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24/03/2021   GIALLO
  ''I sogni son muri. E a me i muri piace prenderli a testate...''

Scritto inizialmente su tre accordi di chitarra, e successivamente sviluppato e prodotto insieme a Lorenzo Manni, “Spettatori” è il singolo d’esordio di Giallo (il cui vero nome è Samuele, ma sua sorella Sofia voleva convincere loro madre a chiamarlo veramente Giallo). “Spettatori” non è un semplice brano da assaporare singolarmente, esso rappresenta infatti l’inizio di un progetto musicale ed artistico caratterizzato da una forte continuità. Il videoclip è il principio di un’evoluzione di stile che va dalle tecniche cinematografiche più essenziali fino ad avvicinarsi sempre più alla realtà. “Spettatori” è il primo atto di un cortometraggio che prenderà forma singolo dopo singolo.

Perché proprio… Giallo? ''Giallo lo devo a Sofia, mia sorella. Giallo come la bicicletta che avevo a cinque anni, e che urlava il nome di Valentino Rossi mentre scendeva nel fosso per un’impennata. Il Dottore. Anche il suo numero è giallo. 46. Giallo come la maglietta del Brasile che mi andava lunga, fino a sotto i piedi. Ed io che mi lanciavo sulla trapunta per parare i tiri del babbo. Sofia voleva che mi chiamassi Giallo. Lo ha detto ai miei genitori quando sono nato. Loro hanno scelto Samuele. Lei non sapeva il nome che mi stava regalando''.

Che cosa vuoi comunicare con il singolo “Spettatori” e come si inserisce all’interno del disco che lo conterrà? ''“Spettatori” lo considero l’inizio dell’inizio. Una delle prime canzoni complete che ho scritto. Sicuramente la canzone che mi ha fatto decidere di prendere la musica più sul serio. È nata in un momento di cambiamento, dopo aver finito il primo anno di università. Un momento in cui passavo le notti a pensare al presente e sognare il futuro. È la prima canzone dell’EP sia cronologicamente che concettualmente''.

Qual è stato il momento che ti ha fatto capire che la musica era la tua strada? ''La musica è sempre stata parte di me, della mia educazione, della mia famiglia. Non ho mai pensato di voler lavorare con la musica fino a metà liceo. A me piace sognare in grande, spesso è un pregio, spesso un difetto. Ma la prima volta che sognai di fare musica ricordo che lo dissi a mia sorella. “Un giorno voglio suonare negli stadi”. Forse lì ho iniziato a capirlo. Poi i sogni son muri. Ed a me i muri piace prenderli a testate''.

Che cosa consiglieresti a tutti i giovani che come te vogliono intraprendere un percorso musicale? ''Io consiglio di rimboccarsi le maniche. Perché qualsiasi cosa si voglia fare, c’è sempre bisogno di impegno, lavoro, ma soprattutto energia. È importante non mettersi limiti secondo me. Intendo limiti nel come fare le cose. Mi sento in un mondo dove la musica segue dei binari chiari. Uscire dai binari è difficile, ma soddisfacente. Todo o nada insomma''.

Prossimi progetti per il 2021? ''Adesso la macchina ha iniziato a muoversi. Ci sono quattro singoli che completeranno il mio primo EP. Il prossimo uscirà il 2 di aprile. Poi spero di poter suonare. Voglio il live, il contatto con le persone. È una cosa che è sempre mancata al mio fare musica, e vorrei bilanciare questo vuoto al più presto. Magari con qualche amico che suoni con me. Ci sto pensando''.