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30/12/2021   BONNY JACK
  ''Se un'idea è buona funzionerà anche con due accordi strimpellati male...''

Bonny Jack prende il nome da due dei più famosi pirati della storia (Anne Bonny e Jack Rackam). Matteo Senese è il suo vero nome, esplora con il suo sound blues delle origini ambientazioni notturne, atmosfere paludose, influenze hoodoo e con testi di ispirazione noir. Parliamo con lui del nuovo album.

Ciao. Annoveri un vissuto con i Julien e con la Banda Anonima Romana. Dopo, come è scattata la molla del percorso solista? ''Ciao! Mah, forse per cambiare, per mettermi in gioco in maniera diversa... Un po' per comodità, soprattutto per i tour, muoversi in solitaria è più semplice. O forse nessuno vuole più suonare con me!''.

Hai masticato vari generi, tra hard-rock, alternative, electro-rock e rock'n'roll. Ma cos'è che ti fa prediligere maggiormente il blues? ''Il blues è stato il mio primo amore ma negli anni ho sempre sperimentato vari stili... Bonny Jack è un tornare alle origini, all'essenza: blues in solitaria!''.

"Night lore blues" è il tuo secondo album: cosa ci puoi dire in merito? E in cosa si differenzia dal precedente "Bone river blues"? ''Con il primo disco mi sono riavvicinato al blues ma ci sono molti strascichi delle mie esperienze passate più "rock", mentre in questo nuovo lavoro mi sono addentrato maggiormente nel mondo folk, dark e acustico''.

Nell'album si avverte il calore dell'home-recording che gli hai voluto imprimere. Ma è una scelta che abbraccerai sempre oppure dovuta ai mesi di stop forzato? Come sei organizzato a casa? ''Quella dell'home recording è una scelta, Ho un piccolo studio/sala prove a casa. Questo mi permette di lavorare in tutta calma ai brani, al sound generale e di sperimentare in fase di registrazione! Mi piace molto registrare per conto mio ma mi piacerebbe in futuro fare qualcosa in uno studio esterno!''.

Scavando nel tuo sound, si odono echi di Howlin Wolf, Robert Johnson e Muddy Waters. Oppure? ''Sì, hai citato tre dei miei bluesman preferiti e sono sicuramente una buona parte di influenza della mia musica. Poi c'è l'altro lato, quello più dark country e folk. Artisti come The Bones of J. R. Jones, The Builders & the Butchers, o gli Slim Cessna's Auto Club, ad esempio, mi hanno dato molti spunti interessanti!!!''.

Nello scrivere canzoni, quanto contano le sensazioni, le idee che s'intendono trasmettere e quanto, invece, la tecnica? ''Nella scrittura penso contino solamente le emozioni. La tecnica è uno strumento, un mezzo che serve per confezionare o rifinire il tutto! Se un'idea è buona funzionerà anche con due accordi strimpellati male!''.

Il blues è definito come musica del diavolo: sei d'accordo su questo? Anche per te è un (come dici in un titolo) "Walkin' with the devil"? ''Penso che il diavolo rappresenti il nostro lato oscuro, tutti ne abbiamo uno, solo che alcuni fanno finta di nulla! Il blues gli dà voce, lo fa uscire allo scoperto e lo rende protagonista! Camminiamo tutti con il diavolo, bisogna solo trovare il proprio equilibrio...''.

Mi sembra che il panorama blues italiano goda di ottima salute. Qual è la sua alchimia che lo rende praticamente immortale? Quando ripartirai in tour per "Night lore blues"? ''Probabilmente è il suo essere così viscerale e profondo, il venir fuori da aspetti dell'animo umano che sono imprescindibili dalla vita stessa che lo rende immortale e potenzialmente apprezzabile da tutti! Sarò in giro in Italia per tutto gennaio e spero di spostarmi anche all'estero quanto prima!''.

Ringraziando Bonny Jack per quest’incontro auguriamo a lui e al blues lunga vita! (Max Casali)