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15/10/2019   CARMELO SIRACUSA
  ''Comunico attraverso quello che so fare: trovare un vestito giusto per ogni emozione...''

Oggi diamo il benvenuto a Carmelo Siracusa.

Carmelo, abbiamo avuto modo di parlare con te in relazione alla tua band electro swing “Camera a sud”. Oggi lo facciamo perché hai recentemente pubblicato il tuo nuovo singolo con video “E’ come senti, non come pensi”, un progetto decisamente fuori dagli schemi. Ce lo descrivi? ''Gli schemi, hai detto bene. L’industria pensa per schemi. Le persone lavorano un sacco di ore al giorno in modo frenetico per produrre un prodotto perfetto, a volte inutile, che costa moltissimi soldi che altra gente acquisterà grazie ad altrettanto lavoro frenetico. La musica, l’arte, non devono ragionare così. Ho sempre fatto musica pensando al gioco; io gioco con la musica. La musica è un’emozione che viene da dentro, si deve pensare al movimento meccanico nell’esecuzione, ma la fase creativa non può avere un limite mentale ed anche per questo motivo nasce “E’ come senti, non come pensi”''.

Nella tua carriera hai spaziato, sperimentando davvero tutti i generi possibili (o quasi), e vivendo dimensioni artistiche differenti, a volte tra loro estreme. Dalla sfera pop con il progetto Sugarfree a questo nuovo lavoro “in solitaria”, dove mezzo e fine sono la concettualità. Da dove nasce questo tuo essere così poliedrico? ''Mi sono avvicinato sempre a generi musicali che facevano nascere in me un’emozione. Lo studio e l’approfondimento di molti argomenti, non solo musicali, mi ha portato a comunicare attraverso quello che so fare. Trovare un vestito giusto per ogni emozione''.

Torniamo a “E’ come senti, non come pensi”. Sei stato ispirato da un concerto del ‘700. Musica colta, un genere che, in questo periodo storico fatto di produzioni dove i beat e le basi la fanno da padrone, anche solo pensare alla classica sembra fuori dal mondo. Tu non solo ci hai pensato ma ne hai addirittura studiato e realizzato una tua evoluzione personale. Hai pensato potesse essere di difficile comprensione per il pubblico? ''Il brano non è di facile lettura e sarebbe stato molto più semplice approcciarsi con una melodia conosciuta di Mozart o Bach e con un testo che parlasse di sentimenti. In verità non c’ho pensato più di tanto, è nato tutto da quello che sentivo''.

In questa tua composizione il tempo è l’elemento fondamentale, non solo a livello strettamente compositivo ma anche come tematica. Concettualmente, poi, riprendi un genere del passato e lo fai rivivere nel presente. Perché il tempo è così importante per te? ''Il Qui ed Ora è un concetto che si è perduto nel TEMPO. Molte persone pensano troppo a quello che è accaduto e pensano troppo a quello che verrà. Non vivono i momenti salienti delle loro Vite, condizionando sempre uno stato di presenza. In passato questo concetto era molto più presente ed era trasmesso anche attraverso l’arte''.

Parliamo del video. I protagonisti sono dei ballerini che mettono in scena coreografie di diversi stili di danza. E’ scelta spesso comune quella di abbinare musica e danza, soprattutto in un videoclip, ma nel tuo caso il risultato finale non è scontato e sicuramente più profondo. Come è nata l’idea del video? ''Né psichiatri né neurofisiologi hanno mai trovato un’entità definita chiamata ego situata da qualche parte. I fisici non hanno mai trovato la materia. Eppure danno tutti per scontato che qui dentro ci sia “qualcuno” e là fuori ci siano oggetti fatti di materia. Così l’universo danza attraverso i 4 elementi per fare ricongiungere le anime''.

A questo punto ci domandiamo se questo rimarrà un singolo a sé stante o se anticiperà un lavoro più completo, un EP o magari un disco. Ci risolvi l’enigma? ''Sono già al lavoro su altro materiale''.