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01/01/2009   ENRICO NASCIMBENI
  'Canto il minestrone caldo, e cerco di farlo diventare poesia...'

E' più forte di lui, Enrico Nascimbeni è poesia allo stato puro. Non riesce a non essere poetico nemmeno rispondendo alle domande di un'intervista qualsiasi. Parliamo di uno dei più grandi cantautori italiani, baciato dalla grazia dei De André, dei De Gregori (o del suo amicone Vecchioni), ed ora baciato anche da un successo quasi sorprendente.

Il suo nuovo album "Uomini sbagliati" è diventato disco d'oro in due mesi ed è primo tra gli italiani su iTunes da due mesi e mezzo. Che succede, gli italiani si sono riappropriati del gusto della vera musica e della vera poesia? Mi approccio quindi a quest'intervista più da fan che da giornalista, io che acquistai nell'83 la cassetta (sì, esistevano anche quelle) di "Hotel Costarica", e che 25 anni dopo, cioé solo pochi mesi fa, mi innamoravo sulle note della sua "Stigmate".

Enrico, se non erro il tuo esordio musicale risale esattamente a 32 anni fa, 1977, 45 giri "Giovanna prima o poi". Quanto sei cambiato da allora, come autore e come uomo? "COME UOMO HO QUASI 50 ANNI, ALLORA NE AVEVO DICIASSETTE. E QUESTA E' LA COSA CHE PIU' MI SPIACE. MI MANCA LA SPENSIERATEZZA DI ALLORA. COME AUTORE ORA SONO ALLA RICERCA DELLA SEMPLICITA' DI LINGUAGGIO. DIRE COSE SEMPLICI, DESCRIVERLE, MA CON POESIA. E' FACILE CANTARE UN TRAMONTO. MENO FACILE CANTARE UN PIATTO DI MINESTRA CALDO. ECCO, IO CANTO IL MINESTRONE CALDO ADESSO, E CERCO DI FARLO DIVENTARE POESIA". Grande Enrico. Impagabile.

Ormai da 20 anni associ all'attività musicale quella di giornalista. Vocazione, questa, di famiglia, dal momento che sei figlio di Giulio Nascimbeni, responsabile della Cultura del Corriere della Sera, purtroppo scomparso meno di 1 anno fa. Vuoi ricordarci la sua figura? "MIO PADRE E' LA PIU' BELLA PERSONA CHE HO CONOSCIUTO NELLA MIA VITA. GLI DEVO TUTTO. E MI MANCA TANTISSIMO. GRAZIE A LUI A CASA MIA GIRAVANO PERSONAGGI COME MONTALE, PASOLINI, MORAVIA. L'ALBUM E' DEDICATO A LUI. E IN PARTICOLARE UNA CANZONE: "MIO PADRE ADESSO E' UN AQUILONE", CHE PARLA PROPRIO DEL MOMENTO IN CUI MI E' MORTO TRA LE BRACCIA".

Da cantautore e da giornalista sei comunque un attentissimo osservatore della realtà. Quanto è diverso, per te, raccontare la vita in musica o in un articolo? "SEPARO LE DUE COSE. NON FACCIO POLITICA CON LA MUSICA. NON CREDO AGLI INNI E ALLE MARCETTE. COME UOMO SONO IMPEGNATO POLITICAMENTE E SOCIALMENTE, E COMBATTO PER I MIEI IDEALI. LI HO ANCORA. COME CANTAUTORE CANTO LA VITA DI TUTTI I GIORNI, L'AMORE E I RICORDI".

Hai collaborato con grandissimi personaggi, italiani e non: da Tom Waits a Roberto Vecchioni, da Suzanne Vega a Paola Turci, da Leonard Cohen al tuo amico Francesco Baccini. Cosa hanno rappresentato tutti questi incontri, musicali e di vita, per la tua crescita musicale ed umana? "SICURAMENTE PER ME HANNO RAPPRESENTATO DEI MOMENTI DI CRESCITA. IO SONO UN 'VECCHIONIANO', ROBERTO ERA MIO PROFESSORE AL LICEO. DA ALLORA E' NATA UN'AMICIZIA-COLLABORAZIONE CHE DURA ANCORA OGGI. SICURAMENTE COHEN E WAITS SONO I PERSONAGGI PIU' GENIALMENTE ASTRUSI CHE HO CONOSCIUTO. DEI MAESTRI, DAI QUALI HO TUTTO DA IMPARARE. SCRIVERE CON LORO E' STATO SPLENDIDO".

20 anni esatti di assenza discografica, dall'83 al 2003. Quanto hai trovato cambiata la scena musicale italiana? "AVEVO SMESSO CHE C'ERANO LE RADIO LIBERE. HO RIPRESO CHE CI SONO LE RADIO NON-LIBERE. IL PANORAMA DELLA MUSICA ITALIANA ORA E' DESOLANTE. MA NON PER COLPA DEGLI ARTISTI. PER COLPA DI CHI DOVREBBE, E DICO DOVREBBE, PORTARLI PER MANO: CASE DISCOGRAFICHE, MANAGER, RADIO, TV, GIORNALI. I RISULTATI SI VEDONO: LA MUSICA ITALIANA STA MORENDO".

Un nuovo disco, una nuova esperienza di vita per te e per chi ti segue con passione ed affetto. Parlaci di "Uomini sbagliati". "GLI UOMINI SBAGLIATI SONO QUELLI CHE VIVONO MALE QUESTA EPOCA. IO AD ESEMPIO. NON MI PIACE IL MONDO IN CUI VIVO. FATTO DI ARROGANZA, DI APPARENZE E NESSUN CONTENUTO. IL MIO ALBUM PARLA ANCHE DI PAVESE, MODIGLIANI, BUKOWSKI... UOMINI SBAGLIATI NELLE LORO EPOCHE. MA PER ME IN VERITA' ASSOLUTAMENTE GIUSTI. PENSAVO CHE QUESTO ALBUM, CHE E' PIUTTOSTO ASPRO, OSTICO, CON ARRANGIAMENTI FRANCESCANI ANDASSE MALISSIMO E INVECE... IN DUE MESI HO PRESO IL DISCO D'ORO E SONO IN TESTA ALLA CLASSIFICA ITALIANA ALBUM DI ITUNES DA DUE MESI E MEZZO. COSA VUOL DIRE? CHE FORSE LE PERSONE HANNO BISOGNO DI MUSICA "SINCERA", FATTA COL CUORE E NON CON IL CALCOLATORE. O FORSE CHE E' ARRIVATO IL MIO MOMENTO... CHISSA'... LA VITA E' BELLA PERCHE' E' VARIA". O forse, semplicemente, la gente si è stancata di musica usa-e-getta, ed ora vuole "roba che duri". I dischi di Enrico Nascimbeni durano. Tutta la vita. (Andrea Rossi)