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20/12/2024
19/11/2020 NICOLA LOTTO
''Noi, come le parole delle canzoni, dovremmo essere perle nel mistero...''
Incontriamo Nicola Lotto, artista padovano che, da anni, porta avanti un progetto poetico e musicale. Poiché il 20 novembre esce il debut-e.p. “Si comincia cosi”, cogliamo l’opportunità per saperne di più.
Ciao Nicola. Come ti sei approcciato alla musica e quali sono i tuoi trascorsi? ''Ciao, la musica è arrivata per induzione esterna. O forse è arrivata per significare il mistero, il nostro. E se così fosse, e io l'avessi solo percepita e afferrata nell'aria? Una volta non credevo a questa visione, ma l'altra notte ho sognato una canzone a me sconosciuta e mi son chiesto se in effetti non sia proprio così. Comunque ero un adolescente in fiamme. Un 'diversamente felice' adolescente in fiamme''.
“Si comincia cosi” è il tuo debut-e.p. di 5 pezzi, anticipato dal singolo “Una luce”: qual è quella che cerchi tu in musica? ''Sono 6 pezzi. Il sesto è il primo strumentale ma di fatto io la vedo come un'altra canzone, perché lavora su altre suggestioni e mi pare possa rivendicare un'identità personalissima. Si chiama ''Una luce senza voce'' e non ''Una luce (strumentale)'' proprio per questo motivo. Contorto ma vero. La luce che io cerco è fatta di tante piccole cose sacre, tra tutte direi un'idea di poesia. Non quella in versi, quella che si respira''.
Il brano annovera il feat. dell’ex Ritmo Tribale Edda. Come sei riuscito a convincerlo e come si è sviluppata l’idea? ''Grazie al lavoro di Marco Olivotto e anche alla mia tenacia. Alla fine ha accettato, proprio nell'unico momento in cui non ci speravo più. Se non è ironico questo rispetto le nostre volontà di indirizzare i fatti dell'esistenza… L'ho scelto perché la sua voce è molto diversa dalla mia, per creare un contrasto. E perché lo seguo, mi piace da sempre e trovo la sua voce surreale, onirica e sofferta''.
Sappiamo che il brano ha subito tante modifiche, prima di arrivare alla stesura definitiva. Cos’è che non ti convinceva, e poi perché lo hai inserito nella tracklist anche in versione strumentale? ''Non mi convinceva niente, né il testo né la musica. Volevo fosse brillante e colorato, volevo avesse un carattere diverso dagli altri del disco. Alla fine ho capito che dovevo seguire l'istinto senza troppi calcoli. Allora le cose si sono sistemate e con Andrea Liuzza l'abbiamo registrato e prodotto. Sulla seconda parte della domanda ho già detto prima… altra ironia, vedi che ci perseguita?''.
Tra l’altro, nei tuoi spettacoli, porti avanti un parallelismo di “reading”, come se volessi incastonare la poesia con la musica. Lo ritieni un progetto impegnativo ed ambizioso? ''Sì. Lo è. Per me è anche fondamentale perché a quella ricerca va, per il momento, il mio tendere. Vorrei anche dire che non mi definisco un poeta. Per me la poesia sta nella sacralità delle cose, connaturata a un'idea di bellezza. Nel mio caso parole e musica che parlano di noi, del nostro non essere solo impiegati che ambiscono alla pensione. Noi, come le parole delle canzoni, dovremmo essere 'perle nel mistero'''.
Dai tuoi testi si evince che sei molto attirato dal buio introspettivo: luogo, forse, in cui pulsano i migliori istinti poetici e bagliori salvifici? ''Sì, per mia naturale inclinazione direi. Non amo le baldorie festanti ma so parteciparvi. E poi, per citare Tenco (che non fa mai male): 'in giro c'è già troppa gente che parla, parla, parla sempre, che pretende di farsi sentire e non ha niente da dire'. Se vieni a trovarmi te ne presento un po'...''.
Nel video-single, fai ricorso a tre carte dei tarocchi: il bagatto, l’appeso e la ruota. Quest’ultima, però, appare prima capovolta, assumendo quindi un significato diverso. Perché hai pensato ai tarocchi? Retaggio dei spagnoli Heroes del Silencio? ''Saranno contenti alcuni miei amici quando vedranno il nome degli Heroes del Silencio in questa intervista! Ora che l'ho detto, è anche un modo per capire chi di loro la leggerà questa intervista. La cosa si fa interessante. E in tutto questo non ho risposto alla tua domanda...''.
In finale, un breve accenno agli altri 4 pezzi presenti nell’e.p. ''Gli altri 4 pezzi (che in realtà sono 5) sono un pezzo folk, una ballata misteriosa, una reinterpretazione di un passo di Rimbaud e una sorta di piccolo manifesto poetico. Suonati con il violoncello di Riccardo Bortolaso e il violino di Sabrina Contiero, prodotti in parte da Andrea Liuzza e in parte da Ugo Ruggiero''.
Ringraziando e salutando Nicola Lotto per le risposte, formuliamo l’auspicio per le migliori affermazioni artistiche. (Max Casali)