Sono presenti 1349 interviste.

20/12/2024
CARLO AUDINO
''Tutta la musica è importante, bisogna imparare a gustarne tutti i generi e le varie diversità...''

20/12/2024
GRETA CASERTA
''Le radici raccontano una parte importante di noi, della nostra storia...''

tutte le interviste


interviste

18/03/2020   ALBERTO LOMBARDI
  ''Sono proprio dipendente dalla chitarra, e sono più di 20 anni che è così!...''

Chi è Alberto Lombardi? Come ti descriveresti in 3 parole? ''Chitarrista, Chitarrista, Chitarrista. Mi spiego, Chitarrista perchè suono la chitarra acustica in giro per il mondo in uno stile che si chiama “fingerstyle”, dove arrangio classici e scrivo canzoni per chitarra sola. Chitarrista perchè ho un tributo alla Stratocaster, la più celebre chitarra elettrica di tutti i tempi, dove suono da Hendrix ai Pink Floyd, passando per Clapton e Jeff Beck. Chitarrista perchè le mie canzoni hanno un forte connotato chitarristico. Ah, dimenticavo, ce n’è una quarta, chitarrista. Perchè suono anche per altri artisti (ho barato sul numero delle parole...)''.

“Start again” è il tuo singolo attualmente in rotazione radiofonica. Il missaggio gode di una grande firma come Bob Clearmountain, come vi siete conosciuti? ''Ho scritto alla sua manager e lei gli ha girato un mio brano, Bob era entusiasta ha detto: “Great guitar player, I’m in!”. Ha dovuto trovare spazio per me tra Springsteen e gli Stones, non scherzo! È strano lavorare con personaggi che hanno segnato così profondamente la storia del suono, in particolare negli anni ‘80 (“Let’s dance” di Bowie per dirne una). Ti accorgi che mettono i pantaloni una gamba alla volta come te, ma fanno incredibilmente bene il loro lavoro. Capiscono cosa è essenziale e cosa no, vanno al nocciolo. Spesso noi ci perdiamo in semantica di ogni genere, questi giganti puntano al risultato e zero chiacchiere e principi astratti. È stato molto bello, io ho anche uno studio dove produco emergenti e vederlo lavorare è stato istruttivo, oltre che di grande ispirazione. Inoltre ci tengo a dire che sul disco ci sono anche le cantanti della band Chic, che sono mie care amiche, ogni tanto suoniamo assieme. Hanno registrato un bel coro Gospel su una canzone, erano in Italia e le ho invitate in studio da me a fare questo cameo''.

Il brano è accompagnato da un video girato oltreconfine. Cosa ricordi delle riprese? ''Innanzitutto mi sono scottato nel deserto del Mojave. Ero viola la sera, nel video un po’ si vede! Il pezzo parla di ricominciare e il video è la storia di un viaggio di rinascita, parte dal deserto, dall’aridità, e poi arriva al mare, a Point Due, vicino Malibù, dove è stata girata la scena finale de “Il pianeta delle scimmie”, e lì faccio il solo di chitarra con le onde che si infrangono, molto Guns n'Roses. Poi finisce con me e Bob in studio e con me che suono sotto un bellissimo salice riempito di lampadari, quindi approdo alla bellezza. Era diventato un’attrazione turistica a Los Angeles ma purtroppo per ragioni di permessi lo hanno chiuso!''.

Hai lanciato un crowdfunding e sappiamo che con il ricavato promuoverai “Home”, il tuo nuovo disco. Ti va di parlarcene? ''Una volta le persone compravano l’album e grazie a quello esisteva un’industria musicale che promuoveva i dischi. Li mandava in radio, in tv, ne faceva scrivere i giornali, etc. Oggi l’industria agonizza e punta su talent e cavalli già vincenti. Cerco di replicare quella formula, dove attraverso la stima e il sostegno di chi apprezza la mia musica io possa finanziare la diffusione del mio lavoro. Spotify e simili danno qualcosa agli artisti ma ci vogliono milioni di stream l’anno per avere uno stipendio minimo e quei numeri sono per pochi. Io chiedo a chi apprezza quello che faccio di aiutarmi a spargere la voce, comprando musica che gli piace (spero) e permettendomi di farla conoscere di più con la promozione. Ho stampato anche un bellissimo vinile!''.

Sei un bravissimo chitarrista. Com’è nata la tua passione per la chitarra? ''Grazie! Suono da quando ero un adolescente, ma direi per caso. Me la sono trovata in mano e non l’ho più posata, però ammetto di essere proprio dipendente dalla chitarra, è il mio lavoro e il mio hobby, a volte suono e non mi accorgo che s’è fatta notte. E sono più di 20 anni che è così!''.

Quanto contano per chi fa il musicista gli stimoli culturali? ''Moltissimo, ci si inaridisce con facilità. Questo in generale, quindi per chi vuole avere qualcosa da dire (anche di non concettuale, ma solo emotivamente), c’è bisogno di essere costantemente stimolati. È facile però perdersi tra mille costanti distrazioni, io a volte spengo o allontano il telefono. È come un bambino, vuole costanti attenzioni''.

Le tue prossime mosse? Hai delle date in programma? ''Purtroppo sono rimandate, sia le mie date di promozione al disco, sia quelle dello Stratocaster tribute e anche quelle degli artisti con cui lavoro. Deve passare questo momento, ma tengo molto aggiornati i miei social, seguite albertolombardimusic, vi aspetto!''.