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04/05/2017   KILLER4
  ''Una musica Killer, ovvero che ti uccide...''

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini? ''Come spesso accade è la voglia e la consapevolezza di poter dire qualcosa a livello musicale che spinge a formare una band. Dapprima io (Alessio, basso) e Roberto (chitarra) ci siamo conosciuti via web, abbiamo scritto i primi brani ed abbiamo iniziato a provare assieme. Poi a novembre 2015 si sono aggiunti Dario (voce e chitarra) e Russell (batteria) e la band si è completata''.

Come è nato invece il nome della band? ''Innanzitutto l’idea di trovare un nome piuttosto corto e d’impatto che rimanesse impresso (quelli lunghi non se li ricorda nessuno…). La volontà poi di performare una musica piuttosto robusta (una musica Killer, ovvero che ti uccide) unita al fatto che eravamo inizialmente un trio (Alessio, Roberto e Matteo alla batteria, che per motivi di studio ha dovuto abbandonare) aveva fornito l’idea per coniare il nome in “Killer Trio”. Successivamente siamo diventati un quartetto e quindi “Killer4” (anche perché una band dal nome The Four Killer esisteva già sul web)''.

Che peso hanno i testi nella vostra musica? ''Innanzitutto noi per scelta cantiamo in inglese. Ci piace di più, è più musicale e si adatta meglio al nostro genere. Pertanto l’ascoltatore ritengo che, a differenza delle band che cantano in italiano, sia più attratto dalla musica che dai testi. Assegnerei pertanto un 75% alla musica ed un 25% ai testi. Entrando nel merito di questi ultimi, sono scritti praticamente tutti da Dario (il nostro cantante) e parlano essenzialmente di amore ed affini…

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore? ''Beh, questo dovremmo chiederlo agli ascoltatori… Ti dico una mia idea che ho sempre avuto: penso che a volte (non sempre) un disco posso essere interessante già dalla grafica. Ci sono copertine che ti colpiscono e ti incuriosiscono subito e ti viene voglia di ascoltare il disco perché pensi che ad una certa copertina corrisponda un certo sound musicale. Ecco, penso che se da ascoltatore guardassi la nostra copertina (una pistola su sfondo rosso) vorrei esattamente che la musica suonasse come un colpo di pistola! Quindi non rimane che ascoltare…''.

Quali sono le qualità principali del vostro nuovo ep omonimo? Ci parlate delle sonorità di Killer4? ''Il disco è stato registrato con una certa immediatezza sia dal punto di vista della resa sonora che come temporalità. Ad inizio 2016 avevamo cinque pezzi e, benchè fosse un poco presto, abbiamo deciso di registrarli. Le idee iniziali gravitavano fin da subito intorno al “Seattle sound”, al grunge ed all’urgenza del punk. Mentre l’ultima traccia (''Release Me'') è più elaborata e richiama atmosfere scure più pertinenti a stoner e post-metal. Dal punto di vista squisitamente tecnico posso dire che il disco, benchè non sia stato registrato in presa diretta, mantiene volutamente un approccio estremamente grezzo nei suoni (che è una nostra caratteristica)''.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale? ''Ognuno ha una sua preferenza in merito al pezzo preferito, ma è in generale un po’ tutto il disco che, essendo quello d’esordio, ci piace e ci soddisfa''.

Come nasce un vostro pezzo? ''Siamo una band democratica nella quale ognuno di noi apporta idee al processo compositivo. Un brano può nascere in studio da un’improvvisazione di chitarra o un giro di basso. Ed in questo caso fissiamo ciò che nasce su di un registratore ambientale che poi scarichiamo su Dropbox per consentire ad ognuno di noi di lavorarci a casa per poi riproporlo ampliato e migliorato nella prova successiva. Il processo contrario di composizione (anch’esso utilizzato) nasce da idee casalinghe individuali che vengono poi sviluppate alle prove''.

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound? ''Ognuno ha il suo background, dall’hard-rock alla new-wave passando per il punk. Sicuramente il denominatore comune che mette d’accordo un po’ tutti è il grunge degli anni ‘90. Per cui darei come riferimento sicuramente i gruppi del periodo ma anche di quello precedente (fine ’80) dove i germi musicali del genere cominciavano e nascere''.

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? ''Nell’ultimo anno abbiamo suonato parecchio live e tuttora stiamo andando in giro tanto tra club, locali, centri sociali di tutto il nord e centro Italia. Sicuramente c’è in agenda un full-length per il 2017-2018 senza però trascurare l’attività concertistica che vogliamo proseguire assiduamente''.

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno? ''E’ una domanda che a volte ci fanno ma non è facile rispondere. Tanti sono gli artisti che stimiamo e di generi anche piuttosto distanti tra di loro. Ci basterebbe anche solo poterli conoscere, sarebbe un arricchimento sotto ogni punto di vista''.

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori? ''Facciamo un po’ di promozione: ascoltate il disco e se vi piace e lo volete in CD mandateci un messaggio alla nostra pagina Facebook (www.facebook.com/killerfour), oppure all’indirizzo mail killer4four@gmail.com, anche solo per esprimere il vostro punto di vista critico. Ne saremmo veramente contenti''.