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15/12/2019   RICCARDO INGE
  ''Tifo per le persone che cercano di fare ciò che vogliono davvero, sfruttando i propri talenti naturali...''

Ciao Riccardo. Benvenuto su Music Map. “Abbiamo preso l’influencer” è il tuo nuovo singolo. Nella canzone prendi in giro chi sogna di fare l’influencer di professione. Perché hai scelto di parlare di questo argomento? ''Mi è venuto in mente questo gioco di parole in cui l'ansia di apparire a tutti i costi che ci accompagna viene paragonata a una vera e propria malattia. In realtà la mia ironia non vuole colpire chi fa l'influencer di professione (con un lavoro immane di preparazione per ogni post realizzato stile Ferragni), ma chi si sveglia al mattino senza avere idea di che fare nella vita e dicendo: "cià, farò l'influencer", solo perchè sembra facile e c'è la pseudo speranza di diventare famosi. Credo sia un po' triste. Tifo per le persone che cercano di fare ciò che vogliono davvero, sfruttando i propri talenti naturali''.

Tu nella vita, oltre al cantautore, fai l’ingegnere. Una professione molto diversa da quella dell’influencer. Il lavoro che svolgi, per il quale è necessario un lungo percorso accademico, ti ha influenzato sull’idea che hai degli influencers? ''In un certo senso sì. Come dicevo prima, non puoi svegliarti al mattino dicendo: "cià, faccio l'ingegnere", perchè hai bisogno di fare un percorso che dura nel tempo. Un po' come la gavetta per chi fa musica rispetto al talent che nel giro di pochi giorni ti porta alla ribalta con un successo fittizio''.

C’è da dire che la canzone è molto ironica e il sound, decisamente pop e scanzonato, rendono il brano non una dura critica ma una visione “tragicomica” di questa dipendenza da like. Questo è il messaggio della canzone? ''Esatto. Inizialmente avevo scritto una strofa durissima, cassata completamente dalla mia band... A quel punto sono ritornato sui miei passi e una sera, in cui veniva trasmesso in TV il concerto per Battisti del '99, mi è venuto in mente l'incipit "Sarebbe bello se tornassimo ad ascoltare Battisti". Anche perchè tutte le persone inquadrate durante il live cantavano e ballavano senza cellulari in mano! Si godevano il concerto''.

Nel video il contrasto tra “vera professione” e “influencer” è rimarcata dal fatto che interpreti un medico, che prescrive la cura a una “malata di social”. Chi ha avuto l’idea? ''Sviluppo tutte le mie idee insieme al regista del video Andreas Pinacci. Tocca a lui rendere fattibili le mie idee spesso fuori dagli schemi (non vi dico quando gli ho detto che volevo far buttare da un aereo un tizio vestito in giacca e cravatta... cosa che poi abbiamo fatto, peraltro!). In questa occasione volevamo fare una cosa meno complicata e abbiamo voluto giocare sul medico che prescrive una cura a una ragazza che non riesce più a staccarsi i cellulari dalle mani a causa dell'uso smisurato di social. Abbiamo puntato su una storia semplice, di tutti i giorni''.

La tua musica ha influenze pop e indie. Quali sono i tuoi punti di riferimento? A chi ti ispiri nella composizione dei brani? ''Ultimamente sto ascoltando molto Aiello. Lo trovo un mix di cantautorato pop moderno con influenze indie veramente interessante. Ho sempre seguito anche i Canova fin dagli albori. In generale ascolto molta musica italiana. Ma il mio idolo assoluto è e rimarrà sempre Freddie Mercury. A parte quest'ultimo periodo che lo ha riportato alla ribalta mediatica, per me è sempre stato un riferimento anche se la mia vocalità e scrittura non si avvicina minimamente alle sue capacità''.

Lo scorso 6 dicembre hai suonato sul palco dell’Auditorium di Radio Italia. Ci racconti come è stato vivere questa esperienza? ''Come un bambino il giorno di Natale. Ricordo bene il sorrisone che ho fatto appena entrato nell'auditorium vuoto. Una piccola soddisfazione dopo tanti sforzi - ringrazio per questo Officine Buone che mi ha dato una bellissima opportunità. Una delle cose più belle (a parte le luci, il palco e l'organizzazione) è stata la possibilità di vivere il backstage insieme agli altri artisti, più o meno famosi, con cui scambiare due parole sulle proprie attività passate e future''.

Ultima domanda: cosa succederà nel tuo 2020? ''Spero di far arrivare la mia musica sempre più lontano. Ho in mente di fare uscire diversi singoli - due sono già pronti, oltre che continuare a suonare ovunque mi porti la musica. Sono convinto sarà un gran 2020''.