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20/12/2024
09/05/2017 OSAKA FLU
''Vogliamo essere ancora più diretti e sporchi...''
Osaka Flu, presentatevi ai lettori di Music Map! ''Ciao, noi siamo gli Osaka Flu, ci piace mangiare, fumare, dire cavolate, ci piacciono The Sonics, Interrupperrs, Rino Gaetano, Johnny Cash, Eddie Cochran, Grindhouse, The Interview, la puntata in cui Benedire di Futurama diventa uomo, gli habanero, i manga giapponesi, cantare nel furgone, andare a letto tardi. Ci stanno sul cazzo Trump, Salvini, Di Battista, Renzi e compagnia bella, e non abbiamo paura di dire quello che pensiamo! Firmato Daniele, Francesco e Michele''.
Il 6 aprile è uscito il vostro nuovo singolo “La sindrome del giovane Holden”. Di cosa parla la canzone? ''''La sindrome del giovane Holden'' sottolinea come io, tu , la commessa di un negozio, lo spazzino o il panettiere siamo simili al personaggio del libro, impauriti dal futuro, scazzati, annoiati, vagamente depressi e un po’ cazzoni ma ancora VIVI. Abbiamo cercato di unire il tutto ad una base musicale diversa rispetto ai nostri soliti standard, con un riff punk anni '80 più fermo ma carico di groove e un ritornello corale che ci ricordava qualche canzone dei Clash''.
Avete presentato il brano con un video molto particolare, autoprodotto da voi, girato con una go-pro nella vostra sala prove. Avete coinvolto più di 50 “personaggi”: calciatori professionisti, attori, lavoratori “comuni”, studenti ed amici. Quale è il concept alla base del video? ''Volevamo mostrare a tutti il nostro mondo, fatto di gente che come noi cerca di vivere senza prendere la vita o sé stessi troppo sul serio. Non ci frega un cazzo di quello che la gente pensa di noi, non ci adeguiamo agli standard imposti dagli schemi culturali e non abbiamo nessuna intenzione di cambiare. Credevamo che l’idea più giusta fosse quella di eliminare ogni filtro possibile. Abbiamo sposato la corrente del “come viene viene” chiedendo a coloro che partecipavano di provare a divertirsi: ci siamo improvvisati registi e montatori di video. Ovviamente c’era sempre qualcuno che si occupava di preparare l’aperitivo per i nostri amici che venivano a girare. Ci siamo divertiti un casino e siamo convinti che sia il nostro video migliore!''.
Nel video compaiono anche i ragazzi delle associazioni Electra Onlus, Autismo Toscana, Autismo Arezzo e Associazione Culturale Crescere. Come è nata la collaborazione con queste associazioni? ''L'interesse nostro per le varie associazioni vicine alle famiglie dei ragazzi autistici nasce grazie ad un amico, operatore in queste realtà. Lui ci ha avvicinato a questo bellissimo e coloratissimo mondo e noi ne siamo rimasti folgorati. Quindi anche a livello individuale, oltre che con la band, ci fa piacere dare una mano quando e come possiamo, sempre''.
“La sindrome del giovane Holden” è il terzo singolo estratto dal vostro secondo disco ''KM183''. Raccontateci dell’album. ''Verso febbraio dell’anno scorso abbiamo vinto il finanziamento di ''Toscana cento band'' e ci hanno dato un ultimatum: il disco deve essere finito a settembre. In pratica avevamo qualche base ritmica e qualche linea vocale ma nulla di concreto, e così ci siamo messi sotto a lavorare. Il nostro primo disco ''LOOK OUT Kid'' era in inglese, per il secondo siamo passati all’italiano (dopo un tour di 50 date ne sentivamo davvero il bisogno). Mentre mettevamo insieme ''KM183'' siamo stati in tour in Sicilia, e quando tornavamo il furgone si è fermato al km 183, siamo rimasti 3 giorni a Cosenza, non sapevamo come e quando saremo tornati. Ci sembrava una metafora adatta per descrivere la situazione dei ragazzi che vivono in questo paese. Ci dicevano che avremo avuto la vita spianata ma non è stato esattamente così. Cantiamo per quelli che tutti i giorni si fanno il culo, si sporcano le mani e cercano di cambiare le cose. Abbiamo parlato anche dei media, della ''Propaganda'' (il nostro secondo singolo), del maltempo (citazione di ''Non E’ Colpa Del Maltempo'', n.d.r.), viaggi immaginari, l’apocalisse hipster di una certa ''Molly'' e de ''L’estate del '96'', quando ancora Donald Trump faceva l’attore e la gente comprava ancora i dischi!''.
Osaka Flu dal vivo. Come vivete il rapporto con il palco e con il pubblico? ''Per noi il rapporto con il pubblico è tutto. cerchiamo di abbattere ogni barriera, parliamo, ci spogliamo, scendiamo in mezzo al pubblico, cerchiamo di coinvolgere tutti, dal barista al prorietario del locale, e finisce sempre che qualcuno sale nel palco a cantare con noi. Dopo facciamo serata insieme a quelli che erano a vederci!''.
Progetti per il futuro: cosa farete nei prossimi mesi? ''Nei prossimi mesi abbiamo già in programma un po’ di date, vogliamo continuare a spremere il nostro ''Km183'' e vogliamo dare spazio ad ogni canzone, quindi stiamo preparando un altro video e sviluppando altre idee diverse per far risaltare i brani. Ne vedrete delle belle
ah già! Abbiamo iniziato a lavorare per il prossimo e vogliamo essere ancora più diretti e sporchi...''.