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03/09/2019   UNCLEDOG
  ''Il web ha devastato quella che era la solida trama della discografia del passato...''

Gli Uncledog sono una formazione padovana, formata da Nicolò Garavello, Mauro Carrara, Manuel Fiorasi, Emmanuele Salin e Silvio Pizzo. Da oltre un decennio sulla scena, all’attivo hanno due full-lenght: “Russian Roulette” di cinque anni fa ed il nuovo “Passion/Obsession”, edito dall’etichetta Vrec. In occasione di questo nuovo capitolo, porgiamo alcune domande alla band per saperne di più.

Benvenuti ragazzi. La vostra avventura musicale comincia nel 2008. Come nacque l’idea di formare la band e quali sono i vostri trascorsi? ''Grazie per l'ospitalità! Il progetto Uncledog è nato dall'incontro di cinque amici desiderosi di fare musica nuova, inedita. Eravamo ispirati sicuramente dalle grandi leggende del rock classico e desideravamo forgiare brani nostri, inizialmente per la mera soddisfazione di riuscire ad emergere dalla condizione di "cover band da seminterrato". Il talento creativo del giovanissimo (all'epoca) Nicolò,eè la cocciutaggine di noialtri quattro sognatori, hanno dato origine a questa band. Senza contare la voglia irrefrenabile di "live", che era punto fermo di tutte le nostre prime riunioni''.

Siete rimasti lo stesso quintetto dell’origine oppure il gruppo ha dovuto far fronte a cambiamenti di line-up? Siete mai stati tentati di inserire altri elementi nel collettivo? ''C'è stato solo un cambio di elemento nella formazione originale; Luca Mattiello, il batterista, ha deciso per motivi personali di abbandonare il progetto appena esauritasi la promozione dell'album "Russian Roulette", più o meno a fine 2016. È stato forse il colpo più sentito per la band, tra gli altri della nostra carriera. Luca era ingranaggio essenziale per il motore della macchina "Uncledog". Ma giustamente, va rispettata la sua scelta. L'entrata del nuovo batterista Silvio Pizzo, è avvenuta quasi un anno dopo la debacle di Luca, ed in pieno blocco creativo dei restanti componenti. Più di qualche volta, c'è stata occasione di riflettere tra di noi se fosse stato il caso di aggiungere nuovi componenti alla band, a partire da un chitarrista aggiuntivo''.

“Passion/Obsession” è il vostro secondo disco, dopo “Russian Roulette” del 2014. Ci sono stati particolari motivi per questa lunga assenza? In questo lasso di tempo avete, forse, vi siete concentrati maggiormente nell’attività live? ''Come ho già accennato, l'uscita di Luca dalla formazione ci ha ulteriormente rallentato; noi siamo comunque lenti ed incontentabili di natura per quanto riguarda gli arrangiamenti e le rifiniture dei brani in pre-produzione, e questo problema ha solamente allungato i tempi. È chiaro che l'ingresso di Silvio è stato un bel colpo d'ala, sia per la band sia umanamente, ma ha richiesto del tempo extra per modellare il nostro modo di suonare sulle corde del nuovo componente. È stato necessario cercare e trovare la perfetta sinergia, e fortunatamente l'abbiamo trovata. Riguardo ai live, ci siamo impegnati molto, anche perché riaffrontare il palco dopo due anni di stop, e con brani totalmente nuovi, fa comunque traballare le ginocchia''.

Riteniamo che impostare la tracklist sul tema di un concept sia molto più impegnativo che snocciolare vari argomenti. Come è scaturita l’idea e quali sono stati i maggiori ostacoli da superare? ''Dal punto di vista tecnico, a mio parere la difficoltà non cambia moltissimo. Mi spiego: come avete detto, rispetto a "Russian Roulette", dove quasi ogni brano trattava un argomento diverso, questo Lp poggia su di una linea definita che rispetta un percorso emozionale. La sezione strumentale non è cambiata radicalmente dal punto di vista prettamente tecnico, ed il modo di suonare nel collettivo pur essendo maturato ci rappresenta tanto quanto nell'album precedente''.

Nei brani si apprezzano, spesso, riferimenti non solo di natura grunge ma anche di rock-funky come “Take a look” o “Let me dive”. Quali sono i nomi importanti che vi hanno ispirato di più nella scrittura dei brani? Incubus? Biffy Clyro? Oppure? ''Senza dubbio Incubus e Biffy Clyro fanno parte delle influenze che dominano le nostre menti, ma Uncledog è un insieme di contaminazioni di tutte le epoche: Nicolò è il più attivo di noi riguardo alla cultura musicale da cui attinge, specialmente quella più attuale di qualsiasi genere. Non mancano parentesi ispirate ai Nirvana e Foo Fighters, e sono saldamente presenti colonne portanti come Deep Purple, Queen, Aerosmith, Alice in Chains ed altri da cui ci ispiriamo senza pensarci troppo''.

Dietro le quinte di “Passion/Obsession” c’è il confermato producer multiplatino Pietro Foresti. Un’importante sodalizio che prosegue dal precedente “Russian Roulette”: le idee suggerite da lui vi ha sempre trovato subito d’accordo? Quanta esperienza ha aggiunto alla vostra progettualità e al vostro spirito di band? ''Pietro è stato una figura molto importante per noi circa dal lontano 2012 e lo è tuttora. Eravamo appena tornati dal tour (autogestito) che ci aveva portato a promuovere il nostro primo Ep in gran parte dell'est Europa. Per essere onesti, quando l'abbiamo conosciuto, ci ha dato un paio di sacrosanti "sberloni", che hanno riportato i nostri bollenti spiriti con i piedi per terra. È inutile dire che la sua esperienza come producer è stata come un raggio di luce per noi, all'epoca giovani, appena tornati dagli studi americani di Sylvia Massy, vogliosi di palco e con l'equilibrio mentale dell'Ozzy Osbourne dei tempi d'oro. Pietro Foresti ha avuto la pazienza di farci maturare mentalmente e come band''.

Oggigiorno il web può fornire, senz’altro, un valido aiuto alla visibilità ma, talvolta, nascondere delle insidie. Come vi rapportate con la rete? E come la giudicate: croce o delizia? ''È innegabile che il web abbia una potenza immane dal punto di vista della visibilità e della promozione, e va sfruttata. È altrettanto innegabile che la rete ha devastato quella che era la solida trama della discografia del passato. Se si sanno sfruttare bene le potenzialità di un mezzo così esteso, una band underground come la nostra può solo che trarne vantaggio. Al contrario, internet può anche essere spietato con piccole realtà come la nostra. Per quanto ci riguarda, il nostro approccio è positivo, anche se non ne siamo totalmente dipendenti''.

Cosa ne pensate del panorama rock in Italia? Intravedete una speranza che, nella cultura musicale italiana, questo genere possa sempre più insediarsi nelle preferenze di massa? ''Lo speriamo con tutto il cuore. In italia ci sono tantissimi eccelsi musicisti e band rock che meritano di essere al top ma che la gente non sa neanche che esistano. Siamo convinti che verrà il giorno in cui questo genere musicale sarà di nuovo al top delle classifiche italiane. In ogni caso il rock non è morto, assolutamente. Il panorama musicale italiano è molto vario ed interessante. Il rock è solo stato leggermente declassato a "genere di nicchia". È anche vero che basta passare i confini italiani per trovare riscontri quasi disarmanti rispetto allo stallo che persiste qui in Italia. Vedere per credere''.

Con le migliori prospettive di una brillante carriera, salutiamo e ringraziamo gli Uncledog per questo incontro e gli diamo appuntamento alla prossima prova discografica.