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15/11/2019   NONNON
  ''I nostri suoni si incontrano/scontrano arrivando ad un punto di fusione...''

Chi sono i Nonnon? ''Ciao! I Nonnon sono sei amici che di giorno lavorano, ognuno con attività diversissime. Nel tempo libero invece fanno la rock band, senza chiedersi se sia la cosa giusta, se sia giusto come lo fanno o se ci sia un canone da rispettare per farlo. L'importante è esprimersi e ovviamente divertirsi'.

“L’inganno di un mondo ideale” è il vostro nuovo album. Quali sono i temi trattati nelle canzoni raccolte in questa vostra nuova creatura? ''E' un disco profondamente sfaccettato, ricco di storie vere, di momenti vissuti in prima persona e di episodi liberamente tratti. Il tema potrebbe sembrare (e in alcuni passaggi lo è) l’amore, sotto diversi punti di vista... noi invece siamo più orientati a pensare che il tema sia l’assoluta onnipotenza delle emozioni umane''.

Il titolo del vostro album è conseguenza della maturità dei componenti della vostra band? ''Non proprio. Originariamente il titolo doveva essere “L’altro Mondo", ma poi ce ne siamo dimenticati ed è andata a finire così... (ridono) Beh, è vero che siamo anagraficamente arrivati, ma il titolo in sé e per sé è lo stesso dell’ultima traccia del disco, e riprende una traccia del nostro precedente Ep live, inedito per il momento, e dal sound ancora acerbo. Ci sembrava di dare una continuità e definizione ad un work in progress creativo che è poi stato finalizzato con questo album. Inoltre nel disco ci sono vari spunti riconducibili a quello che può vagamente somigliare un “processo al destino”, ci sembrava appropriato come titolo. All'interno del disco raccontiamo alcune storie, con testi da vivere e interiorizzare che trovano come "concept", come filo conduttore, proprio una visione disincantata di uno spaccato di vita umana, raccontato con un sorriso sornione, di chi vive ogni giorno in un mondo "ideale" ma di cui conosce bene l'inganno. (tratto dalla presentazione per Rockit.it)''.

Come vi approcciate alla composizione delle vostre canzoni? ''Partiamo per lo più dal testo scritto da uno di noi. Normalmente assieme al testo c’è anche una mezza idea che viene proposta e sviluppata insieme. Da lì si parte, si cresce in sei direzioni diverse dalle quali riusciamo a tirare fuori i punti cardine che piacciono a tutti e caratterizzano il pezzo finito. Ognuno si esprime nella sua lingua, con i suoi strumenti, i suoni si incontrano/scontrano arrivando ad un punto di fusione, cerchiamo di sovrapporre il tutto dandogli una struttura, tagliando il superfluo e infondendogli la nostra personalità''.

Quali saranno i vostri prossimi passi? ''Speriamo entro breve di rimetterci a suonare in studio. Abbiamo in mente di pubblicare digitalmente un Ep contenente alcuni pezzi "dark" del nostro repertorio che possano mostrare un po' di più il nostro lato "progressive" e l'amore per la musica orchestrale delle grandi colonne sonore. Per ora è ancora un’idea ma contiamo di farla diventare realtà a breve''.

Il vostro album è davvero ben curato in ogni piccolo particolare. Volete raccontarci come è nato l’aspetto grafico del vostro album? ''Beh, avere un pianista che di mestiere fa il grafico e web designer ci ha aiutato non poco. Avevamo fin dall'inizio quest’idea di un digipack “simil libro”, abbastanza didascalico, che potesse dare il giusto spazio ad ogni testo. Cominciando a lavorarci, quasi per caso, abbiamo cominciato ad associare ogni canzone ad un animale (come sorta di nostro alter-ego) e lo abbiamo collocato in una situazione, in un ambiente (non sempre reale e fisico) che potesse essere riconducibile ad una situazione, una emozione percepita ascoltando il brano musicale. Non una semplice descrizione di ciò che stiamo effettivamente raccontando, sarebbe, credo, stato banale. Per esempio ne "L'inganno di un mondo Ideale" , traccia che chiude l'album, raccontiamo una normalissima giornata, in cui però il nostro interlocutore ha perso una persona molto cara che è "partita". Si crea davvero una sorta di sinestesia sensoriale, la musica spensierata di una calda giornata, dove "non c'è niente che non va" all'esterno, e dentro di sé la tragedia. Calma/tragedia. L'illustrazione con la Formica che solleva un "achenio" (ovvero il frutto del comune tarassaco, o dente di leone, che in gergo chiamiamo soffione), mentre alle sue spalle si stia svolgendo un pic-nic (vedi il cestino e i bicchieri di vino)... è una immagine perfetta. I bicchieri brindano in modo maldestro e il vino si rovescia, fuoriesce, quasi fosse una gigantesca nube mostruosa a coprire il cielo sulla povera formica che presto incontrerà un burrascoso destino... Pic-nic/alluvione, calma/tragedia... Rispecchia perfettamente lo stato interiore del protagonista del brano. Il gioco sta proprio nel raccontare queste emozioni sorridendo e nascondendole come facciamo ogni giorno, appunto ingannando e ingannandoci''.

Ci sono artisti che influenzano il vostro stile musicale? ''Fortunatamente sì. E ancor più fortunatamente sono artisti diversi per ogni componente del gruppo. Questo ci porta ad avere tante diverse focali musicali che ci permettono di trovare sempre una soluzione intrigante anche nei nostri pezzi. Fra le righe è chiarissima l’attenzione al cantautorato italiano e ai grandi gruppi italiani degli anni ‘90; e allo stesso modo sono inconfondibili le scene rock americane ed anglosassoni sempre degli anni '70/'80/'90. Siamo stati fortunati ascoltatori di quella che, secondo noi, è stata un epoca tra le più fiorenti della produzione musicale''.

La musica e internet. Qual è il vostro rapporto con i social e con il web in generale? ''Ammettiamo che all'inizio siamo stati un po’ pigri e - forse - volutamente distaccati; ad ogni modo è impossibile pensare di “raggiungere” senza tenere in grande considerazione un canale così dominante come quello del web. Utilizzato con la giusta attenzione è fondamentale ed è certamente un aiuto importante per chi vuole fare strada nella musica. Noi pensiamo di aver raggiunto un buon livello di interazione senza comunque permettere che il messaggio diventi scadente. Di certo si è rivelato uno strumento importante per farci conoscere anche tra fasce di età più giovani che spesso non ascoltano generi di musica simili al nostro ma che utilizzano in modo massiccio però i social, quindi ci siamo "mischiati" con loro. Inoltre la musica digitale, se da una parte non è paragonabile alla qualità d'esperienza in ascolto della musica su supporto fisico, dall'altra ha una "fluidità" e una rapidità di diffusione senza pari''.