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09/10/2006   ZUCCHERO FORNACIARI
  L'aquila vola inseguita dal tacchino

Grande festa a Venezia per Adelmo Fornaciari, in arte Zucchero, in occasione del lancio di un album interamente proprio, atteso da anni - cinque - e continuamente rimandato. 'Fly' (sottotitolato 'Come possiamo volare con le aquile se siamo contornati da tacchini') riprende in qualche modo le fila di un approccio più caldo e intenso con la melodia, con gli strumenti, con i testi, alla ricerca, come dice lo stesso artista "di un'armonia universale, che ci aiuti a uscire dal momento di disgrazia in cui stiamo vivendo". Undici canzoni in cui spesso la fa da padrone l'Hammond, mentre Zucchero si cimenta con parecchi strumenti, senza paura né vergogna, e collabora con Jovanotti ('Troppa fedeltà') e Ivano Fossati ('E' delicato') oltre alla solita schiera di musicisti internazionali, capitanata al veterano Don Was e arricchita da nomi quali Brian Auger, Jim Keltner, Michael Landau. Per presentare il cd è stato allestito un piccolo show di assaggio al Casinò di Venezia, omaggio ai favolosi anni Sessanta, culla di una giovinezza migliore di quella di oggi, come ci ha tenuto a ribadire uno che, per sua stessa ammissione, "ha scelto da sempre la strada del rock'n'roll". Esibizione nella quale hanno fatto capolino classici quali 'Everybody's Talkin' di Fred Niel e 'A Salty Dog' (Procol Harum, rifatta in italiano e chiamata 'Nel così blu'), pezzo che doveva finire sul disco e che invece sarà utilizzato per l'edizione straniera del dischetto, perché "era mia intenzione proporre solo materiale del tutto inedito ai miei fan italiani". Chi sono i tacchini a cui fa riferimento il sottotitolo? "Tutti quelli che ti tengono con i piedi per terra, che rendono il mondo conflittuale, che non accettano le ragioni degli altri. Sono tanti, li troviamo tutti i giorni e sono lo specchio del modo arrogante di vivere oggi". Don Was non appartiene a questa categoria, immagino. "Per niente. E' una persona che non perde mai la calma, che ha dato i tempi giusti a tutto e mi ha spinto a utilizzare strumenti con cui non avevo mai avuto il coraggio di misurarmi. Insieme a Daniel Lanois è il produttore in attività che stimo di più". Il nocciolo di 'Fly' sta comunque nel triangolo basso-chitarra-batteria. "Già. Ero francamente stufo di avere a che fare con le macchine. Ho la netta sensazione che le canzoni migliori siano quelle di qualche tempo fa, anche le mie. Così, sono tornato alle radici, senza remore". Il brano scritto a quattro mani con Jovanotti, 'Troppa fedeltà', ribadisce quindi la carica eversiva del rock'n'roll. "E' un modo per onorare le regole, suvvia. Del resto non sono mai stato fedele, se non con la testa. Scegliere questa strada era nelle mie corde, sono fatto così oramai. Alta infedeltà, ma almeno palese, priva di finzione". Le musiche di 'Quanti anni ho' sono accompagnate in un videoclip dalle immagini di 'Novecento' di Bertolucci. Un riferimento preciso a un'epoca che lei giudica migliore. "Il mio periodo ideale è quello dei Sessanta, del mio luogo di origine, dove c'era un rapporto fra le persone meno falso, più profondo, più vero. E' durato fino ai dieci anni, quando sono andato in Riviera e ho visto figli di papà, divisioni sociali, cose parecchio deprimenti". Non trova niente che le piace, adesso? "Adesso è tutto più difficile. Quando cresci manca il branco, la parte verace e collettiva dell'esistenza. Molti ragazzi non sono in contatto fra di loro e in più il mercato discografico per loro è chiuso, non li aiuta, impedisce di avere qualsiasi opportunità. Ai miei tempi c'era maggior giustizia sociale". I pezzi respirano un'aria ben definita, in un tempo (i Sessanta, appunto) e un luogo (gli USA meno stereotipi, che toccano per esempio New Orleans) che a quanto pare non riesce ad evitare. "Beh, c'è anche 'Cuba Libre', un elogio a un paese di cui posso anche non condividere del tutto certe posizioni politiche, ma che esercita su di me una suggestione potente". E' stato a New Orleans dopo l'uragano? "No, ho registrato 'Fly' fra l'Italia e la California, ma so che moltissime case di amici non ci sono più, quella di Lanois compresa, oltre a diversi studi di registrazione". Cosa succede adesso? "Dovrei tornare in circolazione a febbraio, con un tour di cui per ora so almeno quattro date: due a Zurigo e due all'Olympia di Parigi. L'idea guida è di offrire buoni spettacoli a prezzi ragionevoli. Il resto seguirà. Ci sarà anche mia figlia, come supporto". Un bel privilegio. "Non posso ostacolare chi ha, obiettivamente, talento. Io avrei voluto facesse veterinaria all'università: poi, da sola, ha scelto questa strada". Cosa pensa della vita virtuale di 'Fly', che finirà immancabilmente pure su mp3 e cose del genere? "Non posso impedirlo per contratto, ma la sensazione che mi dà è quella di finire in salumeria, con tagli, ritagli e frattaglie. Augurerei a queste cose di scoppiare". (Giorgio Casari - Kataweb Musica)