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17/04/2021   NINFEA
  ''Occorre un nuovo percorso per tutta l’umanità, siamo arrivati al punto di non ritorno...''

I Ninfea sono una band composta da Alessio Ligorio (chitarra/voce), Francesco Lanzo (batteria) e Alessandro Martina (basso), nascono nel 2001 con il nome di Glimpse. Nel 2004 prendono il nome di Ninfea abbracciando la lingua italiana. Nello stesso anno esce il primo singolo “Magica” ed in questo mese rilasceranno il nuovo album “Ri-Evoluzione”. Parliamone con loro.

Ciao band. E’ dal 2001 che siete sulla scena, prima col nome di Glimpse per tre anni e poi cambiandolo definitivamente in Ninfea. Ci fate un sunto di questo ventennio? ''Ciao!!! Dunque, abbiamo formato la band nel 2001 senza saper neanche suonare uno strumento, ci siamo cimentati e nel giro di pochi mesi abbiamo imparato quel poco che ci bastava per intraprendere il nostro percorso musicale. Solita routine con registrazioni, casalinghe e non, di demo tapes e piccoli ep, per capire quale fosse la risposta degli ascoltatori più vicini a noi. Nel 2003 per la prima volta siamo saliti su un palco e da lì in poi non ci siamo più fermati!!! Il cambio del nome è avvenuto nel 2004, abbiamo reputato totalmente inutile proseguire con la lingua straniera, lo facevano tutti, volevamo avere qualcosa di nuovo, ma soprattutto farci capire subito da tutti. Ha contribuito molto anche l’avvicinarsi alla musica underground italiana e da quel momento molte altre band del nostro territorio hanno seguito il nostro cambiamento. Siamo usciti con il primo singolo “Magica” prodotto da Fulvio Carotti (Bisonti), nel 2006 con il primo ep ufficiale “Non Oltre”. Da quel momento i palchi cominciavano ad essere più importanti! Nel 2011 abbiamo fatto un sunto di tutto ciò che avevamo composto in quegli anni, facendo uscire il disco d’esordio “Ade” per la Killerpool. Poi le cose sono cambiate…''.

Tre albums all’attivo: uno ogni 5 anni. Il titolo del nuovo “Ri-Evoluzione” vuole evidenziare la consapevolezza di un nuovo percorso? ''Sicuramente sì, ma non solo per noi, ci auguriamo sia un nuovo percorso per tutta l’umanità, siamo arrivati al punto di non ritorno, bisogna assolutamente cambiare più di qualcosa nelle nostre vite!''.

Il disco, in uscita in questi giorni, è anticipato dal singolo “Sono virtuale”; una chiara denuncia contro l’uso smodato della tecnologia. E’ questo il primo pericolo che condanna all’omologazione culturale? ''La tecnologia ha creato una vera e propria dipendenza, prova ad immaginare se ad ogni persona eliminassimo lo smartphone per due mesi! E’ stata colpa di tutti noi, siamo tutti colpevoli e vittime dell’omologazione culturale di questi tempi: la tecnologia dev’essere un bene per migliorare la nostra vita, non diventarla!''.

Invece, di cosa si parla negli altri 9 pezzi dell’opera? ''In generale nell’album affrontiamo il discorso relativo alla tecnologia e al suo sbagliato utilizzo, è chiaro che non condanniamo la stessa al 100%. Affrontiamo anche temi dove condanniamo il potere economico e i modelli che vogliono imporci, ma parliamo anche della violenza sulle donne in brani come “Leda”''.

“Ri-Evoluzione” esce (come il precedente “Superstite”) ancora per la V-Rec Label ma, stavolta, anche col supporto dell’iniziativa di Puglia Sound: in cosa consiste? ''Sì, ci siamo affidati ancora una volta alla Vrec, sia per la serietà che l’etichetta ci ha dimostrato, ma anche per l’amicizia che ci lega a David! La regione Puglia ogni anno per gli artisti pugliesi mette a disposizione dei fondi e sceglie i progetti da finanziare, questa volta siamo stati fortunati, anche se nel momento sbagliato! Ci riferiamo al periodo che stiamo vivendo purtroppo!''.

Avete condiviso palchi con nomi di spicco: Marlene Kuntz, Lacuna Coil, Zen Circus, Ermal Meta, Nidi D’Arac ed altri. Chi vi ha trasmesso qualcosa in più in termini di suggerimenti ed esperienze? ''Mah, in realtà non c’è stato un artista in particolare che ci ha trasmesso qualcosa in termini di esperienza e non per loro demerito. Ma perché per noi tutto fa esperienza, anche suonare in un piccolo locale e con una band emergente del posto stesso ci rende felici! Molte volte apprezziamo di più le piccole cose!''.

Tornando all’album, la produzione è affidata a Max Zanotti (Deasonika, Casablanca) e annovera il feat. di Pino Scotto. Come nasce l’idea di collaborare con loro? ''Allora, Max l’abbiamo conosciuto tramite David, e ci ha dato una grossa mano in termini di produzione artistica e in fase di chiusura del disco. L’album infatti è stato registrato qui in Puglia da un nostro amico, Diego Cipriano, e ci siamo interfacciati con Max in maniera assidua per raggiungere il risultato ottenuto! Poi Pino per noi è un fratellone, abbiamo condiviso il palco in più occasioni e siamo spesso in contatto per raccontarci ciò che viviamo. Il suo è stato un regalo!!!''.

In che stato versa, secondo voi, lo stato di salute del rock-grunge italiano? Vista la pandemia, come riuscirete a promuovere “Ri-Evoluzione”? ''La pandemia rappresenta un grandissimo problema, ma il problema del rock in Italia va oltre. La cultura del rock non fa parte del nostra paese o comunque in maniera molto marginale. Questa è una delle critiche maggiori che facciamo alla nostra nazione come band. Riguardo la promo dell’album avevamo pensato a un live streaming, ma bisognerà vedere se sarà possibile realizzarlo, viste le gravi condizioni che abbiamo in Puglia adesso per via del Covid. Il nostro più grande desiderio è di ritornare a suonare davanti alla gente, a tanta gente… per noi la musica è questo!''.

Augurando ottime prospettive, salutiamo i Ninfea con l’auspicio che il loro messaggio di non diventare schiavi della tecnologia possa far tornare una socialità più diretta e meno egoista. (Max Casali)