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21/02/2021   MURDACA
  ''La mente, satura, si lascia sprofondare, incapace di distinguere il vero dal falso...''

Ad una manciata di mesi dal suo esordio discografico, torna Murdaca con un singolo che sa insinuarsi lungo i fianchi dell’ascoltatore, lasciando sprofondare la scena tra le sabbie mobili del cantautore lombardo. “Sabbie mobili”, il secondo singolo di MURDACA per Revubs Dischi, fuori ovunque il 12.2.2021. Abbiamo fatto qualche domanda al cantautore lombardo, per andare più a fondo nella questione.

Benvenuto su Music Map, Murdaca! Tre canzoni che hanno fatto la tua storia personale e che possono aiutarci a capire chi sei. ''Let it Happen -Tame Impala. Black Sabbath - Black Sabbath. Sunday Bloody Sunday - U2''.

Quand’è che Murdaca ha deciso di cominciare a scrivere? Ricordi un episodio scatenante? ''Ho iniziato a scrivere quando ho capito che non mi bastava più essere un chitarrista per esprimermi… sì, in parte, ma in realtà ho iniziato a scrivere a seguito di un bellissimo litigio che in qualche modo mi ha salvato la vita''.

Tra l’altro, sei anche un bravissimo musicista, come abbiamo potuto vedere dalla live session di “identikit” che hai pubblicato giusto qualche settimana fa. Quanto ti mancano i live e, sopratutto, credi che tornerà davvero tutto come prima? ''I live sono come l’ossigeno per ogni musicista, sinceramente sono un po' preoccupato, l’unica cosa di cui sono abbastanza convinto è che, quando si potrà tornare, sarà bellissimo, forse la musica acquisterà valore ed esclusività. Dico esclusività perché prima della pandemia eravamo abituati e davamo per scontato l’esistenza dei concerti e, come tutte le cose, quando ti ci abitui perdono di valore''.

Anche “Sabbie mobili”, in qualche modo, sembra raccontare la sensazione di instabilità di questa quarantena, che ci ha cambiato tutti, in modo diverso. E tu, in cosa ti senti cambiato da tutto questo? ''Più che cambiato mi sento un po' appiattito, come se i miei sensi si fossero attenuati. Inoltre la confusione mediatica a cui tutti siamo sottoposti peggiora la situazione, mi fa perdere ancora di più il contatto con la realtà… mi fa sprofondare''.

Addentriamoci nelle “Sabbie mobili” di Murdaca. Perché, quando e come nasce il tuo ultimo singolo per Revubs Dischi? ''Nasce dal desiderio di evadere mentalmente da una prigionia che è piombata dal cielo, da un giorno all’altro. Volevo far emergere un parallelismo tra l'oppressione dei sensi dovuta al momento storico (sottovuoto) e la sconfinata quantità di informazioni giornaliere in cui mi sento profondare (sabbie mobili). L’idea musicale nasce da un giro di synth che fin da subito ha trasportato la mia mente altrove, ed era proprio quello di cui avevo bisogno''.

C’è un collegamento tra i brani pubblicati fin qui? Se dovessi tracciare una linea di continuità (sempre che sia possibile) dove la vedresti? ''Ho tracciato la linea che collega i brani ispirandomi al celebre premio oscar di Orson Welles, 'Quarto Potere' (1942). “Identikit” parla di un tentativo di ricomporre la mia identità perduta, proprio come nel film il protagonista C.F. Kane, magnate della stampa americana, mostra tramite dei flashback frammenti della sua vita lasciando allo spettatore il compito di ricomporre come un puzzle la sua complessa personalità. Per “Quarto Potere” si intendono proprio i mezzi di comunicazione di massa a cui faccio riferimento in “Sabbie mobili”, dove parlo dell’eccessiva informazione a cui siamo sottoposti dai media, in cui la mente, satura, si lascia sprofondare, incapace di distinguere il vero dal falso''.

Tre oggetti che non possono mancare sulla più classica delle isole deserte? ''Una sfera (per vedere il futuro), un Theremin (cosi imparo a suonarlo) e un coltellino svizzero (per la sopravvivenza)''.