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20/12/2024
19/02/2020 MAURO MANICARDI
''I testi parlano da soli e sicuramente ci insegnano qualcosa…''
Mauro Manicardi presenta il suo nuovo album "Armati di coraggio".
Ciao Mauro, come è nato il tuo percorso musicale? Cosa ha stimolato il tuo interesse verso le tradizioni che si stavano perdendo? ''Ho sempre privilegiato sin da ragazzo la musica acustica a quella elettrica, il folk al rock, questione semplicemente di gusti quindi il passo è stato breve, dal folk americano di Woody Guthrie e di Bob Dylan, sono passato ad ascoltare ciò che succedeva dalle nostre parti, in Italia. Il mio percorso è stato variegato. Sono passato da un genere all'altro, poi alla fine degli anni '70 mi sono innamorato della musica tradizionale irlandese, e ho cominciato a praticarla col mio primo gruppo, i Lancelot. Il progetto è durato 15 anni, è stata una bella esperienza formativa. All'inizio degli anni '90 ho voluto occuparmi di ciò che succedeva a livello musicale, dalle mie parti, la mia regione, la Lunigiana. Dal '92 al 2002 ho girato le campagne a registrare i musicisti tradizionali che erano rimasti. Tutto il materiale raccolto o gran parte di esso è finito in un libro e in 3 cd. Tandarandan è invece il progetto che nacque con altri 7 musicisti della mia citta, La Spezia: rielaborammo assieme quel materiale sonoro, dandogli un nuovo vestito. Tanda è stato invitato negli anni ai più importanti folk festival italiani. L'avventura Tandarandan si interrompe improvvisamente nel 2013 con la scomparsa di Maurizio Cavalli, cantante e chitarrista del gruppo. In quel periodo si stava lavorando ad un 4° cd sul carnevale spezzino fine '800''.
La canzone "1894" è dedicata a un eroe dimenticato, Pietro Gherardi: puoi raccontarci la sua storia? ''Questa è la storia dei moti lunigianesi del 1894. Una rivolta popolare contro il governo Crispi che soffoco' nel sangue: ci furono 16 morti tra i rivoltosi e Pietro Gherardi, che fu uno dei promotori, fu imprigionato e morì sei mesi dopo nel carcere di Sarzana. Ho voluto ricordare e rendere omaggio a quest'uomo sconosciuto che si ribellò per avere un salario più umano, una condizione di vita migliore: è la storia di un uomo buono e di un uomo cattivo. Quello buono dimenticato, quello cattivo glorificato in ogni città italiana con una via in una piazza a lui intitolata. Il mondo è alla rovescia. Viva Pietro Gherardi''.
Questo disco racconta una parte delle tradizioni italiane che molti non conoscono. Una canzone testimone di questo è "Milano" dedicata a Vincenzo Bassignani con cui hai anche collaborato nel primo disco ''Tandarandan''... ''La canzone "Milano" racconta la storia di Vincenzo Bassignani che abitava nel paese di Merizzo in Lunigiana: non emigrò come tanti suoi compaesani all'estero, ma andò a vivere a Milano nel 1939. In quella città si mise a fare il venditore ambulante di merceria e girava con una bicicletta con una cassetta davanti e una dietro. Da un paesino sperduto della Lunigiana si trovava in una grande metropoli. Raccontava il suo stupore nel vedere il tram per la prima volta nella sua vita. Ricordava quando ha visto "Il cenacolo di Leonardo Da Vinci" che non era visitato e curato come al giorno d'oggi. Vincenzo ha collaborato nel primo disco "Tandarandan dalla cisa al mare", ci diede della filastrocche che noi musicammo. Questa collaborazione continua ancora oggi (collaboriamo insieme da 25 anni). Oggi Vincenzo Bassignani ha 95 anni ed è tornato ad abitare nel paese di Merizzo in Lunigiana''.
Mauro, sei un'artista con una vasta esperienza musicale e nella ricerca delle tradizioni autoctone. Quale messaggio vuoi veicolare attraverso le tue canzoni? ''Non voglio veicolare un messaggio in particolare. Non sono un cantautore che scrive testi. Io ho salvato questi testi dandogli semplicemente un nuovo vestito, cioè ho scritto le musiche. I testi parlano da soli e sicuramente ci insegnano qualcosa…''.
Qual è il tuo brano musicale che preferisci? ''Ci sono diversi brani a cui tengo in modo particolare. Uno di questi è “Maggio della brina” (presente nell’ultimo disco) rivisitato in chiave psichedelica. Il testo è quello del maggio di Biassa (Sp), che io insieme con il coro di Fravizzola (Ms) abbiamo portato in giro per lungo tempo. Su una musica nuova, Giancarlo ed io abbiamo costruito un arrangiamento “indiano”, il testo poetico che parla di fratellanza e libertà ha fatto il resto. Ci siamo divertiti. Un’altra canzone che mi piace molto è “Il ritorno del soldato”, posso dire che questa canzone popolare la conosco da sempre e mi è sempre piaciuto il messaggio di pace e di amore estremo che contiene; ho voluto farne, ora, una mia versione e ho avuto il piacere di cantarla insieme con l’amico Massimo Priviero (noto cantautore e compositore rock).
In questo disco dal titolo "Armati di coraggio" (con una bellissima copertina colorata che raffigura un leone con vicino un agnello) riscopri le tradizioni delle nostre valli insieme a un team super di musicisti e addetti ai lavori... ''Mi dai l’occasione di ringraziare Mariya Vaynshteyn che ha disegnato la copertina e tutti i disegni all’interno del disco. Lei è una mia cara amica che abita a Parigi, di origini Franco-Russo-Ebreo-Americane. Suo padre si chiama Vladimir Vaynshteyn, un grande pittore. Amo il suo stile hippy floreale, per questo ho pensato a lei per la copertina del mio disco, con questa simbologia del leone che di solito mangia l’agnello e invece in questo caso convivono pacificamente. I musicisti che hanno partecipato a questo progetto facevano parte della Band Dead Folk Society che adesso non esiste più. Io con loro ho suonato per tre anni. Giancarlo Galli alla chitarra, banjo e tanti altri strumenti, e poi c’è anche Keith Easdale che suona tutte le cornamuse e i tin whistles, in più anche alcune tastiere; e in ultimo vorrei ricordare Silvia Fazzi alle percussioni, che in precedenza ha suonato in duetto con me per qualche anno (è originaria di La Spezia). Paolo Siconolfi ha curato gli effetti e campionamenti vari, più cori qua e là. Ricordo ancora la speciale partecipazione di Massimo Priviero, grande cantautore e compositore rock che ha cantato un brano nel disco''.
Puoi anticiparci qualche novità? Vuoi svelarci le tue date italiane imminenti? ''Posso dirvi che sto suonando in giro per l’Italia il disco, in un’eccezionale duo con Giancarlo Galli abbiamo suonato a Carrara, Piacenza e il 14 di Marzo a Livorno in un caffè letteriario. Stiamo suonando in posti inusuali, ad esempio a Carrara abbiamo suonato in una tipografia vicino alle piegatrici e alle rotative dove nessuno aveva mai suonato prima (dove si stampa il giornale Umanità Nova). Mentre a Fivizzano abbiamo suonato in una libreria solidale dove raccolgono libri che gli danno le persone: loro li rivendono ad un euro dando i guadagni in beneficenza. Queste librerie esistono anche a Massa Carrara e ne apriranno una anche a Montignosi (Ms). Abbiamo suonato anche ad un evento organizzato dal comitato Emilio Canzi, alla cooperativa dell’Infrangibile a Piacenza. Suono anche in un’altro duo (composto da un’organetto e una fisarmonica) con Monica Milton Schettino: suoniamo per fare ballare le persone con balli tipici rivisitati come polche e mazurche e tante altre ballate e musiche. Con Monica abbiamo creato anche uno spettacolo che si chiama “Gatei”, è un racconto in musica che lei ha scritto con aneddoti che gli ho raccontato della mia vita e della mia famiglia. L’abbiamo chiamato “Gatei” che era il sopprannome di Ettore Cassinelli, uno dei fondatori della cooperativa L’Armonica che era una ditta che costruiva le fisarmoniche a Stradella (Pv). Noi portiamo in giro questo racconto in musica che narra la storia di quest’uomo che costruiva queste fisarmoniche all’inizio del 1900. In questo spettacolo abbiamo anche messo dei nostri brani. Con questo progetto saremo il 5 aprile a Fivizzano alla Libreria solidale, e l’abbiamo portato in varie città italiane tra cui a Cremona in occasione del Festival internazionale della Fisarmonica. Ringrazio per i complimenti che mi hai fatto in qualità di musicista, ma credo che ci siano tanti musicisti bravi tra cui molti giovani che stanno emergendo nel panorama musicale''.
Grazie a Mauro Manicardi, un musicista e organettista di valore, per averci concesso questa intervista! (Edda Forlini)