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23/01/2013 THE BROTHER GREEN
'Italia? Non è un paese per giovani...'
Ciao Fonx, prima di tutto volevo iniziare chiedendoti come è nata l'idea di creare i THE BROTHER GREEN, e come questa idea si sia sviluppata fino ad arrivare al vostro disco "No Country For Young Men". ''Questo collettivo è nato grazie ad una serata mensile che ormai facciamo da due anni in un club a Pisa, l'Exwide. Essendo dj resident in questo locale, mi proposero di fare una serata mensile con l'interazione/improvvisazione di musicisti, così dopo qualche esperimento abbiamo trovato la line-up giusta, composta da me ai giradischi e looper, Peewee Durante alle tastiere e Piero Gesuè alla voce e vari musicisti che si sono alternati nelle serate, tra i vari Cris Pacini, Filippo Guerrieri e Mr T-Bone (Africa Unite/Blue Beaters). Da questa esperienza positiva abbiamo fatto date in giro per la Toscana, e così abbiamo deciso di chiuderci in studio per registrare un po' di materiale nostro, visto che durante le serate improvvisavamo tutto il set. In studio c'è stata l'entrata decisiva nel progetto di Roberto Bombo Fiorentini al basso, agli arrangiamenti e al missaggio''. Il vostro è sicuramente un progetto ambizioso e fuori dai canoni a cui siamo abituati in Italia, che, come citate anche voi nel titolo del disco "Non è un Paese per giovani", è molto ancorato alla tradizione. Come è stato accolto fino ad ora? ''Per ora è stato accolto bene, vediamo che accadrà. Non è facile portare avanti un progetto ancorato ad una tradizione musicale, quella afroamericana e black in generale, che in Italia non ha avuto nel passato una grande diffusione, nonostante ci siano stati dei musicisti italiani del passato che hanno prodotto della bella musica, e che avevano questi punti di riferimento musicali anziché la musica melodica italiana o i cantautori. Comunque non penso siamo dei completi alieni, ora in Italia ci sono già due/tre generazioni che hanno ascoltato o ascoltano musica black, nella sua accezione più ampia (dal jazz al funk dall'hip hop al reggae). Ci sono stati anche dei pregiudizi culturali, questi generi fino agli anni '90 erano ascoltati prevalentemente da persone che in qualche modo avevano a che fare con i locali da ballo, e la musica da ballo non aveva dignità di chiamarsi tale, rispetto a quella prodotta dai musicisti. E questa visione (provinciale?!) in altre forme resiste ancora oggi... Per me che sono cresciuto ascoltando di tutto, esiste solo la buona musica e la cattiva musica, basta. Per fortuna con il tempo, e con l'aiuto delle tecnologie, ci siamo lentamente 'imbastarditi' culturalmente. Ed i ventenni di oggi, forse grazie all'hip hop e alla musica elettronica, sono già abituati a certi suoni, magari poi non gli piacciono, ma questo è un'altro discorso''. Credete che il vostro sound funzionerebbe "meglio" all'estero? ''Meglio non lo so, sicuramente sarebbe capito con molti meno sforzi. Comunque ci stiamo attrezzando, fra qualche mese sapremo se all'estero può essere accolto "meglio". Sarebbe bello che in Italia diventasse una cosa normale produrre musica con queste influenze, come sta succedendo ultimamente con il rap''. Nel disco c'è anche una cover, "Windowlicker" di Aphex Twin. Il brano è stato stravolto in una chiave più acustica, ma veramente efficace. Come vi è venuta l'idea e perchè proprio la scelta di "Windowlicker"? ''Perché volevamo mettere una cover sull'Album, ma quando siamo andati a scegliere una di quelle che facevamo durante le serate, erano quasi tutti brani di artisti facilmente richiamabili al nostro suono, così abbiamo cercato qualcosa in repertori teoricamente lontani, ma per noi vicinissimi. E' stata una sfida a noi stessi''. In percentuale quanta improvvisazione c'è stata nella stesura dei brani del disco? E perchè è così importante improvvisare per i THE BROTHER GREEN? ''Il progetto è nato sull'improvvisazione, visto che durante le serate fatte, prima di registrare l'album, tutto il set era improvvisato. Questa versione era ed è, perché continuiamo a farla ma in una formazione più ristretta, pensata per i club in cui si balla, un dj set con l'interazione di musicisti, spesso il dj conduce solo ritmicamente ed il resto viene aggiunto dai musicisti coinvolti nella serata, con un occhio sempre alla pista da ballo. Infatti le improvvisazioni spesso erano dei mush up di classici brani funk, jazz e soul sovrapposti, l'improvvisazione non è stata mai fine a se' stessa, ma a servizio del groove e del ballo. In studio invece l'improvvisazione è metà del lavoro, visto che poi, tagliamo e riarrangiamo le tracce con gli strumenti suonati, come ci piace di più. Mentre nel live che stiamo preparando le parti improvvisate sono più disciplinate''. La vostra musica è un mix molto originale influenzato, immagino, anche dalle diverse esperienze dei componenti della band: è difficile far convivere così tante idee diverse? ''Sì, effettivamente veniamo da percorsi musicali diversi, ma creare insieme è stato semplice, forse l'amore comune per la musica ci ha aiutato''. In che modo vi approcciate al live? Esiste una formazione fissa o è soggetta a mutamenti? ''La formazione fissa che stiamo provando è composta da me ai beats, Bombo Fiorentini al basso, Peewee Durante alle tastiere, Piero Gesuè alla voce e Filippo Guerrieri alle seconde tastiere. Poi, a seconda delle situazioni, possiamo girare anche in tre o con altri musicisti in più''. Sempre parlando di live: ascoltando l'album vi ho immaginato suonare sia nel piccolo locale Jazz che in una dimensione più affollata da club. Credo che la vostra musica si possa adattare molto a diverse situazioni. Qual è quella che preferite? ''Per ora abbiamo suonato in piccoli club, e sentire il calore della gente, come durante i dj set, fa bene al groove. Penso che ci possiamo adattare bene a varie situazioni, essendo un collettivo abbastanza aperto''. Il vostro album ha un packaging molto particolare (che ricorda un 45 giri) e grafiche curatissime. Quanto incidono secondo voi questi elementi nel vostro progetto musicale? ''Questa è una fissazione soprattutto mia... Da grafico e maniaco dei dischi, volevo offrire un lavoro fatto con passione, come erano i dischi di una volta. Dietro c'era un lavoro, sia di stile che di contenuto, e il fatto che oggi stampare in vinile sia diventato difficile, per i problemi di commercializzazione, non vuol dire che la musica non deve avere anche un'immaginario, un anima. Se il futuro sono le penne USB, allora viva il passato. Forse un 45 giri lo avremo davvero, stiamo aspettando delle novità… Speriamo. Comunque l'apporto fondamentale all'immagine del gruppo l'ha data il bravissimo Guido Bartoli (funnytaleproject.it). E chissà che in qualche data non sia possibile fare anche delle cose insieme audio e video, nel puro spirito dell'improvvisazione''. Lasciamo spazio ai saluti e ai vostri contatti. ''I contatti sono il sito www.thebrothergreen.com, il sito dell'etichetta www.burnow.com e la pagina facebook. Poi, per chi è interessato all'acquisto digitale, lo può trovare su Itunes e su tutti gli altri digital store, se invece si vuole acquistare la copia fisica (magari quella con il fumetto in allegato!), e non avete un negozio di dischi di fiducia. andate sul sito di audioglobe, www.audioglobe.it''. Che altro dire, che il funk sia con voi! (Andrea Comi)