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05/09/2017   UNMASK
  ''La tradizione italiana del progressive rock in chiave moderna...''

I dischi non si vendono più, i grandi media sono sempre meno permeabili alle nuove proposte, e la qualità generale della musica prodotta e consumata nel Belpaese si abbassa di anno in anno sempre di più, sotto i colpi sferrati dai talent show. Fare un disco nel 2017 è un vero e proprio atto di coraggio, e oggi parliamo di questo e altro con un gruppo giovane che per la seconda volta si affaccia al mondo della discografia: gli Unmask, band romana, con un secondo disco in arrivo il prossimo autunno.

Ciao ragazzi, iniziamo dalle presentazioni: chi sono e come nascono gli Unmask? ''Gli Unmask sono Ignazio Iuppa (Voce e synth), Claudio Virgini (chitarra), Daniele Scarpaleggia (basso) e Dario Santini (batteria), quattro musicisti con un background ed esperienze molto eterogenee alle spalle. Il progetto nasce nel 2006 da un'idea di Daniele e Claudio, quella del perseguire la tradizione italiana del progressive rock in chiave moderna, strizzando l'occhio alle tendenze neo prog britanniche e statunitensi. Alla band si unisce presto Ignazio, l'incontro con lui fu fortuito e degno di una delle migliori trame cinematografiche, infatti la sua segnalazione ci arrivò dall'incontro di un suo carissimo amico con l'allora nostro chitarrista Salvatore Tinè su un bus notturno. L'arrivo di Dario è invece del 2008 in un periodo in cui eravamo alla ricerca di un nuovo batterista e dopo diversi provini arrivò lui, ci colpì subito, fu "amore" a prima vista''.

Da dove viene la vostra musica, quali sono le principali influenze e cosa vi ispira? ''Come dicevamo prima, la tradizione del progressive rock italiano sicuramente ci ha indirizzato, anche se poi nella nostra musica non ci sono particolari riferimenti alle composizioni di quel periodo. Traiamo maggiormente spunto dalle nuove correnti neo progressive e post rock. Le band che, nel complesso, crediamo possano influenzare di più la nostra musica sono i Tool, i Porcupine Tree, ovviamente i Pink Floyd, ma anche i Russian Circles, i Sigur Ros e i Portishead''.

Fino a qualche anno fa, produrre un disco equivaleva all'inizio di un sogno, la condizione necessaria per sperare in una carriera nel mondo della musica. Oggi sappiamo che le cose sono molto diverse, cosa si aspetta una band emergente come la vostra da un'uscita discografica? ''Crediamo che produrre un disco sia ancora la condizione necessaria per sperare in una carriera nel mondo della musica, perché vogliamo pensare che la musica sia ancora l'elemento centrale che possa suscitare l'interesse del pubblico, dei media e degli addetti ai lavori. Il problema è che non esistono più le carriere musicali, o almeno non come quelle che abbiamo visto percorrere ai nostri eroi. L'industria musicale è sempre più in crisi, in una crisi senza fine, perché la musica e la sua fruizione hanno perso ogni tipo di valore, nessuno compra più dischi, non gira più un euro, e se a questo ci aggiungi le politiche delle major che tendono ad investire quasi tutto su fenomeni legati al costume, allo show o al nuovo tormentone dell'estate, il risultato è evidente: alle band emergenti che non fanno musica commerciale restano le briciole. Avendo questa consapevolezza, è chiaro che bisogna tarare di conseguenza anche obiettivi e aspettative, e per noi riuscire a soddisfare ed incrementare la nostra fan base ed organizzare un buon tour avendo la possibilità di portare in giro con noi la nostra musica non ha prezzo''.

Che rapporto avete con il web e quanto credete possa essere importante per una band emergente come la vostra? ''Il web oggi è fondamentale, è di fatto la principale vetrina per una band emergente come noi. Ci offre infinite possibilità per raccontare la vita del gruppo, condividere con i nostri follower i traguardi raggiunti, e utilissimi strumenti per diffondere sempre di più la nostra musica. Il web è un mezzo di comunicazione al quale però bisogna prestare una grande attenzione, ci vuole una cura continua dei contenuti, professionalità, originalità e molto lavoro per costruire una buona immagine. Questo perché ormai la presenza sul web delle band, anche autoprodotte, è sempre più massiccia e ben organizzata, e per distinguersi in mezzo a questo mare magnum ci vuole veramente una marcia in più''.

Progetti futuri a breve o lungo termine? ''A giugno è uscito il nostro ultimo singolo “Flowing”, un brano che ci ha dato molte soddisfazioni e sul quale abbiamo ricevuto molti feedback positivi, il video su Youtube ha raggiunto quasi le 25.000 views. A breve uscirà il secondo singolo con videoclip “Memento”, e a novembre pubblicheremo ufficialmente il nostro secondo disco “One Day Closer”. Stiamo lavorando molto per cercare di fissare un po’ di date per quel periodo, per tornare a respirare l’aria del tour e portare la nostra musica live nelle principali città italiane e non solo…''.