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20/12/2024
03/06/2020 PIERPAOLO LAURIOLA
''La musica mi ha insegnato a relazionarmi con gli altri, predispone all'ascolto e amplifica la sensibilità...''
Pierpaolo Lauriola pubblica “Canzoni scritte sui muri”, terzo album di una carriera da cantautore che ha già visto numerosi successi e anche numerose attività in ambito sociale. Anticipato dal singolo “Scudo e riparo”, il nuovo disco comprende otto canzoni ricche di intensità e spesso di speranza.
“Canzoni scritte sui muri” è il tuo nuovo disco. Ci sono delle scritte o dei graffiti veri che ti hanno ispirato oppure è una metafora? ''Qualche anno fa, mentre camminavo per le strade di Milano, ho fotografato e postato su instagram una scritta che diceva “La sensibilità salverà il mondo”. In quel momento ho pensato che sarebbe stato significativo poter chiamare un disco “Canzoni scritte sui muri” e ne ho preso nota sul mio Moleskine. Quando ho cominciato a costruire il testo della canzone, a seguito di una esperienza importante a sostegno del Beccaria, sono partito da questo titolo''.
Arrivi al terzo album. Quali sono le cose più rilevanti che ti ha insegnato la tua carriera da musicista fin qui? ''La musica mi ha insegnato a relazionarmi con gli altri. Quest’arte ti predispone all'ascolto e amplifica la sensibilità. La musica può suggerirti nuove idee. Può essere una buona compagnia quando ti senti solo. Ma l'insegnamento più grande che mi ha dato fino ad ora è la socialità e lo scambio con gli altri attraverso le canzoni, i concerti e le giornate in studio di registrazione''.
C’è un vasto dibattito sullo scarso riconoscimento della figura del musicista oggi in Italia, stimolato anche dalla difficoltà di ottenere tutele in questo periodo di pandemia. Qual è la tua posizione? ''I musicisti in Italia sono come un esercito di fantasmi di cui nessuno si occupa. Se la musica è cultura, la cultura andrebbe protetta. Quest’arte invece, è abbandonata a sé stessa, e questa contingenza ne ha peggiorato la situazione. Se si escludono poche categorie fortunate e tutelate con contratti statali a tempo indeterminato, la gran parte dei musicisti deve fare i conti con la precarietà e con l’ansia quotidiana. Reinventarsi continuamente. Sempre più frequentemente i musicisti sono imprenditori del proprio talento''.
Il disco è a nome tuo ma mi sembra che ci sia stato, com’è normale che sia, un vasto lavoro d’équipe. Ci vuoi parlare dei tuoi collaboratori? ''Ci pensavo da almeno un anno. È stato proprio Antonio Riccardo che, dopo aver ascoltato le canzoni che gli avevo mandato via WhatsApp, mi ha spinto a finirlo. Ho conosciuto Antonio qualche anno fa, un musicista incredibile con cui ho condiviso un live allo Spazio Teatro 89. Insieme abbiamo ragionato su alcune canzoni che gli avevo fatto sentire e poi su un disco completo. Francesco Coletti ha prodotto il disco con noi. Grazie a lui è venuto fuori un lavoro complesso, ricco di suoni innovativi. Successivamente si sono aggiunti Roberto Colombo e Alberto Cutolo. Ho scritto due testi del disco con Sergio Salamone. Mentre il videoclip di ''Scudo e riparo'' è del registra Antonello Schioppa. ''Canzoni scritte sui muri'' mi sembra un quadro musicale su cosa siamo diventati noi in questi ultimi anni. È un disco destinato a durare. Si sono sviluppate belle sinergie che sono più uniche che rare. Anche la copertina dell'album è il risultato di un lavoro a più mani tra me, Angelo Pacifico che ha disegnato un quadro e Giuseppe Biancofiore che ha cicatrizzato l'Artwork''.
Hai chiuso il disco con “Da uomo a padre”, e fra l’altro, se non sbaglio, sei diventato padre di recente. Che significato ha la canzone? ''Credo che una delle tante trasformazioni che un uomo si trova ad affrontare quando diventa padre sia proprio quella di dover portare per mano suo figlio attraversando i cambiamenti e le continue scoperte. ''Da uomo a padre'' è un ponte tra quello che mi ha portato fino a qui e quello che sarà. Una canzone di speranza, simbolo di un futuro che si spera sarà migliore''.
Quali saranno i primi progetti che metterai in campo, appena sarà possibile tornare a suonare dal vivo? ''Sto organizzando nei dettagli il concerto che porterà in scena ''Canzoni scritte sui muri''. Sarà un contenitore di musica, ma anche di altre arti. Tutte le canzoni avranno un arrangiamento che sarà arricchito dalla band. Vorrei che fosse un’esperienza che aggiungesse valore al disco, un po' come è successo in passato tra la PFM e De Andrè o per Bob Dylan l’esperienza del Rolling Thunder Revue. Non vedo l'ora di farvelo ascoltare''.