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21/09/2017   HIDDEN LAPSE
  ''La nostra principale ambizione è raccontare storie tra sogno e realtà...''

CIao ragazzi, raccontateci del vostro disco di debutto “Redemption”, quali sono le tappe fondametali che vi hanno portato a questo disco? (Marco) ''Ciao e grazie di questa opportunità, innanzi tutto! “Redemption” nasce da un processo piuttosto convulso: scritto in poco più di quattro mesi effettivi, prodotto in circa 2 anni. Gli Hidden Lapse sono nati come duo (me e Romina) studio molti anni fa, per poi evolversi lentamente verso una band a tutti gli effetti. La musica arrivata su ''Redemption'' è in realtà frutto di un periodo di stesura piuttosto breve, accompagnato da un assiduo lavoro in studio e sala prove. Abbiamo attraversato momenti piuttosto difficili e problemi tecnici che non ci sono stati di grande aiuto a essere onesti. Come già abbiamo ammesso però, non tutti i mali vengono per nuocere. Ogni difficoltà insegna qualcosa e alla fine “Redemption” è probabilmente la somma del nostro entusiasmo e di ogni piccola sofferenza che abbiamo vissuto durante la realizzazione. Tra un avvicendamento in line up a rallentare la fase conclusiva di arrangiamento e un inverno non proprio roseo, siamo arrivati con la nostra proposta completa a marzo 2017, per raggiungere in pochi giorni il sodalizio con Rockshots Records, che ci ha aiutato con professionalità a dare forma definitiva a questo concept album, pubblicato il 2 giugno''.

Vi presentate con un disco in un genere inflazionato come il prog metal, ma con le sue caratteriste peculiari, come nasce un brano degli Hidden Lapse? ''Il modus operandi è piuttosto semplice: scrivo un pezzo e invio una pre-produzione al resto della band, così da fornire un’idea concreta del “mood” del brano. Ognuno aggiunge del suo e si arriva in sala prove, di norma, col pezzo già pronto e varie idee che poi vengono affinate naturalmente nel tempo. E’ un sistema rapido e rodato, per certi versi necessario vista la necessità di lavorare con ritmi e orari diversi. Quando compongo un brano cerco sempre di lasciare degli spazi stilistici così da consentire a tutti di inserirsi nel contesto col proprio stile, modellandolo secondo il proprio gusto. La pre-produzione consente di mantenere un po' di coerenza interna e di lavorare tutti sulla stessa linea d’onda e in modo meno astratto. A differenza di molte band di genere, i nostri brani non nascono praticamente mai da jam session e, nel nostro caso, è un approccio consapevole e funzionale''.

Descrivi in 5 parole il vostro sound. ''Prog, moderno, violento, raffinato, ambient''.

Il disco abbina sonorità heavy alle vocals della bravissima Alessia. In questi ultimi anni è un proliferare di “female fronted band”, cosa ne pensi? Vi sentite parte di questo filone? ''A dire il vero non molto! In realtà lo stile compositivo non è “tipico” del female fronted ed è su questo che abbiamo concentrato gran parte degli sforzi. Proporre un gruppo female fronted che non si fondasse sui cliché del genere (e non critico nulla in particolare, visto che sono un fan di moltissime band con voce femminile come Delain ed Epica), accostando sonorità graffianti e moderne alla voce delicata di Ale. Gruppi come Collibus e Temperance sono stati un punto fondamentale di svolta, per quanto mi riguarda. Non c’è un accostamento “banale” tra musica e femminilità, ma un groviglio di sonorità ricercate e possenti, in cui la voce femminile si inserisce quasi in contrapposizione a tutto il resto. E’ naturale poi lavorare su brani più atmosferici e special che esaltino la presenza del gentil sesso, ma nel complesso (tornando finalmente alla tua domanda ahahah) non ci sentiamo female fronted più di quanto potremmo sentirci progressive rock. In questo, devo dire, Alessia è stata bravissima a mantenere il suo stile e, nel contempo, a inserirsi nel contesto dei nostri brani a volte un po' “convulsi” rispetto al tipico metal al femminile''.

Oltre alla musica “Redemption” si presenta con una copertina stupenda, parlaci del concept su cui ruota il disco: musica, immagini e lyrics sono collegate in un unico concept? ''Anche qui è stato un lungo lavoro di ricerca musica-immagine. Romina è la nostra grafica e quando ho ideato i primi brani mi sono totalmente affidato a lei e al suo estro. “Redemption” è un concept elaborato in cui si parla della vita di una giovane madre e del suo difficile rapporto con il figlio. Un viaggio avanti e indietro nel tempo, in un’esistenza tormentata dal vizio e dai pregiudizi della società moderna. Si parla di droga, violenza, amore, pena di morte… La nostra protagonista fa un viaggio a ritroso e si ritrova condannata alla pena capitale per un reato commesso dal figlio. Un cammino interiore e onirico, che (volutamente) non offre alcuna certezza. E’ su questa sospensione che ho fondato ogni pezzo, dai brani completi agli interludi. Potrebbe trattarsi di un brutto sogno, di un futuro possibile o di una realtà opprimente. Rendere tutto questo in termini estetici non era semplice. L’album ha un sound graffiante, quasi asettico: le immagini bianche, candide e oniriche sono parte del racconto. Romina è stata straordinaria: ha tradotto in immagini queste sensazioni che ci siamo scambiati a voce, via messaggio, per telefono mese dopo mese... e su cui abbiamo riflettuto a lungo durante gli ascolti''.

Cosa vuoi comunicare con la musica degli Hidden Lapse? Che tipo di sensazioni volete far scaturire nei vostri ascoltatori? ''I nostri gusti variano dal rock radiofonico americano al power-prog, passando per il rock progressivo: il comune denominatore è senz’altro la malinconia. Gli Hidden Lapse nascono come “concept band” in cui si parla di visioni eteree. La nostra principale ambizione è raccontare storie tra sogno e realtà. In alcuni frangenti strumentali ho inserito una ricerca quasi “cinematografica” del sound, al limite della colonna sonora. Piano, archi ed elementi elettronici trasmettono sensazioni contrastanti, come sono la realtà più cinica e i sogni più assurdi. Siamo tutti in qualche modo attratti dai grandi concept album moderni di band come Symphony X e Kamelot, così come dallo stile electro-pop sognante di autrici come Banks o la nostra Elisa. Cerchiamo di mettere in gioco emozioni violente e drammatiche, che di norma sono gli aspetti che i nostri primi fan sembrano apprezzare maggiormente''.

In quale direzione si evolverà la musica degli Hidden Lapse? Pensate di inserire dei nuovi elementi, stili differenti nel prossimo disco? ''Ho già del nuovo materiale in fase di pre-produzione e siamo in fase “esplorativa”. In larga parte, i nuovi brani si muoveranno su territori affini a quelli di “Redemption”, anche se internamente più omogenei e diretti. Sto lavorando con accordatura standard, mentre ''Redemption'' nasce come disco fortemente condizionato dal “drop”: questo apre ad altre armonie e possibilità. Le caratteristiche principali saranno sempre melodia e potenza, con una matrice power-prog senz’altro più marcata (naturale evoluzione dei brani cronologicamente più recenti, ovvero “Silent Sacrifice” e la title track). Senz’altro si tratterà di un concept, ma è prestissimo per parlarne. ''Redemption'' è ancora “giovane” e siamo in piena fase promozionale, con molte novità in arrivo... Quindi, per il momento, seguite le nostre pagine!''.

Il disco è già uscito da qualche mese, quale la critica che vi ha dato più fastidio? Quale invece il complimento più bello? ''Non voglio puntare il dito su nessuna critica in particolare. Quel che disturba di più è sempre la critica fine a sé stessa, messa lì magari per punire la band emergente o senza grande cognizione di causa. In realtà riflettiamo molto sulle critiche ricevute: molte sono insindacabili, sappiamo di poter migliorare molto su diversi fronti e l’aiuto di recensori un po' esigenti è prezioso! In molti casi alcune critiche pungenti sono emerse proprio nelle recensioni migliori, curiosamente. Stesso dicasi per i complimenti… Non ci perdiamo in nessuna lode, ma senz’altro (per citare qualcosa), alcuni paragoni con band che per noi sono distanti anni luce sono graditissimi! Alcuni recensori sono stati molto profondi e le parole più belle sono senz’altro quelle che cercano di sviscerare le sensazioni, più che le esecuzioni nel dettaglio''.

Una band italiana e una band estera con cui vi piacerebbe condividere il palco. ''Difficile ahahah... Stimiamo moltissime band nostrane, ma ci piacerebbe molto poter suonare coi Temperance. All’estero probabilmente i Kamelot, per svariate ragioni affettive''.

Porterete live il vostro disco? Ci sono date previste anche all’estero? ''Al release party abbiamo avuto l’onore di presentare ''Redemption'' di supporto ai Metatrone, musicisti e uomini straordinari. Ci siamo poi esibiti in terra nostrana e al Drakkarock 2017 in luglio/agosto. Già rivelate due date in ottobre: il 14, di supporto ai Sound Storm a Busto Arsizio in Comunità Giovanile e il 21 nella prima edizione del Sound of Darkness Metal Festival all’ArciTom di Mantova, con Sound Storm, Dark Age e Eagleheart. Per il resto… altre novità in arrivo! Grazie mille per lo spazio e un saluto a tutti i lettori! Stay Lapse''.