantirvi che ne sentirete delle belle''.