Sono presenti 1334 interviste.

22/11/2024
BANDE RUMOROSE IN A1
''Emozione, comunicazione e racconto presuppongono uno scambio, un incontro...''

19/11/2024
FITZA
''E' normale sentirsi spaventati dall’entrare in intimità con qualcuno, però è una sfida che va affrontata...''

tutte le interviste


interviste

02/12/2020   GAPPA
  ''La responsabilità di cambiare è in ognuno di noi, senza trovare per forza dei capri espiatori...''

Gappa (alias di Gaspare Palmieri) è un cantautore e psichiatra, attivo da molti anni, sia come musicista e sia nel progetto Psicantria (Psicopatologia cantata) con la finalità di far conoscere i disturbi psichici e lo “psicomondo” attraverso la canzone. Per saperne di più lo intervistiamo in occasione dell’uscita del nuovo singolo “Siddharta”.

Ciao Gaspare. Per cominciare, raccontaci un po’ di te e quando scoccò la scintilla per la musica. ''Ciao Max e grazie di questa opportunità! Ho iniziato a strimpellare la chitarra a 15 anni e appena ho imparato i classici tre accordi (che negli anni sono aumentati a sei-sette…) ho sentito il bisogno di iniziare a scrivere canzoni, unendomi a un gruppo che si chiamava Compagnia delle Indie con cui registrammo un paio di demo. Da allora non ho mai smesso di scrivere e cantare, e negli ultimi dieci anni ho prodotto tre dischi da solista e altri tre con il progetto Psicantria''.

Oltre all’attività di cantautore, ti occupi appunto anche di psicantria: in cosa consiste e come riesci a conciliare questa attività con quella di musicista? ''Lo psichiatra è un dottore che cura i disturbi mentali, ci sono tanti modi per farlo e diversi contesti dove puoi svolgere questa professione, molto interessante ma anche impegnativa. Dopo tanti anni in una clinica, ora lavoro principalmente nel mio studio a Modena e collaboro con altri studi, occupandomi di tutte le problematiche psichiatriche dell’adulto come ansia, depressione, disturbi del comportamento alimentare. Fare lo psichiatra è la mia attività principale e la musica è una grande passione a cui cerco di dedicare più tempo possibile, compatibilmente con il lavoro e la famiglia''.

Dal terzo album “Passeggeri” è stato estratto il nuovo singolo “Siddharta”, accompagnato da un bel cartoon-video. Perché la scelta di progettarlo con i disegni e cosa rappresenta per te questo pezzo? ''''Siddharta'' è una canzone bioptic in cui ho cercato di sintetizzare la storia e gli insegnamenti di Siddharta Gotama, ovvero il Buddha. Mi pareva un brano che meritasse di essere diffuso con un video e ho pensato che l’animazione fosse la strada più efficace e fruibile. Ho dunque coinvolto il fumettista Champa, che oltre a grandi competenze grafiche conosce bene la materia di cui tratta la canzone, visto che lavora all’istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia, un importante centro di Dharma''.

Siddharta, come dicevi, è l’asceta indiano e fondatore del Buddismo. Cosa ti affascina di questa religione? Ci sono, per caso, collegamenti con il libro di Herman Hesse? ''Come molti ragazzi ho sentito nominare Siddharta per la prima volta al liceo leggendo il libro di Herman Hesse e ovviamente rimanendone colpito. L’interesse per il buddismo è iniziato alcuni anni fa con la frequentazione insieme a mia moglie Lucia proprio del centro di Pomaia. La cosa che mi attrae di più di questa filosofia è che non c’è l’invito a credere in nessuna entità creatrice, né a temere il severo giudizio della stessa. La cosa che mi piace di più del buddismo è l’invito a “allenare“ la propria mente coltivando le virtù della presenza mentale, della gentilezza, della compassione, dell’altruismo, e toccare con mano come questo “allenamento” mentale ti faccia sentire meglio e più in pace con te stesso e il mondo che ti circonda. Per me un messaggio davvero potente nella sua semplicità, e inoltre ti offre anche degli strumenti per allenarti come la pratica della meditazione''.

Hai molto a cuore l’invito a riprendere possesso del nostro tempo e prenderci cura del mondo in cui viviamo. Credi che si cominci ad intravedere una luce di speranza per le sorti del pianeta? ''Credo che la pandemia che ci ha travolto, nella sua drammaticità, possa essere una buona occasione per capire che dobbiamo prenderci più cura dell’ambiente in cui viviamo, dell nostro vecchio pianeta e di conseguenza di noi stessi. Anche ristabilire le giuste priorità nelle nostre vite è essenziale in questo momento, trovare nuovi equilibri. Come diceva Gandhi il cambiamento del mondo inizia guardandoci dentro e la responsabilità di cambiare è in ognuno di noi, senza trovare per forza dei capri espiatori''.

Dal debut-album “Cervello in fuga” (2008) a “Passeggeri” sono trascorsi 12 anni, con in mezzo “Un Lupo”(2015). Senti che è cambiato il tuo modo di scrivere? ''Nel primo disco c’era tanta ironia e un pizzico di sarcasmo, diciamo che l’ultimo disco è decisamente più serio, forse più maturo e consapevole, d’altra parte rispetto a dodici anni fa sono cambiate tantissime cose nella mia vita, a partire dall’essermi sposato e aver messo al mondo dei figli''.

Il Buddismo è accostato, sovente, a meditazione e mindfullness. Quanto ti aiuta nella tua attività artistica e professionale? ''Praticare la meditazione e la mindfulness, sia da solo che conducendo gruppi, è diventata una parte fondamentale della mia vita a cui dedico un po’ di tempo ogni giorno. Meditare ti porta a guardarti dentro, a fare chiarezza, anche a vedere certe illusioni che la tua mente costruisce. Nella pratica professionale trovo tanti benefici in termini di centratura, di presenza mentale anche nella relazione e dell’accorgersi quando si fanno certe cose in modo reattivo. Nella vita artistica questo lavoro introspettivo è utile secondo me ad avere nuove ispirazioni, un po’ come esplorare il mare come un sub, ma in questo caso il mare è la tua mente''.

Credi sia rilevante suggerire ai figli e al Prossimo tale filosofia? Oppure è giusto non forzare la mano per lasciare la libera scelta alle persone? ''Credo che il buddismo vada proprio nella direzione opposta alla forzatura! I nostri figli non sono battezzati ma frequentano una scuola di ispirazione cattolica di cui siamo contenti. Credo sia giusto che possano avere una panoramica delle diverse religioni e ovviamente anche delle nostre radici cristiane, ma non ci sentiamo di imporre nulla in questo ambito così personale''.

Augurando ottime prospettive, salutiamo Gaspare con l’auspicio che il suo singolo possa allargare l’orizzonte riflessivo per un miglior benessere. ''Grazie mille per le domande stimolanti, e auguro a voi ogni bene''. (Max Casali)